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Un occhio attento avrà potuto notare che le ultime passerelle hanno visto sfilare, non solo le solite donne altissime e magrissime, ma, questa volta, anche più formose. Idea curiosa ma anche “strategica”, dati i tempi che corrono. Infatti, tra le problematiche che campeggiano nei giornali, soprattutto negli ultimi mesi, un posto d’onore spetta ai cosiddetti disturbi alimentari. È un dato di fatto che anoressia e bulimia colpiscono oltre due milioni di teenagers. Una volta scattato il campanello d’allarme, medici, psicologi, sociologi ed esperti del settore, cercano le possibili cause e corrono ai ripari. La moda, e con essa le modelle, sono sul banco degli imputati.
Ecco che in Spagna vengono vietate sia la taglia 36 che la 38, considerate esagerate, nonché pericolose, se prese ad esempio. In Italia Giovanna Melandri, nelle vesti di Ministro delle Politiche Giovanili, sulla scia dei colleghi spagnoli, ha cercato di tamponare il dilagare di polemiche, attraverso un codice di autoregolamentazione per il mondo della moda. Gli stilisti mostrano da sempre donne irreali, quasi androgine, che si dimenano, con un’agilità imbarazzante, sulle passerelle delle varie capitali. Mai un capello fuori posto, mai un filo di pancia che traspare dalle microgonne a vita bassa: il gran calderone del lusso non lascia spazio a imperfezioni. Molti chiedono di riconsiderare il messaggio, probabilmente sbagliato, che viene trasmesso e puntano il dito contro questo mondo rosa e incantato, che manda in scena modelli che, forse, non rispecchiano del tutto la realtà. Sono poche quelle ditte, come il marchio Elena Mirò, che producono abiti su misura per taglie “forti” (quando forte si intende dalla 46 in su…).
Un esempio è anche l’ultima campagna pubblicitaria di Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, che mostra un vero e proprio “biberon”, con fattezze umane, che tanto ricordano un corpo femminile, curvilineo. La campagna pubblicitaria si intitola “Saranno formose.” E si, sarà anche ironico, ma rende l’idea: le prossime collezioni saranno dedicate a quell’esercito di donne definite “in carne”. Ci deve essere spazio per tutti e l’universo delle grandi firme se ne sta rendendo conto, aprendo le porte e diventando meno esclusivista. Forse è anche per questo che molti stilisti, in modo provocatorio, hanno proposto corpetti riempiti e culotte imbottite per dare “l’effetto volume”, quasi a voler riecheggiare sulle passerelle le icone che andavano tanto di moda negli anni ’60. Verrebbe da chiedersi se l’intramontabile Sofia Loren si sia mai posta tanti problemi di linea, a giudicare dal successo che ha riscosso e riscuote tutt’oggi, si può dire di no. Nostalgia del passato, voglia di rinnovarsi o, per meglio dire, “umanizzarsi”? Come ripeteva uno slogan, “lo stile non è una taglia ma un’attitudine”….. Le fashion victims sono avvisate.