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La storica tradizione, in origine di derivazione religiosa ma ora considerata secolare, risale all'anno 1621. Quando fu effettuato il raccolto nel novembre 1623 William Bradford, Governatore della Colonia fondata dai Padri pellegrini, a Plymouth, nel Massachusetts, emise l'ordine:
« Tutti voi Pellegrini, con le vostre mogli ed i vostri piccoli, radunatevi alla Casa delle Assemblee, sulla collina... per ascoltare lì il pastore e rendere Grazie a Dio Onnipotente per tutte le sue benedizioni. »
I Padri pellegrini, perseguitati in patria per le loro idee religiose piuttosto integraliste, decisero di abbandonare l'Inghilterra e andare nel nuovo mondo, l'attuale America del Nord. 102 pionieri (52 uomini, 18 donne e 32 bambini) imbarcati a bordo della Mayflower, arrivarono sulle coste americane nel 1621, dopo un duro viaggio attraverso l'Oceano Atlantico; durante il viaggio molti si ammalarono e tanti morirono. Quando arrivarono, l'inverno era ormai alle porte; si trovarono di fronte ad un territorio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Pellegrini avevano portato dall'Inghilterra dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori; vuoi per la natura del terreno, vuoi per il clima, la semina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava di riproporsi anche l'anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani (gli indiani) che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare, in specie il granturco ed i tacchini. Dopo il duro lavoro degli inizi, i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. I coloni invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto se la loro comunità aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori, gettando le basi per un futuro prospero e ricco di ambiziosi traguardi. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che divennero tradizione per le feste - in particolare il tacchino e la zucca - insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline.
Ho pensato di cucinare qualcosa di tipico come il tacchino, ma in una maniera diversa da quella americanae sfiziosa, ed inoltre partecipo al concorso di Floriana.
MISTICANZA DI TACCHINELLA E MELOGRANO
1 petto di tacchinella
1 gamba di sedano
1 carota
100 g di insalata mista (insalata riccia, radicchietto rosso, songino)
1/2 cucchiaio Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia
1 cucchiaio olio d'oliva
sale e pepe q.b.
Adagiate il petto in una casseruola piena d'acqua già salata ed unite il sedano e la carota precedentemente lavati e mondati. Riponete sul fuoco stando molto attenti che l'acqua non raggiunga mai il bollore, la cottura dovrà essere molto lenta e poco invasiva.
Lasciate cuocere il petto per almeno mezz'ora, una cosa importante é che la tacchinella andrà riposta (lasciandola nel suo liquindi di cottura) in frigo e servita il giorno dopo.
In una bowl mettete sale e pepe e l'aceto balsamico, con una forchetta o ancora meglio una frusta fate sciogliere per bene il sale e non appena i tre ingredienti si saranno amalgamati, unite a filo l'olio d'oliva e noterete che la i due liquidi si amalgameranno fino a formare una gustosa vinagrette.
Condite l'insalata con un cucchiaio di salsa ed adagiatela sul piatto, dopodiché prendete la tacchinella (asciugata per bene con la carta assorbente) e tagliate delle fettine con l'affettatrice.
Adagiate le fette sull'insalata, guarnite con il melograno e condite il tutto con la vinagrette rimasta.
Buon appetito..
alcuni cenni storici sono stati presi da Wikipedia
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