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Mio padre non ha mai incontrato Eichmann…

Creato il 09 giugno 2011 da Gianpaolotorres

Mio padre non ha mai incontrato Eichmann…

Mio padre a Canelli ,1944

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Mio padre non ha mai incontrato Eichmann…

 

+Sua madre nel 1939+

 

Mio padre non ha mai incontrato Eichmann…

+Mia madre nel ’44 a Canelli+

 

Mio padre non ha mai incontrato Eichmann…

+Il sig.Livio Bobbio di Canelli a sin.+

+Sia lui come mio padre,al centro, si son poi fatti una famiglia,foto di fine anni 60.+

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Mio padre non ha mai incontrato Eichmann…

+Anna Frank, questo privilegio non l’ha mai avuto, a causa anche di Eichmann+

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Mio padre,grazie al cielo,non ha mai incontrato Eichmann durante gli anni difficili di perseguitato razziale.

Ma anche lui ha avuto la sua Lampedusa,in virtù della quale, si è salvato la pelle.

Ora questo linguaggio duro e schietto,ai più può sembrare una perdita di tempo,la guerra è finita da oltre sessant’anni,che ce ne può importare ormai?

Ma se avete sotto gli occhi tutti i giorni immigranti e perseguitati,che sfuggono a  regimi totalitari,vi può essere utile  tornare a ricordare, o sapere.

Anche a proposito di Cesare Battisti che è stato scarcerato,in Brasile,dove si era nascosto.

Eichmann son 50 anni esatti che fu processato e poi condannato.Iniziò tutto con la sua cattura a Buenos Aires nel maggio del 1960,ed affrontò il tribunale dal 11 aprile 1961.

Scrivono che morì con dignità,meglio così.

Ho fatto a tempo a conoscere mia nonna,morì che avevo 9 anni,ma risiedeva a Torino,per cui non potevo frequentarla tutti i giorni,soffriva di diabete e, da anziana, necessitava che l’aiutassi a leggere il giornale.

Due suoi fratelli sparirono nel nulla,come una cognata,una nipote poco più che trentenne tornò invece viva dalla Germania di Hitler e di Eichmann,non mi osai mai chiederle se avesse degli incubi di notte.

A volte parlo con persone che hanno figlie,signorine di 14-15 anni,che si truccano,che parlano di scuola,di innamorati e penso alla sorte di Anna Frank,da viva, mezza sepolta in un appartamento nascosto,e denunciata con la famiglia probabilmente per denaro,morì poco prima della fine della guerra,in un campo di sterminio,Bergen Belsen,diretto dai collaboratori di Eichmann,alla stessa età delle mie conoscenti,quella dell’adolescenza,poco più che quindicenne.

Non so come parlate in famiglia ai vostri figli,quando commentate quello che succede ed è successo a Lampedusa,ma dal 1939-40 e sino al 1945,l’unica isola rimasta libera in Europa era la Svizzera, che accolse punte di oltre centomila persone rifugiate,pur essendo minacciata di invasione, dai nazisti.

Eichmann, al comandante di Auschwitz che aveva a volte pena dei ragazzi e dei bambini che faceva uccidere quotidianamente,rivolgeva parole di sostegno per ucciderne di più.

Eppure si presentò al processo come un modesto impiegato,che eseguiva ordini,lo avreste detto un capo magazzino, che dirige i subordinati su come e dove smistare la produzione che arriva dallo stabilimento.

Non fu il solo a scappare per le americhe, dopo la guerra.

Molti altri, invece,assassini , con le mani veramente grondanti di sangue appartenenti alle cosiddette “unità operative” che lavoravano dietro le linee di battaglia in Polonia,Russia,Lituania,non si mossero mai dalla Germania o dall’Austria,si fecero al più tre o quattro anni di galera e protestarono.

La gente a volte è stufa anche di vendette,mai di giustizia,e cerca di tirarsi dietro la schiena i brutti ricordi per ricominciare una nuova vita senza più incubi.

Ho avuto modo di conoscere dei figli,di gente sfuggita alla giustizia in America latina.

Come anche delle persone di mezza età, che da bambini, avevano visto la morte in faccia ad Auschwitz e ne parlavano come fossero distaccati dal mondo in cui viviamo,con gli occhi persi e pieni di tristezza.

Mi reputo fortunato di averli incontrati, in entrambi i casi.

Infatti la cattura di Eichmann mise il terrore in chi aveva la coscienza oramai addormentata,e parecchi tornarono a fuggire,verso altri lidi,reputati più sicuri.

Ma non dormivano tranquilli.

Coloro,invece,che miracolosamente si salvarono,ebbero modo di rifarsi una vita.

La Lampedusa di mio padre fu Canelli,dove si rifugiò anche mia nonna.E pure mia madre che poteva muoversi,per non essere di “razza” antipatica ai nazi-fascisti.

Ora di giusti è pieno il mondo,come anche di delatori che, per quattro denari, non hanno  venduto solo Gesù.

Vi mostro per esempio la foto di un incontro,una famiglia di Canelli,quella del fotografo Livio Bobbio,che aiutò i miei.E non fu il solo,c’era pure il vignaiolo,il sig.Penna, che ai tedeschi dava la “tencia” vinello acquato,e quello buono, a mio padre,che come vedete in foto era piuttosto deperito fisicamente e ne necessitava più di un buon bicchiere.

Provate a nascondervi per due o tre anni senza colpa alcuna,salvo rimetterci la pelle se mettete il naso fuori,e mi direte…come passano le giornate…

   +fine+


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