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******La moda ottocentesca è l’espressione del ceto borghese che dopo la rivoluzione francese conquistò il potere politico ed economico in Europa. Soprattutto l’abbigliamento maschile registrò un significativo e radicale mutamento, quasi una svolta epocale. Un look austero e rigoroso, con tagli semplificati, tessuti di panno robusto al posto della seta, e decorazioni ridotte al minimo, sostituì il frivolo abbigliamento barocco; in tal modo si volevano esprimere la serietà del mondo del lavoro, in contrapposizione all’ozio dell’oziosa aristocrazia, la praticità, la prudenza, il risparmio, l’ordine, tutti ideali saldamente ancorati nel mondo borghese Questo costume severo trovò la sua ispirazione in quello dei Puritani e dei Quaccheri. Il nuovo stile dell’abito maschile ebbe una patria: l’Inghilterra, che propose un’eleganza più pratica e civile, influenzata dai modi informali, dalla passione per lo sport e la vita all’aria aperta del gentiluomo inglese.Due furono gli abiti informali introdotti: il frac, dapprima adottato per andare a caccia e per la vita in campagna, con falde molto arretrate e colletto alto, poi portato di sera, per le occasioni eleganti. Oltre al frac fu creata la redingote, all’inizio una giacca usata per l’equitazione, la “riding coat”, ossia una lunga giubba a due falde e aperta sul dietro, che permetteva di stare comodamente in sella. Abbandonata la destinazione sportiva si trasformò in abito da città e da lavoro fino a prendere il significativo nome, dopo la metà del secolo, di finanziera.
Antesignani del nuovo corso che puntava, per identificare il vero gentiluomo, sulla tendenza alla semplificazione e sullo stile furono in Inghilterra i Dandy: il più famoso tra loro fu George Brummel. L’edonismo esasperato del suo modo di vestire è diventato proverbiale e il suo motto: ”Per essere eleganti non bisogna farsi notare”, diventò legge per tutti gli uomini alla moda d’Europa. Anche grazie a lui la sartoria inglese fu ricercata in tutta Europa al punto che i più abbienti andavano in Inghilterra a comperarsi abiti ed accessori. Alcuni aneddoti sulla vita di Brummel ricordano il perfezionismo che impiegava nel vestirsi. In un’epoca in cui erano ancora di moda tessuti colorati impose il blu per il frac e il beige per i pantaloni. Pettinatura, guanti e cravatta dovevano corrispondere a canoni precisi: il dandy aveva tre parrucchieri, uno per la nuca, uno per le basette e l’altro per il resto dei capelli; i guanti erano fabbricati da due guantai, uno per il pollice, l’altro per le restanti dita. La cravatta doveva essere inamidata e annodata in modo inappuntabile: se un nodo non riusciva la buttava via e ne indossava un’altra; inoltre se la faceva stirare direttamente addosso con un minuscolo ferro che eliminava qualsiasi piega.
