La Mimosa
La mimosa, o meglio Acacia dealbata, ha origine nella zona del sud-est australiano e della Tasmania (in queste zone può raggiungere anche l’altezza di 20-25 metri). In Europa fu importata verso il 1900. E’ nota soprattutto come pianta ornamentale, questo grazie ai suoi bei fiori gialli dal delicato e profumo. Simbolo della donna, un ramoscello di questa pianta viene offerto loro nel giorno dell’8 marzo. La mimosa è una pianta da esterno ma può essere coltivata anche in casa, non ama però le basse temperature. Nella parte settentrionale dell’Italia è molto difficile la coltivazione in giardino o sul terrazzo. La mimosa si sviluppa in modo eretto, ha taglia media e, in Europa, può arrivare ad un’altezza di 10 metri. E’ una pianta sempreverde e conserva le sue foglie per tutto il corso dell’anno; le foglie sono di colore verde, di forma bipennata e sono composte, a loro volta, da piccole foglioline di un colore diverso in base alla varietà. I fiori della mimosa sono sferici, crescono in gruppi e sono molto profumati, la fioritura è sempre molto abbondante e, generalmente, va da gennaio a marzo. I rami novelli della mimosa hanno delle macchine bianche, da qui ne deriva il nome di Acacia Dealbata. Il frutto della mimosa è un legume con una lunghezza di circa 5-10 cm che, quando è maturo, diventa nero. Il tronco è liscio di colore grigio-bianco.
Esiste un tipo di mimosa, detta Pudica che richiude le sue foglie appena vengano toccate.
Purtroppo in Italia la mimosa si usa venderla solo in occasione della Festa della donna, giorno in cui si ha la maggior considerazione per questo fiore, dopo questa data, 8 marzo, la mimosa vive nell’indifferenza più totale, nonostante la bellezza e il colore della sua meravigliosa fioritura.
Varietà
Esistono moltissime varietà di mimosa, di seguito ne elencheremo alcune delle più importanti, le suddivideremo in varietà a foglie composte e a foglie intere.
Varietà a foglie composte:
Acacia baileyana: è un albero molto elegante alto circa 6-8 metri, le foglie sono piccole di colore argento, è di origine australiana, i fiori sono piccoli e la fioritura è molto appariscente.
Acacia baileyana Purpurea: è detta così perché le nuove foglie (vegetazione) sono di colore rosso tendente al porpora.
Acacia dealbata: questa varietà di mimosa si ottiene per innesto, è una selezione di Acacia dealbata, ha foglie argentate, resiste bene alle basse temperature, produce pochi fiori.
Acacia dealbata Gaulois: la fioritura di questa pianta avviene in febbraio-marzo ed è una delle più belle da vedere, le foglie sono grigio-verdi. Questa varietà si trova sul mercato soprattutto come fiore reciso.
Acacia dealbata Mirandole: è originaria della Costa Azzurra e la varietà maggiormente diffusa in Francia; questa coltivazione fu isolata a Villa Mirandole a Cannes. Anch’essa ha foglie grigio-verdi e i suoi fiori sono più radi della varietà Gaulois. .
Acacia dealbata Virginia: è un tipo di mimosa rara, i fiori sono arancioni; la caratteristica di alcune piante di questa varietà è che col passare degli anni perdono il colore arancio e rifioriscono gradatamente con più giallo.
Acacia dealbata Pendula: come dice il nome stesso, è una varietà con rami cadenti. E’ consigliabile piantarla vicino ad un muro, con passare del tempo ci sarà la possibilità che ricopra la parete creando un effetto molto bello.
Alcune varietà a foglie intere sono:
Acacia retinoides: questo tipo di acacia è usata per fornire a tutti i tipi di mimosa le proprietà in un modo migliore di come potrebbe fare l’innesto da solo. Ha una fioritura continua. Dove il clima lo permette, è possibile usare questo tipo di mimosa per ornare i viali delle città. Le foglie sono verde scuro con una lunghezza di circa 20 cm.
Acacia retinoides Imperialis: è simile alla precedente ma più bella, i fiori sono gialli ed abbondanti. A seconda del periodo in cui viene potata, è possibile programmarne la nuova fioritura.
Acacia retinoides Lisette: è una mimosa uguale alla precedente ma i fiori con più grandi e molto più abbondanti.
Acacia howittii Clair de lune: questa mimosa ha dei rami cadenti, lunghi dal colore grigio, i fiorisce in marzo. E’ una della varietà di mimosa che sopporta meno il freddo.
Acacia cultriformis: questa mimosa può arrivare ad un’altezza di circa 4-5 metri, i fiori sono piccoli e non presentano profumazione. Viene usata molto per un effetto decorativo.
Proprietà
Nel campo della medicina, la mimosa è indicata nelle diete, perché riduce il senso di fame e diminuisce l’assorbimento dei grassi. Un decotto di mimosa potrebbe essere utile contro diarrea, nausea e malattie veneree. Gli aborigeni dell’Australia usano la cortezza di questa pianta per curare alcune malattie.
Terreno e Tecniche di coltivazione
Il terreno adatto per la mimosa è acido, profondo e ben drenato.
