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Mio padre

Creato il 23 aprile 2011 da Olineg

“Non bisogna avere paura della morte, perché se c’è lei non ci siamo noi, e se ci siamo noi non c’è lei”. Più o meno così. Comunque Epicuro. Una volta ho vinto un bacio per aver indovinato l’autore di questa massima, un bacio volante, di quelli che non contano nulla, di quelli che non puoi annoverare tra i trofei di caccia, eppure me lo ricordo benissimo… mi pare di aver capito una cosa alla morte di mio padre, dai ricordi degli amici veri, che si sciolgono nel ricordare gli eventi più semplici; ho capito che proprio lì, nella leggerezza, che pulsa più forte la vita. Un’altra cosa che ho capito in questi giorni è che la morte è un miracolo della natura; vegliare sul proprio genitore nei suoi ultimi giorni è un atto istintivo come lo fu per lui accudirti nei tuoi primi giorni. C’è una logica, un citerio, una forza che collega i due eventi superando lo spazio ed il tempo, le convinzioni personali ed universali, ed è la stessa forza che unisce gli atomi in molecole, le molecole in cellule, le cellule in tessuti, i tessuti in organi, gli organi in corpi, ed è la stessa forza che ne determina la disegregazione. Alcuni, tra cui io, per esigenze esplicative la chiamano semplicemente Natura.
Addio papà e grazie, tra le altre cose, per le uscite in barca alle sei del mattino, per avermi accompagnato a scuola con le tue Ritmo scassate, per i “non ti preoccupare, ci penso io”, e scusa se, una volta tanto, a te ci ho pensato io.



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