Dopo di lui gli elementi fondanti del guardaroba maschile furono per tutto il secolo: i pantaloni, il gilet e i soprabiti, senza contare gli accessori. Al termine della Rivoluzione francese l’uomo aveva adottato pantaloni lunghi, derivati dal mondo del lavoro e della marina, e che all’inizio furono considerati indumenti sovversivi. Il gilet o panciotto aveva la funzione di modellare il torace maschile, dandogli la convessità delle antiche armature. A volte se ne potevano portare due sovrapposti, uno bianco, uno fantasia. L’esposizione al Jardin des plantes a Parigi di una giraffa lanciò la moda del gilet “giraffa”, ornato con pomelli grigi.Tuttavia dalla linea attillata della prima metà del secolo si passò ben presto ad abiti più comodi e sciolti. Rivoluzionaria fu l’introduzione, verso la metà del secolo della giacca corta e larga che entrò stabilmente nel guardaroba maschile come abito diurno e come complemento di indumenti estivi. Parecchie novità furono lanciate in questo periodo nel campo dei soprabiti: innanzitutto il paletot o cappotto, consacrato sotto il II Impero, di linea ampia e avvolgente e di derivazione marinaresca. Definito dai suoi osteggiatori “un barile di panno” piacque proprio per la sua comodità e disinvoltura. Tra gli anni ’30 e ‘50, grazie alla scoperta da parte di Goodyear della vulcanizzazione della gomma, cominciarono a diffondersi i primi soprabiti impermeabili, chiamati in Italia macintosh dal nome del chimico inglese, Charles Macintosh, che li aveva inventati. L’impermeabile fece fatica ad affermarsi perché all’inizio emetteva cattivo odore. Col tempo e con la raffinazione delle tecniche, nacque il soprabito impermeabile in gabardine di linea ampia. La creazione e commercializzazione di questo capo, si deve in particolare a Thomas Burberry (1835 – 1926) che ne fece poi un classico dell’abbigliamento. Furono inventate anche le maniche a raglan, il cui nome deriva da un generale inglese, James Raglan, che durante la guerra di Crimea ideò per le sue truppe questo cappotto di taglio comodo che aveva le maniche tagliate insieme al resto dell’indumento. Infine il Macferlain, ossia il Pipistrello, un pastrano che al posto della maniche aveva due ali di panno.Un uomo elegante non poteva uscire di casa senza accessori perfetti e ben coordinati, tra cui il cappello, i guanti, le scarpe e il bastone da passeggio e, soprattutto, la cravatta. Oggetto di appassionata attrazione, doveva corrispondere a una serie precisa di requisiti che potevano sintetizzarsi nel motto “ad ogni occasione la sua cravatta”; all’inizio del secolo era rigorosamente bianca e inamidata. Tali prescrizioni riguardavano anche i nodi, che dovevano essere sempre perfetti e appropriati alle circostanze. Nacquero divertenti trattati sull’arte di indossare la bianca striscia di stoffa: nel 1827 il conte della Galda, milanese, scrisse un libretto in cui venivano indicati ben 32 tipi di nodi diversi. La cosa ebbe la sua importanza finché il colletto era alto al punto da coprire le guance. Tuttavia col tempo i colletti diventarono sempre meno vistosi, e altrettanto lo furono i fiocchi delle cravatte, che cominciarono a rimpicciolirsi abbandonando il bianco e utilizzando il nero o, al massimo, le righe o i quadri. Anche guanti e cappello erano fondamentali.Il cilindro, il tipico copricapo ottocentesco, fu inventato all’inizio del secolo dal cappellaio inglese Harrington, che gli aveva dato una forma alta e svasata verso il basso. Ma già nel 1828 il copricapo diventò di eguale lunghezza in alto e in basso e, scherzosamente, fu detto “zero”. Solitamente in pelo raso, questo cappello non era facile da portarsi per il suo equilibrio instabile: bastava un colpo di vento per farlo volare. Fu quindi inventato un cilindro a molla, detto Gibus, che poteva essere comodamente piegato e portato sotto il braccio. Onnipresente anche nei primi decenni del Novecento, il cilindro conobbe rivali solo alla fine dell’Ottocento, quando fu inventata la bombetta, cappello duro e tondo così chiamato per la somiglianza con l’ordigno da guerra. E infine, per i più azzardati, la lobbia e la paglietta. La lobbia era un copricapo floscio con falde e una acciaccatura nel mezzo, mentre la paglietta, o cannottiera, era un cappello di paglia diffusosi con i primi sport all’aria aperta, che serviva appunto a coprire la testa di chi praticava la voga acquatica.
