“In Piemonte sono oltre 20.000 i giocatori di pallacanestro, di cui 10.788 i bambini”. Questi i numeri più eclatanti del basket regionale che ci ha presentato con orgoglio il Presidente del Comitato Regionale della FIP (Federazione Italiana Pallacanestro), Giorgio Mapelli.
“Secondo il rapporto presentato al Coni con riferimento all’anno sportivo appena concluso, vantiamo 195 società affiliate, 651 squadre, 131 centri Minibasket e un totale di 7578 partite giocate”. Dati inaspettati per gli standard italiani, soprattutto considerando che si riferiscono alla regione-roccaforte della Juventus.
Abbiamo coinvolto, nella nostra indagine sul movimento cestitistico piemontese, anche il Responsabile Regionale Minibasket Francesco Notaro, che ci ha illustrato i vantaggi del basket fin da piccoli e le peculiarità piemontesi.
“L’età ideale per cominciare è 8 anni e ai 12 passare all’agonismo. Da piccoli l’importante è muoversi con un’attività ludico-motoria generica, ma va sottolineato il plusvalore educativo del gioco di squadra, per imparare a socializzare, opportunità sempre più rara nel Nord Italia, considerato il numero crescente di figli unici.
La vastità della realtà piemontese è stimolante anche dal punto di vista della multiculturalità, che è bene conoscere fin da piccoli, così come è altrettanto formativo confrontarsi con coetanei dell’altro sesso in un contesto ludico, regolato e paritario. Nel Minibasket si gioca tutti insieme. Fino alla terza media, le femmine sono spesso più brave dei maschi e questo genera meccanismi di competizione positiva, che favoriscono la costruzione di un’autostima più forte e di un maggiore e profondo rispetto reciproco.
Sul piano strettamente fisico, attraverso l’attività propedeutica si familiarizza con la fisicità e si acquisisce il senso dello spazio. Si usano meglio gli occhi, si impara ad allargare il campo visivo. E’ riscontrato come questo aspetto, influisca positivamente nell’attività di lettura, velocizzando anche nella matematica.
“Non a caso,” ha puntualizzato Giorgio Mapelli, “nel Minibasket non c’è la figura dell’allenatore, ma dell’istruttore. Non dimentichiamo che oltre all’agonismo, il basket ha una funzione sociale.”
E i Genitori?
“I genitori sono fondamentali,” ci ha spiegato il responsabile Minibasket, “è importante che capiscano qual è l’atteggiamento più indicato per aiutare i loro figli a vivere serenamente l’attività sportiva. Lo sport deve essere divertimento, mai una forzatura. Creiamo spesso occasioni di incontro, dalle classiche “pizzate” alle partite dove a giocare sono proprio i genitori! Questo tipo di situazione è positivo soprattutto per favorire un buon rapporto familiare. I bambini scoprono il lato infantile dei genitori, che diventano anche compagni di giochi, instaurando così maggiore complicità. I genitori, parallelamente, vengono messi nella condizione di vivere la fatica e la tensione dei loro figli e smettono di rimproverarli troppo per una prestazione scadente o un errore.”
“Consiglio il basket a tutti e a tutte,” ha affermato Roberta Patrignani, capitano della Libertas Moncalieri, “e non ritengo che influisca negativamente sulla femminilità. Anche noi donne abbiamo un lato battagliero. La pallacanestro ti mette direttamente in contatto con l’avversario, senza reti divisorie. Questo impatto così netto e senza fronzoli verso le sfide aiuta tantissimo nella vita e l’essere parte di una squadra mi da forza e mi responsabilizza.”
Sulla pericolosità il Presidente F.I.P. ha affermato: “I genitori possono stare tranquilli. Nonostante le dimensioni di un campo di basket siano decisamente inferiori rispetto ad altri sport, per ogni partita fin dagli esordienti, ci sono ben due arbitri a garantire un maggiore controllo.”
Ridendo Francesco Notaro ha aggiunto: “Il basket, poi, sia da giocare che da guardare, espone meno anche ai raffreddori! E’ sempre al caldo e senza pioggia, il vantaggio di essere uno sport indoor!”
di Tatiana Zarik