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Miseria, nobiltà e decoro urbano (parte 2)

Creato il 07 maggio 2012 da Davide

“Un chiostro di birra accanto alla Loggia dei Lanzi in piazza della Signoria. E’ questo il decoro?” si chiede il consigliere del Pd Andrea Pugliese su Il Sito di Firenze http://www.ilsitodifirenze.it/content/383-notte-bianca-pugliese-pd-ma-il-senso-del-decoro-e-il-controllo-della-somministrzione-deg . Vediamo allora cosa può essere mai il Decoro. Consultiamo due dizionari:
Sabatini-Colletti: decoro [de-cò-ro] s.m.1 Complesso di valori e atteggiamenti ritenuti confacenti a una vita dignitosa, riservata, corretta: es.salvare il d. 2 Onore; in senso fig., persona o cosa che costituisce motivo di soddisfazione, di vanto: es. essere il d. della famiglia 3 Decorazione, che serve da ornamento; in partic. piastrella con decorazioni.
Hoepli: decoro 1 Dignità che si manifesta nell’aspetto e nel contegno (es.il d. impone, esige che ciò sia fatto); vivere, agire, vestire con d.
Vediamo qui i sinomimi e i contrari:
Sinonimi: compostezza, decenza, dignità, prestigio, contegno, correttezza, educazione, fierezza, lustro, modestia, pulizia, reputazione, proprietà, onore, pregio || Vedi anche: grazia, convenienza, onorabilità, rispettabilità, condotta, splendore, vanto, costumatezza, pudicizia, pudore, verecondia, drittura, onestà, rettitudine, celebrità, fama, rinomanza, risonanza, stima.
Contrari: immodestia, indecenza, spudoratezza || V. anche impudicizia, inverecondia, scostumatezza, immoralità, sconvenienza, faccia tosta, improntitudine, impudenza, sfacciataggine, sfrontatezza, faccia di tolla.
Quanto all’aggettivo Decoroso vediamo:
Sinonimi: castigato, composto, congruo, decente, accettabile, degno, dignitoso, discreto, lecito, morale, presentabile, proprio, pudico, pulito, cristiano || Vedi anche: casto, innocente, moderato, morigerato, onesto, per bene, puro, serio, temperante, verecondo, virtuoso, adatto, appropriato, conforme, congruente, conveniente, opportuno, onorevole, rispettabile, stimabile, medio, passabile, adeguato, corretto, giusto, costumato, civile, distinto, educato, garbato, ben tenuto, curato, lindo, ordinato.
Contrari: indecoroso, disdicevole, indecente, dimesso, disonorevole, impreciso, lacero, scandaloso, sguaiato, sporco, storto || V. anche sciatto, trasandato, trascurato, disgustoso, indegno, sconveniente, negligente, immorale, cencioso, straccione, scompisciato, scomposto, sgraziato, boccaccesco, licenzioso, sboccato, criticabile, ingiusto, peccaminoso, perseguibile, reprensibile, vergognoso.

