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MIRÓ, Juan.

Creato il 04 febbraio 2013 da Saraconlacca

MIRÓ, Juan. – Pittore, nato a Montroig presso Barcellona il 20 aprile 1893. Iniziati gli studî alla Scuola di belle arti di Barcellona nel 1907, dovette abbandonarli nel 1910 per impiegarsi in un ufficio: li riprese nel 1912 all’Accademia Gali di Barcellona, che frequentò fino al 1915. Nel 1920 si stabilì a Parigi partecipando attivamente, dal 1925 al 1930, alle manifestazioni del gruppo surrealista. Nel 1941 lasciò Parigi per ritirarsi a Palma di Maiorca. Le pitture iniziali del Mirò sono sotto l’influsso di Van Gogh (Lo chauffeur, 1918) e dei fauves; successivamente è il cubismo ad interessarlo (Nudo con specchio, 1919). Nel 1921-22 dipinge La fattoria, dove la rappresentazione delle cose è oggettiva, analitica e primitivisticamente infantile; poi, ne La moglie del fattore, 1922-23, si comincia a delineare l’allontanamento e l’astrazione dalla realtà che portano Mirò vicino ai surrealisti. Dopo il Cane che abbaia alla luna, 1926, – salvo occasionali ritorni – ogni oggetto riconoscibile scompare dalle sue tele che si popolano di una scrittura ideografica di segni e di forme irreali campite in zone di colore puro (Persona che lancia una pietra a un uccello, 1926, Mus. of. Mod. Art., New York; La patata, 1928). Su questa strada arriva a una sorta di automatismo pittorico carico di suggestioni poetiche (Notturno, 1938), alla creazione di “pitture-poesie” (Une étoile caresse le sein d’une négresse, 1938), di “oggetti-sculture”, alla decorazione di stoffe e ceramiche. È fra i pochi pittori surrealisti che giungano all’arte, perché in lui la visione nasce da una condizione di assoluta libertà fantastica, senza mediazione di astratti concetti scientifici ed è controllata in un’attenta disciplina formale.



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