Anonymous e la lotta ai pedofili: giustizieri del web o vendicatori di abusi? Da sempre gli hacker pubblicano i dati di pedofili, spesso sostituendosi alle autorità che faticano nella lotta ai pervertiti Un fermo immagine tratto da YouTube del messaggio lanciato da Amanda Todd, la canadese suicida (Ansa)Un fermo immagine tratto da YouTube del messaggio lanciato da Amanda Todd, la canadese suicida (Ansa) Non è la prima volta che Anonymous si scaglia contro i pedofili. Già perché non ci sono solo le banche, le multinazionali e il Vaticano a finire nel mirino dei vendicatori del web. Anzi, una delle prime operazioni degli hacktivist fu rivolta proprio contro i pervertiti della rete. Con DarkNet nel 2011 vennero oscurati 40 siti pedopornografici e vennero pubblicati i nomi di 1500 persone coinvolte nel traffico di materiale pedo-pornografico. Il sito Lolita City venne abbattuto e i 100 GB di disgustose immagini pedopornografiche vennero distrutte. Un successo enorme, che procurò ad Anonymous appoggio e simpatie da ogni parte della rete. L’attacco, annunciato e iniziato ufficialmente il 14 ottobre - e di fatto mai sospeso fino a oggi - ha visto sfoderare le armi più efficaci a disposizione degli hacker per “ripulire” la rete TOR (il sistema di comunicazione anonima) da questa piaga. I pedofili si muovono e agiscono soprattutto nel deep web, la rete segreta e illegale che gli hacker conoscono molto bene. Quella contro la pedofilia per gli hacktivist è dunque una missione che non è quasi mai stata accantonata: obiettivo sbattere fuori i criminali dalla rete legale e da quella illegale. Catturare i pedofili in rete infatti è molto difficile e spesso nemmeno gli esperti dell'Fbi ci riescono. Così gli Anonymous si sono autonominati giustizieri della rete e hanno scelto la strada di pubblicare nomi e cognomi su Pastebin, il sito utilizzato per i comunicati dai gruppi. Quest'estate Anonymous ha dichiarato di nuovo guerra alla pedofilia con #OpPedoChat con un video in cui veniva spiegato come l'obiettivo fosse «ridurre se non di eliminare questa piaga da Internet” e che “per il bene dei nostri seguaci, per il bene dell’umanità, e per la nostra soddisfazione personale si potrà espellere da Internet e distruggere sistematicamente tutti questi gruppi che continuano a operare. Anonymous riconosce la serietà di questo impegno e non si aspetta che sia completato in un breve periodo di tempo». Risultato, sono stati pubblicati, sul sito di riferimento PasteBin, dati che collegano indirizzi IP degli utenti dei forum pedofili incriminati con i loro indirizzi e-mail. Anche le autorità ovviamente non rimangono con le mani in mano. Ma non sempre i governi dispongono di denaro a sufficienza per addestrare personale e aggiornarsi sugli ultimi sistemi di intercettazione in rete. Nonostante le difficoltà, sempre quest'estate la maxioperazione di polizia postale Carole condotta in 141 paesi ha portato all'arresto solo in Austria di 272 pedofili. Si tratta dalla più importante azione di polizia contro la pedofilia informatica mai condotta in Austria e nel mondo, è vero. In Italia sono state condotte 18 perquisizioni in varie città italiane. Le persone denunciate risultano 20, tre delle quali in stato di arresto in quanto in possesso di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. I soggetti dei video e delle immagini sequestrati riguardano per la maggior parte ragazzi in età adolescenziale e bambini piccolissimi, anche sotto i 5 anni, intenti a compiere atti sessuali espliciti con coetanei ed adulti. Le immagini sono per lo più prodotte in paesi dell’Est e del continente asiatico. Ma si tratta di gocce nel mare. Secondo i dati di telefono azzurro, sono 71.806 i siti segnalati nel 2011 in 37 paesi, con 9.433 segnalazioni in più rispetto all’anno precedente- E non solo. Il 40% dei bambini vittime ha meno di 5 anni Il 5% dei pedofili su internet è italiano. E così in tanti decidono di farsi giustizia da sé. Pochi giorni fa anche utenti della rete meno esperti degli hacker hanno deciso di farsi giustizia da soli e hanno iniziato a denunciare su Twitter la presenza di pedofili, a partire dalla Gran Bretagna fino ad arrivare all'Italia. La causa a difesa dei bambini suscita, naturalmente, istintiva simpatia, anche se i metodi di denuncia sommari rischiano di mettere alla gogna anche persone innocenti. Resta da vedere infatti che cosa succederà dopo la denuncia dello stalker di Amanda T. e se le informazioni in possesso degli hactivist si riveleranno veritiere e utili per le indagini o meno. Marta Serafini
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