Fra il 1795 e il 1820 l'abito sartoriale perfettamente su misura e strettamente modellato alla figura divenne il look maschile per eccellenza, e Beau Brummel (vedi qui) e la sua cerchia di amici furono, in Inghilterra, i massimi rappresentati del nuovo stile. Brummel non fece altro che riprendere i lunghi cappotti, i panciotti e i pantaloni indossati dai gentiluomini inglesi di campagna e dare al tutto un look più raffinato e cittadino. Brummel, che fu una vera e propria icona di stile per la sua epoca, sosteneva che un uomo di gusto doveva vestire sottotono e lasciare i colori sgargianti e la maggior parte degli accessori alle signore. E questo diktat della moda maschile è arrivato più o meno inalterato fino ai giorni nostri.E' alla fine del XVIII° secolo che i sarti inglesi diventano leader nel campo della moda maschile grazie alla loro esperienza nella scelta delle stoffe da usare per rendere un capo normalmente usato per la vita in campagna accettabile nei salotti alla moda e alla loro raffinata tecnica produttiva. C'era una vera e propria gerarchia fra i sarti. In cima stavano quelli abili nel disegno e nel taglio su misura, seguiti da quelli che finivano i capi con lavoro di dettaglio, come le asole. Ultimi sulla scala gerarchica i cosiddetti 'table monkeys'' (scimmie da tavolo) a cui era affidato il lavoro di cucitura e stiro dei capi.T utti gli abiti al tempo venivano cuciti a mano perchè la l'invenzione della macchima da cucire risale al 1830 e la sua produzione in serie fu solo a partire dal 1850. Brummell lavorò attivamente insieme ai suoi sarti (i più famosi dell'epoca furono Schweitzer and Davidson of Cork street, Weston of 34 Old Bond street, Meyer of Conduit street e Guthrie) per riuscire a raggiungere un look che unisse all'altà qualità dei tessuti anche un taglio perfetto. Si dice che Brummel fosse così pignolo circa il taglio dei suoi abiti, che facesse fare le dita dei suoi guanti da un guantaio e i pollici da un altro.Beau Brummel non fu tanto un innovatore quanto un perfezionatore e diede la sua impronta al nuovo stile. Fu lui a far diventare super inamidata la cravatta molle, a far tirare a lucido ( con lo champagne!) gli stivali da cavallo abitualmente infangati e soprattutto, ad esigere che gli abiti avessero taglio e vestibilità perfetti. Il rendingote da cavallo a doppiopetto fu trasformato in un indumento elegante dandogli un taglio curvo sul davanti e facendolo aderire completamente alla figura. Le braghe (breeches) al ginocchio furono sostituite dai pantaloni, che avevano anch'essi una vestibilità più aderente e arrivavano fino a metà polpaccio o oltre. Questi pantaloni (pantaloons)s i portavano con stivali alti e lucidissimi. Fra il 1807 e il 1825 faranno la loro apparizione in alternativa pantaloni lunghi (trousers), portati originalmente come indumenti da lavoro. I pantaloni erano molto stretti fino al ginocchio e poi più larghi e spesso tenuti tesi da un laccio sotto alla pianta del piede, escamotage introdotto probabilmente da Brummel per far sì che i pantaloni si mantenessero sempre perfettamente stirati. Braghe e pantaloni più corti in questo periodo si chiudevano con una abbottonatura laterale che lasciava liscio e sempre molto aderente la parte davanti.Sì, insomma, quando nei romanzi leggiamo riferimenti alle belle gambe,alla vita stretta e alle spalel larghe dei protagonisti capiano perchè...era una moda quella del primo Ottocento che certamente metteva in risalto la figura maschile!
Quali erano i capi essenziali del new deal della moda maschile d'inizio Ottocento?
LA MARSINA (Tailcoat)La marsina (soprabito a coda di rondine) era un capo d'abbigliamento di rigore per ogni uomo, almeno per chi apparteneva alla nobiltà e alla classe media. Essendo derivata da un soprabito abitualmente usato per andare a cavallo, la marsina era più corta sul davanti e divisa in due trasversalmente , con lunghe 'code' sul retro per facilitare la cavalcata. Aveva il collo alto dietro ed era molto aderente sulla schiena e sul petto. Poteva essere a uno o a doppio petto e veniva portata sia abbottonata che aperta. Il davanti era normalmente tagliato più corto rispetto al panciotto sottostante. La marsina era generalmente di lana , ma poteva anche essere di lino nelle stagioni più calde. Di giorno la gamma dei colori poteva essere più varia, ma di sera la moda dettava solo colori scuri (nero o blu) per questo capo d'abbigliamento che poteva avere bottoni ricoperti in stoffa oppure in ottone o peltro.
