Magazine Informazione regionale

Mo’ vene Natale nun tengo denare me fumo na pippa e me vaco a cuccà

Creato il 23 dicembre 2015 da Vesuviolive

Vecchio_che_fuma_la_pipa

Mo’ vene Natale nun tengo denare me fumo na pippa e me vaco a cuccà. Ogni anno di questi tempi la sento cantare a qualcuno: ‘o nonno, ‘o zio e pure da papà. Premesso che sono un napoletano che ama il Natale, con tutto il rispetto possibile il giorno della vigilia penso solo ad una cosa: votta a passà.

Niente di personale con la tradizione religiosa, ma tutto il resto è semplicemente nu casino. Dalla mattina fino alla fine della serata, per casa c’è una mescolanza di odori diversi tra loro. Il risultato, secondo me, è una puzza capace di toglierti il respiro.

Allora penso, me ne esco? In realtà è mia moglie che mi costringe a farlo, secondo voi dopo essersi lamentata abbondantemente sulla sua condizione di misera schiava della cucina, sapete cosa succede? “Ho dimenticato di comprare…”, “scendi tu che io tengo che ffà, tu stai senza fà niente“. E certo, l’uomo è pigro e deve sottostare agli ordini della moglie, così è, non credete a quelli che vi dicono il contrario.

Così dopo aver riempito carrelli di qualsiasi genere alimentare, entro a casa e sento quella puzza di cavolfiore! Intanto trovo la casa che si è riempita di bambini e di qualche parente che fa lo spiritoso. E penso: “ma non si poteva stare a casa sua?”.

Intanto le mogli ci pregano, in realtà ci ordinano, di portare fuori i bambini, danno fastidio e rallentano la preparazione del grande cenone. Prima di uscire la raccomandazione: “Non gli fate mangiare niente, altrimenti stasera rimangono digiuni”. 

Così quella che poteva sembrare una scappatoia per potersi togliere dagli impicci diventa un inferno. Mi dite voi come si fa a dire no a ‘sti criature che per strada vedono di tutto? Alla fine gli compriamo quello che vogliono e la sera mangeranno poco e niente. A tavola dovrò sopportare le lamentele, con la solita frase: “Gli uomini non servono, non sono buoni”.

Non vi racconto le scene pietose della tavola, perché odio essere volgare e dopo una giornata estenuante, che non passava mai, finalmente posso canticchiare anche io…Mo’ vene Natale nun tengo denare me fumo na pippa e me vaco a cuccà.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog