“Vibrante
sintonia e profonda affinità: sono queste le parole con cui il
fratello dell’Ultimo Imperatore, il calligrafo Pu Jie, ha descritto
il nostro incontro nella tavoletta che mi ha dedicato quando, nella
primavera del 1988, fui la prima della moda italiana a sfilare in
Cina. L’ha dedicata a me con l’appellativo di Mister Laura,
seguendo l’usanza di rivolgersi al maschile in segno di rispetto.
Sintonia e affinità mi legano al Celeste Impero e alla più grande
comunità di donne del pianeta a cui, pioneristicamente, ho rivelato
l’incanto del Made in Italy.” Laura Biagiotti
La
moda altri non è che una forma d’arte diffusa e l’inverno
Biagiotti vuole elaborare una nuova identità estetica: saggezza
confuciana e linguaggio contemporaneo per degli abiti intercalati con
la stilizzazione di caratteri benauguranti. L’ideogramma della Collezione è proprio l’incontro tra culture che vuole
determinare degli accostamenti inediti e vibranti tra forme e
materiali, lavorazioni e dettagli. Niente è definitivo, la
trasformazione è la quintessenza della moda.
Le
linee passano da volumi romantici a grintose suggestioni che ci
ricordano la divisa di Mao. E’ lo stile Mr. Laura che compenetra
l’energia femminile, Yin, con quella maschile, Yang. Le stampe
dialogano tra est e ovest. Centinaia di metri di frange in maglia
fluttuanti che profilano pull, abiti e cappotti. File di borchie
vengono intarsiate nel tessuto e nel tricot come armature Ming. I
contrasti vanno a determinare una nuova sintonia: materiali scultorei
come il mikado incontrano la leggerezza delle farfalle e dei fiori
applicati, o vengono dipinti a mano con delle pennellate che
riproducono il bambù, simbolo di eternità. Il dialogo delle
stagioni fa convivere in passerella abiti plissettati con trame dense
e lavorazioni double, i ricami alternano ideogrammi sul tulle seconda
pelle a corpetti fitti con disegni imperiali.
La via della seta:
Laura
Biagiotti evoca un viaggio tramite segni e simboli per abiti che
donano benessere e felicità: motivi di longevità, dragoni
imperiali, tigri bianche, fiori di loto, farfalle fantastiche, tralci
della prosperità e personaggi leggendari.
La
stampa-paesaggio nei toni del beige raffigura la minuziosa
ricostruzione di scene quotidiane che si ispirano al rotolo di
Suzhou, capolavoro della pittura Cinese del XVIII secolo, che
descrive in maniera a dir poco sublime la vita dell’omonima città
imperiale, la Venezia cinese. Gli abiti di seta hanno il
collo-imperatrice, sono bordati di bottoncini e hanno alti spacchi
che ondeggiano. La tunica si porta con i pantaloni stampati ed è
anche intarsiata con il pizzo. Simboli e greche benauguranti
definiscono il patchwork per cappotti in panno e tailleur di velluto
indossati con impalpabili camicie di organza. Effetto trompe l’oeil
per la fantasia con disegni e personaggi leggendari che rivisitano un
antico kimono: i fili del ricamo sono stampati, i decori prendono
energia nei toni del blu, verde e viola e si indossano con capi di
maglia oversized dall’aspetto astrakan. Le rouches sono un
dettaglio caratterizzante: si inerpicano sulle spalle dei cappotti,
si sciolgono in fiocchi nella seta o profilano la maglia.
L’ Impero del cashmere:
Il
viaggio del cashmere parte proprio dalla Cina, e Laura, definita dal
New York Times la Regina del prezioso filato, lo trasforma in delle
vere e proprie visioni inedite, enfatizzando i volumi, trattando il
filo con inserti in rilievo, mescolando delle composizioni
iridescenti e addirittura smagliandolo, con squarci che scoprono la
pelle. Da materia grezza con heritage maschile il cashmere diventa la
protagonista del guardaroba femminile che trova nel tricot
l’ideogramma di una nuova eleganza, attuale e così seducente.
La
composizioni di cashmere lavorato jacquard con dei caratteri
confuciani che definiscono pull alati, cardigan asimmetrici e gonne
lunghe. La maglia bouclè in mohair con un effetto puntinato di
pulloni, miniabiti e cappotti che viene anche intarsiata con delle
romantiche applicazioni floreali o ricamata con borchie degradè.
Medaglioni che simboleggiano il cuore di Buddha decorano cappotti,
cardigan e maxipull in mohair lavorato doppio. Fili d’oro che
creano volumi nuovi con delle trecce, coste e applicazioni di frange
mongolia per il cappotto armatura e il pull oversized. Composizioni
di trecce sfumano in bande a tre colori nelle gradazioni del rosso e
del blu.
La
palette rivisita le cromie del Celeste Impero: rosso dominante,
spesso in combinazione con il nero, gradazioni intense di blu, lampi
di giallo mandarino, fuxia e viola, fondi neutri come la carta di
riso. Il bianco Biagiotti è proprio la dimensione pura dell’energia,
in cui gli elementi yin e yang si fondono completamente.
Gli
occhiali hanno la forma sinuosa ad ali di farfalla, che vengono
declinati in acetati dalla texture mossa, e lavorati con microborchie
e rilievi che ricordano un ideogramma. Le calzature fanno convivere
in passerella sandali-Mao e stivali decorati, ballerine imperiali con
tronchetti urbani.
Per Maggiori Informazioni: www.laurabiagiotti.com
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