Miriam Bruni, Coniugata con la vita, Terra D’Ulivi 2014
Di MIRIAM BRUNI
***
Inalavo il nostro aroma
come un pacchetto di caffè
appena tagliato. Ci guardavo
tornare indietro, ringiovanire,
come abiti puliti sotto il ferro
ed il vapore, nuovamente tesi,
pronti all’amore. Ma invece che
indossarlo, lo abbiamo ripiegato
nel cassetto, lì dove ogni luce
e vita vera muore.
***
La mia pelle è un cielo
di cui prendere le misure
Sempre chiaro il suo colore
punteggiato di stelle scure
***
Balla con me
primavera
che sfasi le fioriture
delle piante
a piacimento
e a noi ci butti nei ricordi
senza pietà – a tradimento
***
Urinare
su foglie e formiche,
china e serena
come bambina in riva al mare.
Sentirsi ricca, così ricca
di rapporti, da poter tralasciare
ogni lusso e potere.
Verso l’alto tendere
il cuore, come la gola
e l’ abbraccio che ti offrivo
se venivi a salutare.
***
Di certe poesie andiamo sicuri come lo siamo
delle nostre mani o degli uccellini quando
affacciati ai nostri balconi aguzziamo la vista
per scorgerne alcuno tra i veli turchini
sempre più rarefatti e lontani…In realtà basta
quel cinguettio sonoro: ci appaga l’udito
e la mente sentirli nel cielo e saperli a quella
medesima altezza del nostro sogno più vero.
***
E’ il pericolo
che allena la fiducia.
Perdere un amore
che lo circoscrive
incidendolo sul rame,
configgendolo nel cuore.
***
La poesia è il mio cielo come tra maschi lo è forse
giocare a pallone sotto la pioggia e qualche lampione.
E’ un riscatto – ingente o modesto, ditelo voi – per i gesti
continui di madre sui giochi, gli indumenti, la cucina
e i formali documenti. E’ intimo richiamo,
profumo, dedizione: l’unica pianta viva del mio balcone.
Forse è da lei che ho imparato sopravvivenza per ostinazione.
O lei da me, non ha importanza…Tra silenzio e parole viviamo.
All’oscurità come nel sole. Con poca terra e uno strano
amore. Ma anche di lontano se ne avverte il fragore
ché lei ed io siamo oceani blu di enigmatico ardore.