Ripopolamento della trota marmorata in Adda
Qui di seguito, un articolo che ho scritto sul il giornale per cui lavoro, la Repubblica, pubblicato sulle pagine dell’edizione milanese domenica 7 ottobre 2012
L’obiettivo è salvare il fiume e restituirlo ai suoi pesci. La sfida è ripopolare le specie che lo hanno dominato per millenni, come la trota marmorata e il luccio, contenendo la presenza del siluro, introdotto da alcuni pescatori un ventennio fa con effetti disastrosi per l’ecosistema. Il malato è l’Adda, per curarlo Fondazione Cariplo e Parco Adda Nord hanno aperto un bando da 80mila euro ad hoc, da assegnare entro un mese. «Sradicare il siluro è impossibile — spiega Giuliana De Filippis, responsabile della salvaguardia delle specie del parco — ma serve uno studio della situazione, affiancato dalla pesca dei siluri di taglia maggiore». Oggi il siluro è presente in tutto l’Adda basso, dal lago di Como all’immissione nel Po.
mappa del fiume Adda con problemi del corso (Centimetri per la Repubblica)
Anche sopra Colico, a monte del lago, ne sono stati catturati, segno che la colonizzazione procede. Ed esemplari di oltre i 20 chili sono stati pescati a Spino e Rivolta, dove sopravvive la trota marmorata, al fianco del luccio e del persico reale. «Il siluro viene dal Volga e dal Danubio dove l’acqua è più fredda e cresce lentamente, convivendo con altri pesci predatori — spiega l’ittiologo Marco Mancini — da noi, con temperature maggiori, l’attività alimentare aumenta e raggiunge dimensioni che gli consentono di mangiare i pesci di tutte le taglie. Potrebbe arrivare a riprodursi più volte l’anno». Un danno mortale per l’ecosistema del fiume, già provato dalle troppe dighe (come la Taccani a Trezzo d’Adda), dalle estrazioni di sabbia e dai prelievi idrici per industria e agricoltura.
L’ittiologo Marco Mancini durante una campagna di contenimento del siluro sull’Oglio
Quello che si teme nell’Adda è l’effetto “bomba atomica”: in alcuni tratti nel Mincio, oggi il 99 per cento della bio massa è composto da siluri, che hanno azzerato le altre specie e si mangiano fra loro. Il restante 1 per cento sono carpe troppo grosse per essere inghiottite. Morte quelle, il siluro sarà solo nel fiume. Un’infestazione simile (l’80 per cento di biomassa di siluro) si è avuta in alcuni tratti dell’Oglio dove il team di Mancini è intervenuto con la pesca subacquea: dopo la campagna di caccia selettiva, i risultati di ripresa delle altre specie sono più che incoraggianti. Sull’Adda la Provincia di Lecco ha organizzato giornate di contenimento dei siluri più grossi con arpioni a Brivio. Lo stesso si è fatto nel Lodigiano, con la collaborazione dell’ittiologo Simone Rossi, dove la presenza di siluro è massima: nella roggia Codogna a Montanaso Lombardo.
sommozzatori del consorzio del lario a caccia di siluri nel lago di annone
Quanto fatto finora sull’Adda non basta. Come non bastano le norme nazionali e regionali che obbligano i pescatori a sopprimere i siluri catturati: rilasciandone vivo uno da 20 kg si rischia una multa da 500 euro. Non danno frutti neanche i tentativi di promuovere il siluro come “pesce da tavola” per incentivarne la pesca. Ritenuto pregiato nell’Est europeo, in Italia fatica ad affermarsi. E vista la velocità della colonizzazione — in Po i primi esemplari furono immessi negli anni ‘60, oggi è dominante — potrebbe non esserci tempo per questa «battaglia culturale». Tanto più che ittiologi di fama come Marco Castellazzi sconsigliano di mangiare i grossi siluri, <perché, vivendo per decenni nei fiumi, assorbono inquinamento».
