Il medico fu estradato in Italia con mandato internazionale di cattura nel 2008, a seguito della sentenza definitiva della Corte di Cassazione - che aveva comminato la pena di 15 anni di reclusione per traffico di droga -.
Fu condotto nel carcere di Opera, dove rimase in regime di detenzione per 8 mesi, dal 17 aprile al 21 dicembre del 2009. In carcere esaminò la documentazione relativa al processo e scoprì che c'era stato uno scambio di persona. M.B., un italiano coinvolto nei traffici di droga e diventato collaboratore di giustizia, aveva rubato il passaporto del medico - che aveva visitato sua moglie - e lo aveva consegnato ad un narcotrafficante, soprannominato "El Gordo", con il quale aveva rapporti di affari; quest'ultimo lo aveva utilizzato per circolare liberamente.
Con molta difficoltà si riesce a recuperare il passaporto e a paragonare la foto del medico spagnolo con quella del narcotrafficante - dalla pelle olivastra e corpulento, mentre il medico ha la pelle bianca ed è magro -. La Corte D'Appello nega la scarcerazione di Ripoll, ma il Tribunale del Riesame accoglie il ricorso il 21 dicembre 2009 e il medico viene scarcerato.
Successivamente, il 25 marzo del 2010 la Cassazione annulla la condanna a 15 anni di reclusione e la Corte D'Appello, in data 27 ottobre 2010, ha assolto Ripoll "per non avere commesso il fatto"; la sentenza è diventata definitiva in Cassazione in data 11 gennaio 2011. Infine, il 4 luglio 2011 i Giudici milanesi hanno riconosciuto la somma di 85.000,00 Euro a titolo di risarcimento danni per ingiusta detenzione.
Roma, 5 luglio 2011 Avv. Daniela Conte
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