IL CAPPOTTO (Great coat)Come soprabito veniva anche usato il cosiddetto 'great coat', un cappotto che copiava quelli a mantellina dei postiglioni. Spesso le mantelline che decoravano il retro del cappotto erano più di una. Nel 1797, Jane Austen in una descrizione dell'eroe di Northanger Abbey, Henry Tilney, scrive: "the innumerable capes of his great coat looked becomingly important."( le innumerevoli mantelle del suo cappotto apparivano piacevolmente importanti). Brummell non approvava queste distorsioni alla linea originale del 'great coat', perciò la sua moda durò poco e fu sostituita da quella di cappotti lunghi dal taglio più semplice .
IL PANCIOTTO (Waistcoat)
Il panciotto , che inizialmente aveva le maniche, diventò senza maniche già dopo il 1740. A quanto pare prese origine dalla giacca di un fantino. Poteva essere in lana, lino o seta ed era spesso in tinta unita ma anche in broccato, a strisce o a disegni. Aveva il collo montante sul dietro e a volte ampi risvolti ripiegati, soprattutto a inizio Ottocento. Il panciotto solitamente era più lungo sul davanti della marsina, perciò si poteva intravedere al di sotto della stessa e andava a coprire la parte alta dei pantaloni o delle brache. Il più delle volte era a un petto, ma poteva anche essere a doppio petto. Panciotti e brache erano generalmente più chiari rispetto alla marsina perchè, sotto l'influenza dello stile Neoclassico, con l'abbigliamento si voleva conferire al corpo maschile l'aspetto di una statua di marmo. Non tutti i fisici, però, potevano permettersi questo stile. Famose, a questo proposito, le battute e i disegni satirici del periodo che rappresentavano l'obeso Principe di Galles (che aveva pretese di eleganza) strabordante dentro agli attillatissimi abiti alla moda.
LA CAMICIA (Shirt)La camicia era solitamente in lino o cotone. Era lunga e larga (non molto diversa da quella dei secoli precedenti), con maniche che avevano spalle scese e collo montante, che a volte poteva arrivare anche a sfiorare la mandibola.La camicia poteva arrivare a mezza coscia o alle ginocchia, aveva un'apertura ( ma non completa) sul davanti e si sfilava dalla testa. E molto spesso era l'unico capo di biancheria indossato! Ecco perchè un uomo in maniche di camicia era spesso considerato indecente...era un po' come vederlo in biancheria intima.Le maniche con rouches ai polsi ( un retaggio del Settecento) erano considerate fuori moda in questo periodo, però le rouches sul davanti erano ancora accettate. Le camicie non venivano confezionate dai sarti ma dalle cucitrici (seamstresses). Le camicie 'pronte da indossare' cominciarano ad essere messe in vendita già dalla metà del Settecento.
BRACHE E PANTALONI ( Breeches, pantaloons , trousers)Le brache (Breeches), cioè i pantaloni corti al ginocchio tipici dell'abbigliamento maschile nel Settecento stavano gradualmente scomparendo. Per un certo periodo di tempo essi rimasero in auge come capo più indicato per la sera, ma furono poi relegate ad occasioni molto formali o per i ricevienti a corte. Le brache potevano essere di lana, cotone, lino o seta, per le occasioni più formali. Esse avevano generalmente la vita più alta sul davanti ed erano un po' meno sblusanti sul dietro rispetto a quelli di fine Settecento. Esse continuavano però ad avere l'apertura con patta a doppia abbottonatura sul davanti, erano aderenti alle cosce e chiuse con cinturino o bottoni appena sotto il ginocchio.
