(Margherita Asta, figlia di Barbara Asta)
Con la strage di Pizzolungo si intende l’attentato dinamitardo con cui la mafia intendeva uccidere il sostituto procuratore Carlo Palermo, uccidendo invece una donna e i suoi due gemellini.
“Rassegnati alla morte non all’ingiustizia le vittime del 2 aprile 1985 attendono il riscatto dei siciliani dal servaggio della mafia. Barbara, Giuseppe e Salvatore Asta”. Così recita la stele nella spiaggia in prossimità di Trapani in memoria delle vittime della strage di Pizzolungo. In quel drammatico attentato, il 2 aprile 1985 Margherita Asta, all’età di soli undici anni, in un istante ha perso la madre Barbara e i fratelli più piccoli, i gemellini Salvatore e Giuseppe, di sei anni. Tutti travolti e uccisi dalla violenza di Cosa Nostra. Obiettivo dell’attentato era il sostituto procuratore di Trapani, Carlo Palermo: era per lui l’autobomba posizionata sul ciglio della strada che da Pizzolungo conduce a Trapani.
Una tragica fatalità, però, lo salvò: la sua auto incontrò lungo il tragitto l’utilitaria guidata da Barbara Asta e la superò proprio nel punto in cui i sicari avevano posizionato la vettura con l’esplosivo.
Tra i primi soccorritori del giudice Palermo c’era anche il padre e marito Nunzio Asta: non si è accorto che in quell’inferno c’era anche la sua famiglia e verrà avvisato della tragedia soltanto qualche ora più tardi, da un poliziotto che al telefono gli chiede il numero di targa di quella Volkswagen guidata dalla moglie. Nunzio morirà di crepacuore nel 1993.
Post Scriptum
Per la strage di Pizzolungo sono stati condannati i boss Totò Riina, Vincenzo Virga, Balduccio di Maggio e Nino Madonia. L’esplosivo che fece a pezzetti Barbara, Giuseppe e Salvatore dicono sia dello stesso tipo usato nella strage del Rapido 904, che il 23 dicembre 1984 fece 17 vittime. Una eccidio inspiegabile di cui è stato riconosciuto colpevole lo stesso Riina. E non è forse un caso che un altro uomo che collaborò al botto di Pizzolungo, Gioacchino Calabrò, sia lo stesso “esperto” d’esplosivo che diede il suo contributo alle stragi del 1993.
Oggi Giuseppe e Salvatore Asta avrebbero 33 anni. La loro madre appena 57. A mantenerne viva la memoria è rimasta la sorella Margherita Asta, 11 anni all’ epoca della strage.
Nel 2008 ai due gemelli è stata finalmente intitolata la scuola di Erice. L’anno dopo qualcuno ha deciso di protestare dando alle fiamme l’edificio.
Se ai tempi di Ciaccio Montalto se ne negava l’esistenza, adesso non solo siamo certi che la mafia esiste, ma possiamo anche dire che spesso è stata un service che spara su input di livello superiore.
FONTI http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/02/pizzolungo-anni/201790/
http://www.antimafiaduemila.com/2012040236443/focus/27-anni-fa-la-strage-di-pizzolungo.html
http://senzamemoria.wordpress.com/