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Conosce la bella Fiore (Mariangela Melato), e dopo un lungo corteggiamento riesce a conquistarla.
Fiore - Io all'amore ci credo, per me l'è na roba seria.
Mimì - Perché, io ti sembro allegro? Se-ris-si-mo sono!
Il serissimo Mimì ha una giovane moglie al Sud che lo aspetta. Fiore lo sa e non le importa, però pretende che Mimì le sia fedele e che non tocchi nessun'altra, moglie compresa.
Mimì è deciso a rispettare il patto, ama Fiore ed è al settimo cielo per la nascita del loro bambino.
Ma la mafia incombe. Mimì suo malgrado è stato conivolto in una serie di incresciosi episodi, la mafia per tenerlo alle strette, falsifica la firma di Mimì per una domanda di trasferimento che viene immediatamente accettata.
Mimì ritorna al Sud con compagna e figlio che tiene nascosti alla moglie. Si divide tra le due donne: con una è passione, con l'altra niente di niente.
La moglie inizia a covare dei sospetti che confida a una amica, in breve si sparge la voce che Mimì sia gay.
Mimì fa presto a difendersi mostrando ai suoi conoscenti Fiore e il loro bambino.
La moglie, stanca di essere trascurata, si lascia sedurre da un brigadiere e resta incinta.
In Mimì si risvegliano retaggi culturali mai cancellati. Il tradimento della moglie è un'onta che va lavata con il sangue, urge vendetta.
"Ma Rosalia, ma che minchia di tradimento jè? Mi fai proprio cascare le braccia! Con uno che fa o’ finanziere, che ave cinque figli, dentro la cabina della gru e che si chiama pure Amilcare!"
Dopo un'accesa discussione con la moglie, Mimì si calma, vuole fare il moderno, nessun delitto.
Decide di mettere incinta Amalia, la moglie del brigadiere (già padre di 5 figli).
Amalia accetta e collabora al suo piano di vendetta.
Mimì passeggia con le sue due donne, Rosalia ha partorito e spinge un passeggino.
Incrociano il brigadiere con la moglie Amalia agli ultimi mesi di gravidanza.
Mimì propone platealmente al brigadiere di scambiarsi i figli e svela i reciproci tradimenti.
Il brigadiere adirato vuole sparare Mimì. Interviene un mafioso, uccide il brigadiere e consegna l'arma nella mani di Mimì che viene condannato.
All'uscita dalla prigione l'attendono 8 figli da crescere. Due suoi, uno avuto dalla sua amata Fiore, l'altro da Amalia. Più i cinque figli orfani del brigadiere e il figlio di Rosalia.
Mimì, per campare, diventa il galoppino elettorale di un boss mafioso.
Fiore, l'amore della sua vita, disgustata, lo abbandona.
Storia farcita da mille idee (comunismo, femminismo...) e riferimenti. Si può guardare questo film all'infinto, sfuggirà sempre qualche dettaglio. Una pungente satira sulla società italiana anni '70 in cui Lina Wetmuller afferma il suo stile barocco e ironico a partire dai lunghissimi titoli scelti per i suoi film.
Dopo "Mimì metallurgico ferito nell'onore" (1972), ricordiamo "Film d'amore e d'anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza" (1973) e "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" (1974).
Tre memorabili film con la coppia Giancarlo Giannini e Mariangela Malato.
Per questo film, Giancarlo Giannini vinse il Nastro d'Argento come miglior attore protagonista e il David di Donatello ex aequo con Alberto Sordi ("Detenuto in attesa di giudizio").
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