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Mo Yan, Premio Nobel per la Letteratura 2012

Creato il 17 ottobre 2012 da Nicola Nicodemo
Mo Yan, Premio Nobel per la Letteratura 2012 Mo Yan è il Premio Nobel per la Letteratura 2012. Dopo dodici anni un autore cinese torna a insignirsi del prestigioso riconoscimento, attribuito nel 2000 al collega Gao Xingjian.
Guan Moye, meglio conosciuto al pubblico con lo pseudonimo Mo Yan (in cinese "non parlare), ha conosciuto il successo con romanzi come Sorgo Rosso, pubblicato nel 1994, e Grande seno, fianchi larghi, del 2002. Storie, queste, di grande valore artistico e sociale, che ritraggono una difficile situazione politica attraverso gli occhi di un "uomo senza cultura" che "ama raccontare storie". L'ultimo romanzo, pubblicato anche in Italia nel 2011, è Cambiamenti, edito da Nottetempo.
Lo scrittore ha ottenuto il titolo per la sua capacità di narrazione e per il suo vissuto che impregna ogni pagina dei suoi romanzi. Un autore "che con un realismo allucinatorio fonde racconti popolari, storia e contemporaneità".
E voi avete mai letto Mo Yan? Ecco la trama di alcune delle sue opere più importanti.

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Mo Yan, Premio Nobel per la Letteratura 2012Cambiamenti
(disponibile in ebook e versione cartacea)
Chi era Mo Yan prima di raggiungere fama internazionale con "Sorgo rosso"? Nel suo ricordo e nelle parole di questo racconto, un bambino cacciato da scuola alla fine degli anni settanta, individuato come responsabile di ogni brutto tiro giocato nel piccolo paese ai margini della campagna cinese in cui è cresciuto. Poi, un adolescente e un operaio al cotonificio di zona che spende tutto ciò che guadagna in guanti bianchi come i divi del cinema e che, per affrancarsi dal ceto di contadino, entra nell'esercito, finendo in una sperduta unità a coltivare i campi e a sognare di morire nella Guerra del Vietnam. Ad accompagnare la sua crescita, a seguire con destini alterni la sua inaspettata fortuna sono due suoi compagni di classe, He Zhiwu - eroe canaglia Che non conosce principi di autorità e costruisce un impero economico di azioni azzardate - e Li Wenli - una ragazza testarda, abituata a fare sempre le scelte giuste che la portano sul cammino sbagliato. Trent'anni di storia cinese, trent'anni di transizione raccontati attraverso i cambiamenti epocali di vite minute, con il tono aperto e autoironico di una confessione tra amici.
Mo Yan, Premio Nobel per la Letteratura 2012Sorgo rosso
La storia epica, grandiosa di questo capolavoro della letteratura cinese contemporanea, si staglia sullo sfondo degli sconfinati campi di sorgo "che in autunno scintillano come un mare di sangue". Dal banditismo degli anni Venti, alla cruenta invasione giapponese degli anni Trenta e Quaranta, fino al periodo che precedette la Rivoluzione culturale, Sorgo rosso racconta le avventure e gli amori del bandito Yu Zhan'ao e della sua famiglia, in un affresco che ritrae un intero popolo, tutto un Paese. Un Paese dalle campagne brulicanti di anime sperdute - contadini, soldati, monaci buddisti, maghi taoisti - in cui "un vento maschio spazza una terra femmina" e il sangue versato è "morbido e liscio come piume d'uccelli".
Mo Yan, Premio Nobel per la Letteratura 2012Grande seno, fianchi larghi
Una prolifica famiglia matriarcale, governata da una madre dolce ed energica, attraversa le tante vicissitudini della storia cinese del Novecento. Dagli anni Trenta dell'invasione giapponese a oggi, figli, nipoti e parenti acquisiti degli Shangguan si confrontano con gioie e dolori dispensati da una terra estrema e primordiale. Con questo dichiarato omaggio alla propria madre e alle proprie radici, Mo Yan torna all'affresco rurale e mitologico di "Sorgo rosso".
Mo Yan, Premio Nobel per la Letteratura 2012L'uomo che allevava i gatti
I campi di sorgo sono teatro delle fatiche dei contadini, ma anche il territorio notturno dove le volpi si accendono come scie di fuoco per indicare la strada a chi si è perso; nelle acque del fiume annegano i bambini, ma nei giorni di nebbia gli spiriti-tartaruga salgono in superficie a banchettare in abito da sera; i più razionali dirigenti del Partito possiedono un terzo occhio per vedere attraverso i muri, ma lo chiudono quando hanno troppa paura... I personaggi di questi racconti sembrano sempre sul punto di soccombere, ma conservano una loro leggerezza magica. In particolare, sono i bambini a impersonare il confine tra fragilità assoluta e capacità di illudere il mondo, di fare miracoli. Secondo Mo Yan sono loro a portare sulle spalle il peso dell'anima: tra esseri umani che spesso hanno dimenticato di essere stati anche loro, un giorno, figli e bambini.

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