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Milano-Sanremo 2012: il percorso

Creato il 28 febbraio 2012 da Fumagale @ciclo_news

La fatica di 298km si scioglie in poco più di 500/1.000 metri. Decisivi. Sta ai protagonisti, poi, “scegliere” – in base a caratteristiche fisico/atletiche e coraggio – dove collocare questi famosi 500 metri o poco più. La Milano-Sanremo (2012, ma in realtà da sempre) è così: può essere una lunga volata di gruppo o esplodere appena si vede il mare; può annoiare per 7 ore consecutive – ammesso che non cambiate canale – oppure divertire sin dalle prime battute; può vincerla il favorito o regalare il proverbiale “quarto d’ora” (e più) di celebrità al gregario misconosciuto. Una lotteria, come e più di tante altre corse del calendario internazionale. E poi è la prima, ed è per questo che viene vissuta come una Pasqua al termine della Quaresima che comincia al Giro di Lombardia, dunque già a ottobre (ma da quest’anno sarà anticipata a settembre) dell’anno prima.

Milano-Sanremo 2012: il percorso

Il percorso della Milano-Sanremo 2012 ricalca quello che abbiamo visto nelle ultime edizioni; perché una corsa che è Classicissima la puoi aggiustare, mica stravolgere! Via da Milano, dall’ex dazio di Via della Chiesa Rossa, e sgambata alla volta di Pavia, Tortona, Ovada.. Si mangia bene, in quelle zone, ma il gruppo non ha tempo: dopo il rifornimento di Campo Ligure si attacca con la salita del Passo Turchino, uno dei luoghi più piovosi d’Italia.

La discesa, che a volte miete qualche vittima, piomba su Genova, e da lì comincia un saliscendi tutto curve e strettoie lungo il mare, generalmente non troppo condizionato dal vento.

Milano-Sanremo 2012: il percorso

Mànie (terribile, per come resta nelle gambe), Capo Mele, Capo Cervo, Capo Berta. Poi si tira il fiato un attimo prima di Cipressa e Poggio, salite neppure troppo temibili eppure molto temute dai velocisti, che non possono esagerare con lo sforzo nel tentativo di tenere chiusa la corsa. E’ generalmente qui che chi ne ha ci prova, in salita come in discesa (non fa differenza: sono impegnative – per ragioni diverse – entrambe), e qualche volta ci riesce pure. Vero è che il rettilineo finale – lungo 1km, con un’ampia curva che conduce sul Lungomare Calvino a 500 metri dalla linea d’arrivo) regala lo spazio per recuperare, mentre a chi dovesse essere davanti sembrerebbe più lungo della fatica sopportata fin lì. Ma pur di incidere il proprio nome nella storia, è una fatica che val bene la pena sopportare.


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