Se ne evince che il decoro è ciò che caratterizza uno stile di vita dignitoso, riservato, corretto nell’aspetto e nel contegno. Un atteggiamento decoroso è sinonimo di proprietà, pudore, pulizia, castità, verecondia, dignità, decenza, contegno, discrezione, convenienza, dell’essere cristiano, lindo e ordinato. Sobrio è sottinteso. Chi lo rappresenta è la pietra di paragone su cui confrontare gli altri atteggiamenti. Chi non lo è rappresenta, anche nelle parole espresse nei siti dei vari comuni, Altro da sé: è il Degrado. Anche nel termine, si scende nella scala dei valori, morali e immobiliari. Chi sta nel Degrado è quindi contrario al decoro, disdicevole, disonorevole, indecente, indegno, sconveniente, ignobile, degradante. E’ anche sporco e lacero, cencioso e straccione. Per questo motivo è peccaminoso e perseguibile.
Quando un quartiere viene restituito al decoro, in inglese esiste un termine assai chiaro: è gentrificato. Il termine viene da gentry. La landed gentry inglese era una classe sociale che veniva definita piccola nobiltà di campagna. Essa era costituita dai grandi e dai piccoli proprietari terrieri e dai piccoli ereditieri, detti gentlemen. Questa classe sociale deteneva cariche più o meno importanti nelle contee (es. sceriffo, giudice di pace, ecc). La gentry era stata la spina dorsale delle rivoluzioni inglesi del Seicento, prima la Guerra Civile dominata dai Puritani di Cromwell e poi la Gloriosa Rivoluzione. La gentry era upper class, perché composta da proprietari terrieri, non era middle-class, in genere rappresentata da commercianti e artigiani, soprattutto in ambiente urbano. In seguito il termine, però, venne usato in un senso un po’ diverso nel Novecento.
Con il termine gentrificazione si indicano i cambiamenti socio-culturali in un’area, risultanti dall’acquisto di beni immobili da parte di una fascia di popolazione benestante in una comunità meno ricca. Il termine gentrification è stato introdotto in ambito accademico dalla sociologa inglese Ruth Glass per descrivere i cambiamenti fisici e sociali di un quartiere di Londra in seguito all’arrivo di un nuovo gruppo di classe media. Questi cambiamenti sono tipici nelle periferie urbane ma soprattutto nei centri storici e nei quartieri centrali, in particolare nelle zone con un certo degrado da un punto di vista edilizio e con costi abitativi bassi. Nel momento in cui queste zone vengono sottoposte a restauro e miglioramento urbano, cioè al decoro urbano, espellono i vecchi abitanti a basso reddito. In generale, quindi, il degrado accompagna le classi popolari, un tempo definite le classi pericolose, e quindi non è un caso che polemiche locali e ordinanze di sindaci e prefetti uniscano concettualmente, e anche a livello verbale, ‘decoro urbano’ e ‘sicurezza’. E’ una riedizione post-moderna dell’antico concetto greco del kalòs kagathòs, bello e buono. Il contrario è brutto e cattivo. Decoroso è borghese, indecoroso è popolare.
In Gran Bretagna, dove il senso dell’appartenenza alle classi sociali è ancora estremamente forte, i valori delle classi popolari sono volutamente differenti da quelli borghesi. A scuola ci insegnano penosi stereotipi dell’inglese con lo humour britannico, la freddezza comunicativa, lo stile di vita decoroso e morigerato, in una parola, represso. Quello che di solito i libri di testo non riportano è lo stile di vita proletario: sguaiato, chiassoso, smodato nel bere e nel tifo sportivo, sessualmente assai attivo. Non è un caso che la villana linguaccia di Mick Jagger e le studiate turpitudini dei Sex Pistols siano nati in Inghilterra.
Esiste però una classe che non è obbligata né al decoro né al degrado: è l’aristocrazia, oggi assai discreta nell’essere al di sopra e al di là del decoro. Il Settecento, tanto per dirne uno, è un secolo noto sia per i suoi poco decorosi eccessi (esemplificati dal romanzo Tom Jones  di Fielding, ripreso dall’eccellente film del 1963, premio Oscar, prodotto e diretto da Tony Richardson), che per l’affermazione dei decorosi valori borghesi. Spariscono gli uomini vestiti di colori sgargianti e appaiono decorosi solo il nero, i grigi, il blu per gli uomini con qualche audace sconfinamento verso il verde scuro e il marrone scuro, qualche colore pastello per le donne in più. Bisognava aspettare Benetton perché un uomo vestito in modo colorato non si sentisse insultare con la frase ”sembri un hippie!” (traduzione: non sei decoroso e/o –spregiativo – sei gay).
Il decoro è di per sé urbano: il decoro rurale non esiste. Esiste però l’architettura del paesaggio, che è il suo equivalente. Il termine ‘landscape architecture’ nasce non a caso nel secolo borghese per eccellenza, l’Ottocento, con Gilbert Laing Meason nel 1828. E si sviluppa in particolare, manco a dirlo, nei parchi e nei viali cittadini. Tutta la storia dei giardini, peraltro, si muove in ambito aristocratico, in seguito imitato dalla borghesia trionfante. Il landscaping legato al giardino matura dalla fine del XVI secolo in poi e concentra la propria speculazione attorno al giardino come imitazione della natura,in stretto rapporto non solo con la pittura e l’architettura ma anche con il paesaggio circostante. All’inizio, il landscaping è riservato alle grandi tenute di campagna, che modificano il paesaggio secondo i criteri del razionale e del pittoresco, dove l’armoniosa bellezza rurale è tutta costruita e non ha nulla a che fare con la durezza della realtà dei contadini, siano essi crofters e pastori ancora fittavoli o siano stati espulsi dalle terre durante i vari periodi delle ‘recinzioni’. E’ durante il XIX secolo che giardino e urbanistica si legano strettamente con la nascita del parco urbano, elemento che nelle città europee assume un’importanza sempre maggiore di educazione alla morale borghese. Le autorità promuovono la nascita del parco urbano in città come Londra e Parigi in base a molteplici esigenze ideologiche: i cosiddetti “bisogni del popolo”, che richiede uno spazio vivibile all’interno della città, il miglioramento delle condizioni igieniche, l’attenzione al “decoro urbano”, il desiderio di spazi che accrescano il prestigio della città stessa. (continua nella parte 3)


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