I cosiddetti Pantaloons (pantaloni) furono introdotti alla fine del Settecento dai rivoluzionari francesi. Avevano doppia abbottonatura sul davanti e potevano essere di diverse lunghezze, fino a metà polpaccio o alla caviglia e si portavano molto aderenti. I pantaloni erano in pelle di daino (buckskin) o in tessuto di colore chiaro, bianco, beige o crema.
I pantaloni (Trousers) come li conosciamo oggi ,invece, fecero il loro primo ingresso nel guardaroba maschile durante il periodo della Reggenza. Avevano la vita alta, fino almeno all'obelico, l'abbottonatura sul davanti era sempre doppia ed erano tenuti su da bretelle. Si portavano molto più larghi rispetto ai pantaloni precedenti (Pantaloons), anche se spesso erano più aderenti alla caviglia, a volte muniti di ghette sottopiede che li facevano scendere a coprire le scarpe. Anche questi pantaloni potevano essere di lana, lino o cotone. Inizialmente erano portati solo di giorno, ma, a poco a poco, essi furono accettati anche come capi adatti alle occasioni mondane. Ma non ovunque. Da Almack's, la famosa sala da ballo londinese, ad esempio, non si poteva entrare senza le regolamentari brache da sera. Una volta fu negato l'ingresso persino al Duca di Wellington ( probabilmente l'uomo più famoso del suo tempo) perchè oltre ad essere arrivato in ritardo indossava pantaloni lunghi invece dei regolamentari pantaloni eleganti al ginocchio.
LA CRAVATTA (Neckcloth/ cravat)Il fazzoletto da collo o cravatta diventerà da questo momento in poi un accessorio indispensabile dell'abbigliamento maschile. All'epoca si trattava di una lunga striscia sottile di lino o seta che si girava più volte attorno al collo e si annodava sul davanti. Sotto l'influenza di Beau Brummell,l'arbiter elegantiarum dell'epoca, il colore in auge e più indicato per la cravatta di un gentiluomo diventò 'il bianco virginale' ed era essenziale che essa fosse molto inamidata perchè diventò di moda portarla alta, a volte fin oltre la mandibola ( e doveva riuscire a rimanere così per ore!) e annodarla in modo elaborato.Beau Brummel era famoso per in suoi nodi ricercati. Per ottenere la 'studiata non- curanza' delle pieghe nella sua cravatta, ad esempio, Brummel si piegava in dietro sulla sedia, come per farsi radere, e si girava la cravatta intorno al collo. Poi abbassava il mento, molto lentamente, finchè il lino inamidato non raggiungeva la 'speigazzatura' perfetta. Se una piega era troppo profonda o lo era troppo poco, la cravatta veniva scartata. Una volta un ospite in casa Brummel vedendo un valletto uscire dalla stanza guardaroba del suo padrone con in mano un mucchio di candide cravatte, gli chiese cosa stesse portando via e lui rispose:'Queste sono i nostri fallimenti, signore'. C'erano diversi tipi di nodi con cui poteva essere annodata una cravatta, alcuni considerati più formali, altri più adatti alle occasioni informali. Alcuni semplici, altri complicatissimi. Come è possibile vedere nell'immagine qui sopra(tratta da una pubblicazione del 1818) ogni nodo aveva il suo nome: L'Orientale (The Oriental), il Matematico ( Mathematical), l' Osbaldeston, il Napoleonico (Napolean),l'Americano ( American), il Postale (MailCoach), il Trono d'Amore ( Trone d’Armour), l'Irlandese (The Irish), il Sala da ballo ( Ball Room), il Collare da cavallo (Horse Collar), quello da Caccia (Hunting), il Maharata, il Nodo di Gordio ( Gordion Knot) e il Nodo a botte ( Barrel Knot).
