Era il 1586 quando Carlo Emanuele I di Savoia volle costruire un castello sulle rive del Sangone. Il castello venne chiamato Miraflores in onore di sua moglie, Caterina Micaela di Spagna. Nel 1706, durante l'assedio di Torino da parte dei francesi, il castello andò in fumo. Oggi, nella stessa zona dove sorgeva il castello, non sono francesi e sabaudi a scontrarsi ma un osannato manager italo-canadese e il sindacato Fiom dei metalmeccanici. Dopo aver finalmente trovato il famigerato accordo tra Fiat e sindacati (esclusa la Fiom), provo ad esprimere qui il mio modesto parere. Prima di tutto mi permetto di dire che in Italia la disoccupazione giovanile è quasi al 30%, i dati sul precariato sono ancora peggiori. Il precariato più insopportabile è quello della pubblica amministrazione. Detto ciò non sono uno di quelli che pensa che la maggiore stabilità per i giovani passi attraverso l'erosione dei diritti dei più vecchi. A me non piacciono i sindacati che non sanno nemmeno cos'è il precariato e che, spesso, difendono i fancazzisti ma mi piacciono ancora meno coloro che pensano che dato che ti hanno assunto devi donare loro un rene. In Europa, e nel mondo, Fiat vende poche macchine e nel 2010 ha avuto un calo in Europa del 27,3%, molto peggio dei concorrenti. Marchionne, in Italia, ha un problema di produttività e con questi nuovi accordi (Pomigliano e Mirafiori) punta a ridurre pause e assenteismo. Se il primo punto è in linea con la tendenza europea il secondo sembra essere una particolare novità dato che l'azienda non è disponibile a pagare i primi due giorni di assenza di malattia se questi seguono giorni festivi. Tutto ciò che concerne le retribuzioni in caso di malattia dipendono dal tasso di assenteismo di tutto lo stabilimento. Il punto, secondo me, abbastanza grave è relativo alla rappresentanza. In sintesi i lavoratori non potrannno più eleggere i propri rappresentanti sindacati che saranno nominati dai sindacati che hanno firmato l'intesa (Fiom e quindi Cgil sono di fatto esclusi da Mirafiori). Inoltre la "clausola di responsabilità" elimina ogni possibilità per i lavoratori di opporsi all'intesa e scioperare anche se le condizioni di lavoro diventano insopportabili. Il referendum è evidentemente una farsa: è come chiedere a qualcuno di votare con una pistola puntata alla tempia.
In conclusione, non penso che il problema sia Marchionne, Fiat o la Fiom ma l'assoluta mancanza di politica industriale in questo paese. Il lavoro in Italia non può dipendere dalle scelte di un'impresa automobilistica. Serve una nuova politica industriale che sia accompagnata da una nuova politica del lavoro che riformi un settore chiave per l'Italia, intervenendo seriamente sulla fiscalità relativa ai redditi da lavoro. Siamo un paese dove stanno aumentando le diseguaglianze e un giovane su tre è senza lavoro. Un giovane guadagna il 35 per cento in meno di chi ha tra i 31 e i 60 anni (era il 20 per cento negli anni Ottanta). Per rimanere in tema ricordo la distanza abissale di reddito tra l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, e i suoi turnisti: il primo guadagna 435 volte di più dei secondi. Magari possiamo chiedere al turnista di fare una pausa di 30 minuti e non di 40 ma potremmo anche chiedere al nostro illuminato management italiano (pubblico o privato che sia) di guadagnare almeno solo 300 volte più dei suoi "dipendenti".
Il testo dell'accordo potete trovarlo qui: Sole 24 ore