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Ministero dello Spazio: Warren Ellis e Chris Weston nel mito di Dan Dare

Creato il 14 maggio 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

MINISTEROSPAZIO_002_coveritaIl progresso scientifico americano, destinato a portare l’uomo sulla Luna e a vincere la corsa allo spazio prima di tutti gli altri contendenti del dopoguerra, lascerà agli inglesi il predominio dell’esplorazione spaziale soltanto nei sogni di carta dei loro eroi.

Tra questi, il prode aviatore spaziale Dan Dare ha fatto sognare generazioni di ragazzini non solo inglesi ma anche italiani, visto che molti dei nostri genitori lo ricordano pubblicato sulle pagine dell’inserto per ragazzi del quotidiano “Il Giorno”. Come raccontato in un’ispirata, autobiografica postfazione, alcuni vecchi albi di Dan Dare costituiscono la madeleine cartacea che ha guidato alla conquista di un tempo perduto di ricordi fumettistici, capaci di generare un sogno in grado di riscrivere la storia.

Il risultato di tutto ciò è “Ministero dello Spazio”, una miniserie in tre numeri per i disegni del minuzioso , raccolta in un curato volumetto da Nicola Pesce Editore.

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Il “Ministero” della storia è quello che, nella finzione del racconto, porterà un’Inghilterra appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale a dirottare un misterioso fondo spese allo sviluppo dei progetti aerospaziali che, grazie anche alla collaborazione degli scienziati tedeschi che gli inglesi riescono a soffiare agli USA, e darà inizio a una nuova alba tecnologica per il mondo intero, concretizzazione delle  utopie dei pionieri spaziali tipiche della fantascienza anni Cinquanta.

Personaggi reali come Von Braun e Churchill colorano di verosimiglianza la deviazione ucronica che costituisce l’incipit di questa avventura fantastorica, destinata a generare inquiete riflessioni nel lettore.

L’intelligenza di Ellis, membro di una generazione di scrittori inglesi che ha reso tagliente la propria penna con le armi della satira e della critica sociale, non si limita a condurre dolcemente le fantasie del lettore, quanto piuttosto a farlo approdare tramite esse a nuovi punti di vista e riflessioni, lampi di consapevolezza utili anche come chiave interpretativa del mondo contemporaneo.

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I legami tra guerra e scienza vengono consegnati nelle mani del giudizio dei lettori in tutta la loro ambigua problematicità, in grado di dividere i commentatori e mettere in dubbio le loro convinzioni. 

 

Eppure, in parallelo a questi colpi di critica sociale, l’abilità del narratore è tale da usare come personaggi-guida della vicenda uomini innamorati dei propri sogni, intenti al perseguimento eroico e senza compromessi dei propri obbiettivi. E questa prospettiva ammalia il lettore, riportandogli il gusto dell’epica degli eroi alla conquista di frontiere sconosciute, quell’imponderabile fiamma di conoscenza che è presente nella coscienza collettiva fin dai versi di Dante. Ciò non fa altro che rendere ancor più difficile al lettore un giudizio morale netto sulle rivelazioni che la storia prepara meticolosamente e serve, in modo magistralmente destabilizzante, nel gustoso finale.

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C’è quindi una dicotomia alla base. Da una parte, l’arte del compromesso e i sotterfugi della politica in un contesto democratico sono le inevitabili conseguenze  di un progresso tecnologico  che per sua natura è insofferente ai compromessi di natura morale. Poi c’è l’istinto all’esplorazione dei grandi spazi, che ne costituisce il contraltare più puro e infantile, in cui a prescindere da come la si pensi nei confronti del progresso è difficile non immedesimarsi.

Alcune delle sequenze ideate dalla storia vogliono proprio evocare nel lettore sentimenti nostalgici di tale natura.  Altre invece, nell’implacabile contrasto tra ciò che i narratori ci dicono e ciò che viene rappresentato nei disegni, ci mostrano la vivida ipocrisia che può ostentare anche un “mondo del Domani” così seducente, quando le sue fondamenta poggiano su una società  talmente incapace di risolvere le proprie tensioni da riportarsele intatte nel futuro.

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C’è chi forse vedrà una messa in scena fin troppo caricaturale del militare inglese orgoglioso e sbrigativo, specie in alcune esasperazioni caratteriali, ma queste cose sono un tipico marchio di fabbrica di Ellis, che in più aiuta a rendere più pepati i dialoghi ai quali è affidato il peso dell’intera caratterizzazione e dell’introspezione dei personaggi. 

A dare corpo alla vicenda, coaudivato dagli indispensabili colori di Laura Martin, troviamo il Chris Weston che stato partner in crime di alcuni degli sceneggiatori a fumetti britannici più celebri.
Weston si rivela una scelta perfetta in quanto riesce sia a evocare quei toni cattivi e pungenti alla 2000 A.D. (la celebre rivista antologica Fleetway, per la quale Weston disegnava le satire distopiche del Judge Dredd) sia a rispettare la maniacale tradizione grafica di Dan Dare, improntata alla rappresentazione di veicoli scientificamente plausibili e ispirati a progetti veri e propri.

Gli orgogliosi prodotti dell’industria aereospaziale britannica troneggiano in tutta la loro impetuosa, pionieristica bellezza, la cui realizzazione, stando a questa intervista, fu tutt’altro che serena.

Abbiamo parlato di:
Ministero dello Spazio
Warren Ellis, Chris Weston
Traduzione di smoky man
Nicola Pesce Editore, 2012
96 pagine, brossurato, colore – 12,50 €
ISBN: 9788897141105

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