Progetto Marmorata: ripopolamento di avannotti a Rivolta d’Adda
Nonostante il contenimento del siluro sia sostenuto anche dagli ambientalisti, ci sono pescatori che vi si oppongono: inebriati dall’emozione di catturare “mostri” da due metri e più, li rilasciano vivi senza curarsi dell’ecosistema. In Internet si trovano filmati di pescatori che baciano sul muso i siluri prima di restituirli al fiume. Un atteggiamento fuori legge*, contrastato dalle associazioni come Spinning Club Italia che, con il Wwf, si impegna nel ripopolamento del luccio e della trota. Il “progetto marmorata” in Adda è cominciato nel 1999 e consiste nell’immissione di avannotti e uova fra Lodi e Milano. «In Adda, a differenza che nel Ticino, il siluro non è ancora dominante — dice Mario Narducci, presidente del club — ma se non se ne contrasta la diffusione, il fiume morirà». E il danno economico per l’Italia potrebbe essere forte. La normativa quadro 2000/60 dell’Ue impone entro il 2015 il contrasto all’infestazione di specie ittiche alloctone nocive, che dia frutti entro il 2027, pena sanzioni milionarie. Per Damiano Di Simine, di Legambiente Lombardia, «che il siluro sia un problema è indubbio e va contenuto, di principio non siamo contrari a nessun tipo di soluzione».
* I pescatori del Gruppo Siluro Italia, in deroga alle norme, hanno ottenuto il permesso di rilasciare vivi i pesci siluro marchiandoli <per studiarne le abitudini da un punto di vista scientifico>. Una concessione che ha sollevato perplessità e proteste
IL FIUME ADDA
Lunghezza: 313 km
Portata media: 187 metri al secondo
Bacino idrografico: 7979 km quadrati
Altitudine sorgente: 2237 metri sul livello del mare
Attraversa le Province di: Sondrio, Como, Lecco, Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Cremona, Lodi
Il corso:
- Val Alpisella (Sondrio): nasce il fiume
- Colico, (Lecco): già prima dell’immissione nel lago, si rileva presenza di pesci siluro
- Brivio, (Lecco): Provincia, ambientalisti e pescatori conducono campagne di contenimento del siluro
- Fara Gera D’Adda (Bergamo): il fiume perde la maggior parte dell’acqua nel canale Muzza (fortemente popolato da siluro)
- Trezzo D’Adda (Milano): la centrale Idroelettrica “Taccani” spezza l’ecostistema
- Spino D’Adda (Cremona): la pesca è vietata sotto la cascata, per proteggere la trota marmorata
- Montanaso Lombardo (Lodi): Provincia, ambientalisti e pescatori conducono campagne di contenimento del siluro e ripopolamento del luccio
- Montodine (Cremona): l’Adda acquista l’acqua dal fiume Serio
- Castiglione D’Adda (Lodi): l’Adda riacquista l’acqua dalla Muzza. Da qui all’arrivo in Po, la presenza di siluro è massima
- fra Castelnuovo Bocca d’Adda (Lodi) e Spinadesco (cremona): sfocia in Po
I Problemi:
Prelievi idrici consistenti: canali Muzza e Vacchelli
Punti di sbarramento lungo il corso: 14
Punti attivi di prelievo di sabbia: 9
Presenza del pesce siluro: consistente e in rapido aumento
Le specie a rischio:
Temolo: presente solo al di sopra del lago di Como e in diminuzione
Trota marmorata: il ripopolamento interessa le province di Milano, Cremona e Lodi
Luccio: nelle zone di fragilità per la specie (Spino d’Adda) la pesca è limitata
Storione cobice: il Wwf lo considera “gravemente minacciato” e in continuo regresso
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
SUL PROGETTO MARMORATA: spinningclubitalia.it
SULLA TUTELA DEL FIUME ADDA: wwf.it/fiumi