Magazine Diario personale

Mille papaveri rossi.

Da Spiaggepiubelle

Durante il week end, con G. ancora costretta quasi inferma a casa, mi piace, dopo aver pulito diligentemente casa bagno compreso, ricordandomi però sempre della famosa pubblicità della signora Luisa che “comincia presto, finisce presto e non pulisce mai il water perché usa la schiuma attiva di Magic Water!!” dicevo che mi piace mettermi in relax sul divano e guardare la televisione.

Guardare è un termine grosso perchè accade quasi inevitabilmente che piano piano i miei occhi fanno micio micio bau bau e ….dormo!!! Sabato scorso però no!

Ero sul canale di rai storia e trasmettevano una serie di tanti anni fa (era ancora in bianco e nero) che descriveva fatti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale.

La trasmissione si chiama ‘Mille papaveri rossi‘.

Eravamo nel 1944, a Torino, ed il 31 marzo il Comitato Regionale dei Partigiani fu quasi interamente catturato dai Tedeschi e rinchiuso in carcere.

Dopo un processo farsa, prima che i giudici si ritirassero per il verdetto, scattarono in piedi e gridarono uniti “Viva l’Italia”.

Due giorni dopo furono fucilati.

A noi, ignari fautori dei privilegi odierni quali libertà e giustizia, donateci da persone che hanno dato la vita affinchè le generazioni future potessero usufruirne, sono rimaste poche lettere che gli eroi, non posso che descriverli altrimenti, hanno scritto alle loro famiglie prima dell’infame condanna.

A loro ricordo, copio l’ultima lettera di uno di loro ai genitori, e appena prima i nomi di questi eroi.

Quando porto G. a fare fisioterapia in piscina all’ospedale, percorriamo una parte di strada costeggiata ai lati da prati verdi o da vigne ordinate.

Durante quest’ultimo periodo è piovuto talmente tanto che, ai lati della carreggiata, oltre a vigorosi ed alti ciuffi di erba fanno capolino migliaia di papaveri rossi.

Sono bellissimi e subito G. mi ha intimato di ricordarMI di prendere la macchina fotografica in modo tale da poter fare quel centinaio (almeno) di foto.

Così poche perchè siamo su una strada trafficata altrimenti sarebbero ben di più!!

In effetti devo dire che lo spettacolo è notevole, la campagna brilla di tutti questi colori, il verde rigoglioso dell’erba alta e forte, i campi macchiati di fiori gialli che cercano di innalzarsi più alti dell’erba stessa per godersi i raggi del sole ora finalmente caldi e vitali, e queste macchie di rosso fortissimo, che in certi momenti assomigliano a dei grappoli maturi che altro non sono che papaveri, alti alti, come diceva la famosissima canzone di Nilla Pizzi!

Ve la ricordate vero?

Lo sai che i papaveri son alti alti alti e tu sei piccolina…..” proprio quella!

A G. fanno venire in mente i quadri di Monet e Van Gogh. Come non darle ragione.

Sono proprio precisi e sono bellissimi!

Sono mille papaveri rossi!

C.

Mille papaveri rossi.

Binelli Domenico

Caligaris Angelico

Cane Domenico

Conti Ferdinando

Igonetti Giuseppe

Mille papaveri rossi.

Carissima Mamma adorata, e carissimi Fede, papà,

Alberto, Stefano, zia e zio, Maria e tutti i miei

cari,

Fra un’ora non sarò più in questo mondo.

Mamma mia sii forte come lo sono io. Pensa mamma

che tutta la forza viene da te che sei una “Santa”,

tutta la tua vita di dolore e di abnegazione ne è

la testimonianza, mamma è il tuo bambino che ti

supplica ma che ti da un comando di moribondo, devi

avere tanta, tanta forza, perdi il tuo bambino ma

fra non molto te ne verrà restituito un altro, il

mio caro fratello Stefano per lui devi vivere, a

lui devi dare tutte le premure e le attenzioni che

avresti date a me – è dunque un dovere quello che

ti chiede il tuo Domenico nella certezza di questa

missione che ti resta da compiere che io mi sento

forte. E’ da mezzanotte che io prevengo la mia fine,

ora sono le quattro e mezza e me ne viene data no-

tizia, mamma affidati a Fede essa saprà come darti

tanta forza. Fede cara ti chiedo perdono fa di esau-

dire tutti i miei desideri affido a te la mamma.

Da quattro ore, cara mamma non ho fatto che rievo-

care tutta la mia vita da quando ero bambino ed

ora recrimino una cosa sola, tutto il tempo che non

ti sono stato vicino, perdonami mamma: dì a papà

che non beva più e ti sia vicino, chiedo per-

dono anche a lui – mamma non ho una tua fotografia

ma la tua visione non mi abbandona un attimo – l’ul-

timo mio anelito sarà per te, nel tuo nome di mamma

vi è tutta la mia vita – se non ho saputo vivere,

mamma, so morire, sono sereno perché innocente del

motivo che muoio, vai a testa alta e dì pure che il

tuo bambino non ha tremato. E’ quasi ora perdono a

tutti anche agli zii che ti assistano. Ciao mamma,

ciao Fede papà, Stefano, Alberto, ciao a tutti.

Addio mamma tutto il mio bene a te e a tutti

cari baci.

“Tutto è pronto”. Mamma, mamma.

Mille papaveri rossi.

Mille papaveri rossi.



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