Lunedì mattina un’ambulanza con una mezzaluna rossa incisa sulla fiancata e calligrafia arabesca si aggirava per le vie del capoluogo lombardo attirando l’attenzione di molti.
E’ arrivata da un lungo viaggio, sul sito dell’ideatrice, l’artista svizzera Ariane Arlotti trovate una ricca carrellata di foto scattate durante il tour in vari stati (www.destinationcheckpoints.com). Il furgone, un vecchio Volkswagen Transporter, è identico alle ambulanze del medio oriente tristemente note all’opinione pubblica perché riprese in occasione di fatti di sangue in terra di conflitti. La vettura in questione sarebbe quindi “araba” a tutti gli effetti ma è targata “GE”, Ginevra.
Quello dell’autrice è indubbiamente un gesto atto ad innescare nei passanti una qualche reazione, Arlotti sembra da tempo impegnata a lavorare sul concetto di paura e questa ne è una prova. Sconcerto, indifferenza o divertimento? Qual’è la reazione degli astanti? Abbiamo letto alcuni commenti riportati su un articolo online del Corriere della Sera e – come spesso accade – la risposta degli utenti è più che mai variegata.
Tra i feedback pubblicati sul Corriere c’è chi scrive: “Interessante e intelligente la provocazione artistica della performer elvetica. E adesso, per completezza proporrei la stessa azione con automezzo contrassegnato dalla Croce Rossa per le vie di Teheran oppure di Ryhad. Così, per vedere per vedere l’effetto che fa…”. Altri scrivono: “Paura e sconcerto? Ma perché?”
Il gesto dell’artista pone in luce un argomento assai delicato che ci costringe a riflettere. L’idea di pensare troppo spesso al medio oriente come un focolaio di problemi lontani, che non ci tangono, viene in qualche modo rimessa in discussione. E basta un’ambulanza con la mezzaluna al posto della croce rossa.
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