Questo post – per i maniaci del conteggio – non è di dodici righe. Ma non importa, ognuno ha la sua firma e su questo non c’è la mia, come vedrete alla fine del post. Mi sono affidato alla mano, testa e cuore di un’amica dopo che le ho chiesto di ascoltare la versione di Mia Martini.
Già quel profumo di agrumi mi annebbia il cervello, provo a stare in apnea: ed è qui che sento quel sapore di fragole.
Basta!
Prendo il mio manuale sulle ossessioni, cerco nell’indice un modo per sconfiggerle, mi stendo di pancia, mi metto di fianco, di schiena, con la testa penzolante dal letto, ma la mia immaginazione sale come sangue al cervello, incrocio il mio sguardo allo specchio e me ne vergogno, rimprovero il mio colorito vermiglio.
Mi alzo e do, con la chioma, un colpo di frusta a quell’aria viziata, corrotta dalla tua musica, squisita e degenere.
Chiudi la porta quando vai via, e lascia sul letto la mappa dei miei pensieri.
Lasciami essere mia.
Livia