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Miranda (la serie inglese non il film di Tinto Brass)

Creato il 31 dicembre 2014 da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

E’ sempre meglio specificare. Magari uno legge il titolo e si aspetta di trovarsi davanti le tette di Serena Grandi. E invece no. Anche se le tette di Miranda Hart fanno “clap” quando è nuda a letto e si gira. Ma questo è un altro discorso.

Yeah, I never really had an obvious career path. That was clear from the careers officer at uni.

“What do you think are your main strengths?”
“Oh, probably dressing pets as famous detectives. No, even you would have been impressed by Poirot Pussy.

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Miranda è una sitcom inglese del 2009, finirà domani sera. Quindi c’hanno messo 5 anni. Per 20 episodi. 4 stagioni. 20 episodi. Credo abbiano impiegato meno tempo a girare la trilogia del Signore degli Anelli. E’ ingiusto che una comedy così abbia così pochi episodi, ma forse è anche per questo che è così bella, non so. E’ una sitcom classica, mi dispiace, se vi aspettavate qualcosa di innovativo o moderno. Ci sono le risate in sottofondo, capitomboli, momenti di nonsense, fotografia molto anni ’90, è così, prendere o lasciare. E’ una delle mie serie comedy preferite di sempre e voglio chiudere l’anno parlando di lei.

La protagonista di Miranda è Miranda (you don’t say). Una donna sui 35/40, un donnone per la precisione, alta 1.85, non esattamente longilinea, viene spesso chiamata “Signore” e lei è molto stufa. Gestisce un negozio di giocattoli e scherzi con la sua minuta amica Stevie (che ha come idolo di riferimento Heather Small) con cui gioca a “Where’s Miranda?” (gioco che fa riferimento al più famoso “Where’s Waldo?”). Ha una madre ingombrante (eccola) che non vede l’ora che lei si sposi, cambi lavoro e si sistemi, non importa con chi. Miranda ovviamente è single, non si trova esattamente a suo agio con le vecchie amiche dell’università e ogni occasione sociale è momento di imbarazzo e figuracce (colloquio di lavoro). Non ci sa nemmeno fare con gli uomini (esempio), specialmente con il bellissimo Gary, vecchia fiamma del college recentemente riapparsa nella sua vita (esempio, esempio due). Insomma un po’ un disastro. La creatrice della serie, nonché protagonista, autrice etc è Miranda Hart, che ha messo corpo e anima nel personaggio, un personaggio che è molto lei o comunque viene difficile pensare che certe cose siano pura invenzione.

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Miranda Hart si prende in giro da sola e chiede al pubblico di ridere con lei e di ridere pensando che in fondo lei non è l’unica a fare queste cose ma siamo in tanti. Non lo fa per farsi compatire o per piangersi addosso, lo fa perché lei è così, punto e basta. Una donna un po’ fuori di testa o di misura (o entrambe le cose, presente) non può non rispecchiarsi in Miranda, una donna se vogliamo fuori dal tempo, o meglio, che si ritrova suo malgrado in un tempo in cui non c’è quasi più posto per lei, non solo per un discorso di corporatura (esempio), ma soprattutto per l’esaltazione dell’estro, del bambino che c’è in noi, della gioia semplice, dell’accettarsi per come si è.

Miranda mi piace tantissimo per un motivo molto semplice. Perché mi fa ridere con il cuore e mi fa sentire bene quando rido. Non è una cosa banale o scontata, specialmente viste le tendenze comiche del momento, in cui spesso si ride del disagio o dell’umiliazione di qualcun altro, sono risate un po’ crudeli, come quando si prende in giro qualcuno da bambini, ridi sì ma non ti senti bene mentre lo fai, non ti senti a posto (a meno che tu non sia uno psicopatico). Ecco, con Miranda no, ridi e sei felice di ridere. Mica poco eh? Questo al netto dell’identificarsi con lei e di quanto ho detto prima. Miranda Hart ha ricevuto critiche ferocissime, sia per la serie che per il live show, critiche scritte con un’acrimonia che mi ha francamente stupito, forse perché per alcuni non è niente di nuovo o di particolarmente accattivante, non lo so. Io la amo, io voglio proprio bene a lei e agli attori della serie, Miranda Hart è veramente una donna che vorrei incontrare.

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“I tried to be a grow-up but I have no interest in abiding by the adult rule-book. I want to do fun things that make me happy,  you may call me a child – good, for if adults had even the slightest in the moment joy of a child the world would be a better place.”
La sua idea di serata fuori è uscire in giardino per poi rientrare subito in casa, la sua idea di vacanza è quella di andare in un hotel di fronte a casa per stirarsi i pantaloni con la macchina che c’è in stanza, adora fare duvet cocoon, ha il servizio da tè che c’è ne “La bella e la bestia”, pensa che correre sia una cosa innaturale a meno che tu non debba prendere il treno, odia i programmi del tipo “Hello, I’m okay, you’re obese”, si pesa le tette per capire quanto costerebbe spedirle, ogni volta che si mette in testa di essere una donna nuova peggiora la donna precedente (“The new me is currently worse than the old me.” “This is not possible.” “I farted in front of him, blamed it on an imaginary dog and sung in his face.”), ride per l’imbarazzo quando dice parole ambigue come salsiccia, adora i Take That, adora le ciambelle.
- What do you love?
– Doughnuts.
– Again, what was your first love?
– Doughnuts.
– More emotional. What makes your heart skip?
– Doughnuts.
Tolto tutto ciò che la circonda (amici, Gary, madre, appartamento colorato, etc) mi sento spesso come Miranda, c’è una Miranda imprigionata dentro di me. Purtroppo è una comedy inedita in Italia e sconosciuta a molti di quelli che abitualmente guardano serie straniere in lingua originale, però la consiglio, e anzi, ora me la vado a riguardare per la terza o quarta volta. Such fun, come direbbe sua madre.
“Mine was something along the lines of ‘This is who I am, and this is the level at which I’m going to present myself, I feel fine, and if you don’t like it then you’re more than welcome to look away, thank you very much.’ I decided, quite simply, not to care very much at all. As long as my rear-end and stomach were hidden from the public gaze, then I considered any outfit a roaring success.
People are either going to like the look of me, or they’re not. And apart from remaining vaguely clean and healthy, there’s not very much I can do to control that. Is an eye-lash tint, a facial and the right handbag really going to make all that much difference?
With this decision, I think I’ve spared myself a lot of misery. You may look at me and see a slightly frayed, wool-clad woman with an inexplicably hefty rucksack, but I look in the mirror and simply give thanks for all I’ve opted out of.”


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