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“Minority report”

Creato il 07 maggio 2010 da Cinemaleo

2002: Minority Report di Steven Spielberg

“Minority report”
 
“Minority report”

La critica non è stata tenera ma il successo al botteghino è stato planetario.

E’ la prima collaborazione Spielberg-Cruise (la seconda sarà La guerra dei mondi, il pessimo remake del gioiellino del 1953).

Un mix perfetto di dramma thriller fantascienza che non lascia un attimo di respiro allo spettatore, lo attanaglia, lo coinvolge, lo immerge in una realtà cupa e inquietante. Peccato che Steven Spielberg abbia voluto fare del film anche una action-movie: da qui combattimenti alla Superman di cui non c’era affatto bisogno e senza i quali Minority report sarebbe stato un autentico capolavoro per contenuto e forma.

Tratto alla lontana da un racconto di Philip K. Dick del 1956, il film è sicuramente un grande spettacolo ma anche qualcosa di più sostanzioso: pone interrogativi (non piacevoli) sul nostro futuro (“un futuro dove sono presenti ancora i vizi di un mondo che procede in avanti con i difetti di ieri”, scrive Mario Bucci) affrontando temi importanti come libero arbitrio e predestinazione, libertà e determinismo, previsione e prevenzione, autonomia e sudditanza.

Un’opera che non ci si stanca di rivedere, anzi: una seconda visione dà la possibilità di decifrare meglio il racconto (a un primo impatto molte cose potrebbero sfuggire).

Più intenso e bravo del solito Tom Cruise, anche perché vi è l’incombente pericolo che l’emergente Colin Farrell gli rubi continuamente la scena. Perfetti come sempre Samantha Morton (vista recentemente in Oltre le regole) e Max von Sydow (una garanzia, qualunque cosa faccia).

Un plauso particolare al direttore della fotografia Janusz Kaminski, allo scenografo Alex McDowell,  al supervisore degli effetti visivi  Scott Farrar, a tutti gli artisti della Industrial Light and Magic (“Spielberg è tra i pochi che sanno usare gli effetti speciali e non farsi usare da loro”, afferma giustamente Mario Sesti).

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“Minority report”


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