I CAPPELLIDurante questo periodo il cappello di moda era a cilindro, molto alto, con una tesa piccola, appena sollevata ai lati. C'era anche il cappello a bicorno, alto, ampio e con la calzata poco profonda. Il bicorno diventò famoso attraverso la moda militare, anche perchè lo portava abitualmente Napoleone, ma anche i civili a volte lo indossavano. Il cappello a cilindro era spesso chiamato 'beaver' (castoro) perchè era prodotto con feltro di alta qualità fatto con il pelo del castoro. Il cappello era un accessorio con cui un gentiluomo poteva distin-guersi. Se era fatto interamente di castoro il cappello continuava a mantenere la forma anche sotto l'acqua, mentre cappelli di qualità inferiore in misto lana o in pelo di coniglio e castoro dopo essersi bagnati iniziavano ad ammosciarsi e dovevano essere portati dai cappellai per farli stirare e ridare loro la forma originale. Un 'beaver' di buona qualità poteva costare da una ghinea fino a 40 scellini ( perchè a un certo punto i castori cominciarono a scarseggiare), in un epoca in cui un operaio specializzato guadagnava 2 scellini e 2 pence al giorno, è evidente che un capo del genere potevano permetterselo solo i ricchi. La popolarità raggiunta dal 'beaver' fu tale che John Jacob Aster, padrone della più grande ditta di commercio di pelli degli Stati Uniti , diventò milionario, mentre i poveri castori rischiarono di estinguersi.
LE ACCONCIATURELe acconciature maschili a partire dagli ultimi decenni del Settecento cominciarono a fare a meno di parrucche incipriate e code. Gli uomini cominciarono a portare ' i propri capelli' corti ed acconciati. Il look da 'colpo di vento', molto in voga, era il più difficile da ottenere. Si dice che Byron (vedi foto a destra) dormisse con i bigodini in testa per riuscire a mantenere la sua famosa acconciatura. Lo stile Neoclassico in auge nel periodo portò a prediligere tagli 'alla romana': esistevano il taglio di capelli alla Tito ( che si ispirava a quello del famoso imperatore romano), con capelli uniformemente corti lasciati un po' più lunghi sulla fronte dove venivano arricciati e pettinati in avanti, e quello alla Bruto, un po' più corto del precedente. Era anche di moda portare una frangia corta riccia e riccioli ai lati del viso sopra le orecchie. Alcuni uomini portavano ancora i capelli lunghi, soprattutto nell'Europa continentale. Le basette diventarono via via sempre più comuni, ma per il resto, gli uomini dell'epoca avevano il viso rasato. Solo alcuni militari ( soprattutto tedeschi) portavano i baffi . Barbe e pizzi non verranno portati dagli uomini ancora per diversi decenni. Le parrucche erano ancora comuni all'inizio del periodo Regency, ma alla fine dello stesso scompariranno quasi del tutto,rimanendo solo per alcune professioni come parte della 'divisa d'ordinanza', come per i medici e gli avvocati (in Gran Bretagna per gli avvocati e i giudici che discutono cause penali in tribunale la parrucca è obbligatoria ancora oggi!).
LE CALZATURELe calzature di moda in quest'epoca per il giorno erano gli stivali da cavallo, in pelle nera o marrone. Potevano essere i cosiddetti 'Hessians', cioè gli stivali alti (di derivazione militare) che avevano una parte che poteva essere tirata su a protezione del ginocchio durante la cavalcata e ripiegata per camminare. Hobby in St.James's Street era il calzolaio specializzato in stivali più famoso di Londra e poteva contare far i suoi clienti il Principe di Galles (Giorgio III), Wellington, Byron e molti altri VIPs dell'epoca. Per le occasioni formali si continuavano ad indossare, con le brache in seta al ginocchio, le scarpe da ballo con fibbia. Scarpe che verranno a poco a poco sostituite dalle scarpe con le stringhe. Si portavano anche stivaletti alla caviglia.
GLI ACCESSORI In questo periodo accessori come guanti, bastoni da passeggio, orologi da taschino, catene per gli orologi, e portafogli di pelle o stoffa, ebbero grande successo. Le spade non erano più di norma indossate dagli uomini in abiti civili. E infatti i bastoni da passeggio (walking sticks) diventarono di moda quando una legge vietò di indossare la spada nelle strade di Londra. (vedi qui immagini degli accessori più in voga.)
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