Una lontana distinzione tra Misteri Minori e Maggiori risale a Clemente Alessandro, secondo il quale i misteri minori costituiscono enigmi , geroglifici, simboli che servono a introdurre gradualmente l’iniziando ai principi dottrinali della tradizione religiosa: l’immortalità dell’anima, le regole per una retta condotta di vita e la dottrina delle punizioni e delle ricompense divine – tra loro strettamente collegate - e una gran quantità di ulteriori consapevolezze e verità.
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I Misteri Maggiori, ai quali vengono indotti soltanto alcuni prescelti, vertono invece su due elementi:
la disillusione dell’iniziando, al quale viene svelato il carattere fittizio della religione a lui nota e della maggior parte dei misteri minori;
e il confronto con una verità che non può essere né insegnata né appresa, ma soltanto contemplata e acquisita, al di là delle parole…
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”I Grandi Misteri riguardano tutta la vita, e qui non c’è più da imparare, ma da contemplare e meditare profondamente sulla natura e sulla realtà dell’Universo… Qui termina ogni insegnamento “minore”, e le cose vengono viste come realmente sono; ora la natura e i suoi segreti si rivelano direttamente allo sguardo dell’iniziato “risvegliato”"
(C. Alessandrino)
”I Grandi Misteri riguardano tutta la vita, e qui non c’è più da imparare, ma da contemplare e meditare profondamente sulla natura e sulla realtà dell’Universo… Qui termina ogni insegnamento “minore”, e le cose vengono viste come realmente sono; ora la natura e i suoi segreti si rivelano direttamente allo sguardo dell’iniziato “risvegliato”"
(C. Alessandrino)