Si dice la musica al giorno d’oggi è morta, non esiste la vera arte. Forse a dirlo sono dei nostalgici del passato, che non si sono evoluti con l’andare del tempo. La musica buon c’è, sta sotto il naso, ma mancano degli ascoltatori capaci di udirla. Forse è il caso del gruppo milanese, i Ministri, che oramai da qualche anno hanno invaso il panorama musicale rock italiano. La musica non è forse piena di assoli e urla, che tanto piacciono ai metallari, ma è un gruppo serio, che sta mettendo tanta carne sul fuoco e si dimostra non solo fumo. Il loro secondo album, Tempi Bui, è il soggetto di questa mini recensione.
Tempi bui è come ho detto sopra il secondo album dei Ministri, una raccolta di ballate che vogliono essere politicaly scorrect… Il brano ”
Bevo” vuole essere polemizzante nei confronti della nostra società, che invoglia a bere i giovani. “
Tempi Bui” è una critica non solo alla società passata, ma soprattutto all’attuale governo delle banane. “
La casa brucia” è una simpatica canzone che vede come protagonista una nonna che si pettina mentre la casa brucia; L’italia brucia e il governo non fa niente, ecco cosa vuol dire. “
Diritto al Tetto” è forse il brano che entra di più in testa, grazie al suo ritmo veloce, e alla voce rauca del cantante, che vuole mettere in evidenza problemi come la disoccupazione e il distogliere gli occhi dai problemi dei senzatetto. Ogni brano ha un suo perché, un suo motivo per esistere. “
La faccia di Briatore” è una critica al
gossip e alla mancanza di scelta, la lobotomizzazione delle persone alla vista della carta straccia. Ora non avete scuse per non ascoltare qualcosa di nuovo, visto che tutte le riviste specialistiche parlano dei
Ministri come quasi di una benedizione, di una manna caduta dal cielo.
Questo secondo album è un grande passo in avanti rispetto al primo, che aveva ancora alcune parti davvero grezze e i testi poco sviluppati. Il terzo album, Fuori, vorrà essere un ulteriore evoluzione, un passo in avanti nella scrittura poetica dei versi.