Minchiate. Spigolature di un compagno scomodo
Rubrica a cura di Salvo Vitale
Non è successo niente. Tutti assolti i fascisti autori della strage di Piazza della Loggia. E non mi dicano che non c’erano prove. La sentenza non lascia sgomenti: ormai ci siamo abituati. Da Piazza Fontana, all’Italicus, e, se vogliamo partire da più lontano, da Portella della Ginestra, non è stato mai individuato il manovratore, colui e coloro che hanno calpestato la democrazia per portare avanti rinascite fasciste e interessi economici dei soliti gruppi di riccastri che da sempre hanno governato l’Italia.
E per completare la beffa, i parenti delle vittime si pagheranno pure le spese processuali. Come già a Piazza Fontana. Cornuti e mazziati. E’ la pena che viene data a chi chiede giustizia.
Si possono quindi eseguire tranquillamente stragi di civili, anche con la partecipazione dello Stato, senza commettere il minimo reato e senza subire pene. Organizzatevi, prima che salga troppo il costo del tritolo.
Nota Bene: Se pensiamo all’annullamento della sentenza per Dell’Utri, alle varie prescrizioni e assoluzioni di Berlusconi, di Calogero Mannino, di Andreotti, alle assoluzioni per gli assassini comprovati di Piazza Fontana, ai carceri domiciliarii assegnati al più ricco della Sicilia, Michele Aiello, perché ammalato di “favismo”, (forse in carcere si mangiano solo fave!!!) e per non allungarla troppo, agli infiniti depistaggi, da Peppino Impastato a Mauro Rostagno, alla recente prescrizione di Vito Badalamenti, in libertà, come premio per avere passato in latitanza il doppio degli anni (12) cui era stato condannato (6), viene una curiosità: dove sono ‘ste toghe rosse?. E un’altra: come possiamo fare “educazione alla legalità” e insegnare a rispettare le leggi se, guardandoci in giro, continuiamo a sbattere contro la spietata siciliana considerazione: “Cu avi dinari e amicizia teni nculu la giustizia” o, per dirla più pulita: “La furca è pi li poviri, la giustizia è pi li fissa” ?