Milano, titolo di Repubblica: Scatta la domenica senza auto “Ritrovare il piacere di camminare” Se non ti investono.Una delle più grandi prese in giro.
Creato il 14 ottobre 2012 da Slasch16
Alle 9,45 al semaforo di Via Padova c’era la coda, come al venerdì sera. Mi sono detto, il blocco scatta alle 10,00, abiteranno tutti in zona.
Adesso sono le 10,10 e le auto continuano a girare mi domando che senso hanno queste domeniche a piedi se poi ci sono sempre i soliti furbastri che se ne fregano.
Ammesso che qualcuno abbia dei motivi seri ed impellenti per trasgredire alla regole mi pare che siano decisamente in troppi quelli che disattendono l’ordinanza del comune.
L’aria di Milano è quella che è, mi spiace per chi si impegna a rispettare il divieto e gira in bicicletta orgoglioso di fare qualcosa per tenere pulita l’aria.
Quelli che passano sotto casa mia adesso sono un po’ come Gassman nel film Il Sorpasso, fanno delle corna virtuali a tutti quelli rispettosi dell’ordinanza, evidentemente siamo considerati dei poveri pirla e loro si sentono i furbastri di Milano.
Leggo che ci dovrebebro essere 95 pattuglie di Vigili Urbani a presidiare il rispetto dei divieti, mi auguro che come al solito non siano solo nella cerchia dei navigli, nei quartieri snob di Milano a presidiare perchè, in Via Padova, non ho mai avuto l’occasione di vedere un maleducato pagare una multa.
Perchè è un problema di educazione, non solo di sanzioni.
Sono andato a comprarmi le sigarette ed ho fatto una cosa che non faccio mai.
Sapendo del divieto di circolazione ho volutamente attraversato le strisce pedonali a passo lento, più lento del solito. Avevo visto una macchina che stava arrivando a velocità sostenuta, evidentemente aveva pure fretta, era un diesel non un’auto elettrica ed a momenti mi tirava pure sotto.
Doveva andare al Bancomat. Ora a Milano può mancare tutto, specialmente l’aria pulita, ma non può mancare e non mancherà mai il Bancomat, c’è una banca ogni 10 metri ed anche se non è la tua i soldi li puoi prelevare ugualmente.
E’ la prima volta che faccio un post sul tema ma le domeniche a piedi, sia quelle di Formigoni, la Moratti o di Pisapia le considero una presa per il culo se non le fanno rispettare a tutti, stranieri compresi che fanno sempre finta di non sapere un cazzo.
E’ una costante da anni e non saranno le 200 multe che riusciranno a rifilare a qualche furbastro che faranno cambiare le cose.
Se il Comune di Milano ha problemi economici questa sarebbe un’occasione per incassare. Nella mia zona non passa un minuto senza che almeno due, tre, auto non viaggino tranquillamente. Non sono a gas e non sono elettriche, sono auto nomali.
Scrive Repubblica: Otto ore di motori spenti quindi, a esclusione dei veicoli elettrici e ibridi che possono circolare liberamente senza incappare in 155 euro di multa.
Ne vedessi uno incappare nella multa.
E’ anche da queste piccole cose che si nota che siamo il paese dei furbi, ce ne freghiamo delle regole e cerchiamo di aggirarle in tutti i modi.
Tra l’altro il nostro modo di fare è quello che gli immigrati imparano subito, fare i furbi.
Basta salire in qualsiasi autobus e vedere quanti sono quelli che passano il biglietto o il tesserino nella macchina obliteratrice.
Martedì mattina ho preso l’autobus da casa mia a Niguarda, un bel tragitto ed ho contato meno di 10 persone che hanno inserito il biglietto nella macchinetta.
Forse hanno tutti l’abbonamento annuale e non è necessario inserirlo nella macchinetta?
Me lo auguro, vorrà dire che sono stato troppo malizioso.
Non ne faccio u discorso tecnico sull’utilità o meno di queste ‘domenicAspasso’ per al qualità dell’aria, ne faccio un discorso di educazione come i divieti di sosta.
Siamo italiani, una sottospecie del genere umano e poi ci meravigliamo dei politici.
Sono i campioni migliori che riusciamo ad esprimere, i nostri personalissimi premi Nobel della furbata tipicamente italiana. Un marchio come gli spaghetti e la pizza.
P.S. Adesso che ho scritto il post diventeranno tutti rispettosi, giusto per dare modo a qualcuno di contestarmi il fatto che mi lamento sempre dell’ineducazione civica dei miei, cari, compatrioti. Di nascita o acquisiti.
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