Per quanto riguarda la coltivazione della mimosa, essa preferisce climi caldi e comunque la temperatura non dovrebbe essere inferiore ai 15°C; le piante giovani temono il vento forte, nella fase di crescita sarebbe meglio applicare loro dei sostegni per evitare che si rovinino. Nelle zone fredde sarebbe meglio proteggere la pianta nei mesi che vanno da novembre a marzo.
Il luogo migliore per coltivare la mimosa è in giardino, in posizione soleggiata.
La moltiplicazione della mimosa avviene per seme o per talea.
Riguardo alla riproduzione per seme, nella stagione primaverile, uno o due giorni prima della semina, mettere i semi in acqua calda, passato questo tempo posizionarli nella terra mescolata con della sabbia. I primi germogli si avranno dopo circa un mese. Anche la moltiplicazione per talea si effettua in primavera, prelevando dei rametti (talee) dalla pianta principale e piantandoli in un terriccio ricco di sabbia e torba. La mimosa, nella stagione primaverile, dopo la fioritura, necessita di rinvaso, esso deve avvenire in vasi con un diametro via via sempre maggiore. Questa operazione si effettuerà quando necessario, in generale ogni 2-3 anni.
Concimazione ed Irrigazione
La concimazione della mimosa va effettuata all’inizio della stagione primaverile oppure in quella autunnale. Per compiere questa operazione va mescolato dell’humus o dello stallatico maturo al terreno al momento dell’impianto oppure circa ogni 3 anni.
Per quanto riguarda le mimose coltivate nel vaso, hanno bisogno di un concime liquido che dovrà essere somministrato ogni 15 giorni dal mese di maggio al mese di settembre.
Come molte altre piante, anche la mimosa teme i ristagni d’acqua, state quindi attenti a non eccedere con l’apporto di acqua, mantenete sì il terreno umido ma, per evitare questo inconveniente, procedete ad una nuova innaffiatura quando il esso sarà completamente asciutto, questa operazione, in genere, si effettua ogni 4-5 settimane; le innaffiature dovranno essere più abbondanti in estate e diminuire con l’arrivo della stagione fredda. E’ consigliabile fornire acqua soprattutto a piante giovani e non ancora molto sviluppate, a quelle ormai adulte e ben cresciute basta l’acqua piovana.
Potatura
L’azione di potatura deve essere effettuata dopo il periodo di fioritura della pianta.
La mimosa si deve potare per due motivi oltre a quello di permettere ai nuovi fiori di svilupparsi: darle una forma armoniosa e mantenere questa forma. La forma che si dà, nella maggior parte dei casi, alla mimosa posta nei giardini, è del tipo larga e gonfia ai lati e appuntita in alto. Bisogna intervenire sulla pianta non ancora troppo adulta per poterle dare la forma desiderata. Per procedere con questa operazione è opportuno servirsi di un coltello per incidere i rami e, successivamente, spezzarli con le mani, lasciamo perdere forbici usate per la potatura vera e propria, si potrebbero danneggiare i rami stessi.
Ora, per procedere al mantenimento della forma desiderata, si taglieranno semplicemente i rami che saranno troppo lunghi e che altereranno la forma regolare della nostra mimosa.
Nel caso di rami secchi, naturalmente, dovranno essere eliminati.
Malattie e Parassiti
La mimosa è soggetta a molte malattie ed è attaccata da molti parassiti, di seguito parleremo di questi nemici e vi daremo alcuni consigli per sconfiggerli e curare la pianta.
Marciume radicale da Phytophthora: la chioma della pianta ingiallisce e rinsecchisce, sulle radici si presentano dei marciumi. Bisogna intervenire con la disinfestando il terreno e drenarlo, il periodo adatto è la stagione primaverile-autunnale.
Marciume basaleda Armillaria mellea: la pianta deperisce lentamente, sotto la corteccia si forma una patina bianca con un odore di fungo. Quando la pianta manifesta questi sintomi, i danni apportati da questo fungo sono già in fase avanzata, alcune delle operazioni da compiere sono di favorire il drenaggio del terreno, evitare potature troppo forti, non lavorare il terreno nella parte troppo vicina al fusto. Se la mimosa è troppo ammalata bisogna estirparla e bruciarla per evitare altre contaminazioni.
Verticilliosi da Verticillium dahliae: i rami della pianta ingialliscono e rinsecchiscono e la pianta giunge a deperimento. E’ necessario, in primavera-autunno, disinfestare il terreno delle piante di nuovo impianto, mentre per quelle già esistenti evitare troppe concimazioni ricche di azoto.
Per quanto concerne i parassiti, essi sono:
Psilla o pulce: questo parassita attacca i germogli della pianta producendo una soluzione zuccherina. Bisogna intervenire con degli antiparassitari nel periodo primavera-estate.
Cocciniglie: attacca i rami formando delle colonie. Anche qui è necessario somministrare antiparassitari nei mesi di marzo e giugno.
Afidi: i parassiti di questo tipo attaccano in colonie e portano al rinsecchimento dei germogli. Nella stagione primaverile procedere con antiparassitari.
Tripidi: il sintomo conseguente all’attacco di questo parassita è un’apparente assopimento della pianta e un suo sviluppo anomalo. Anche in questo caso procedere con antiparassitari nei mesi di marzo-aprile e settembre-ottobre.