Questa ipotesi è stata messa in discussione quando è stata introdotta l'idea che dato un punto di partenza il ragionamento può dipendere dalla percezione soggettiva del mondo, da un insieme di asserzioni, da ricordi o da una combinazione di questi. In pratica il nostro cervello trae conclusioni dai modelli mentali che ha costruito.
Questa teoria prevede che nonostante nel nostro ragionamento avvengano errori sistematici - la mappa non è il territorio noto - presupposto della PNL - la nostra capacità di 'trovare' contro-esempi per confutare inferenze non valide fornisce le basi della razionalità. Proprio per questo il ragionamento è una simulazione del mondo e non una organizzazione formale della sintassi logica delle frasi.
Aristotele sosteneva che gli esseri umani sono razionali e la principale componente della razionalità e proprio il ragionamento. Per gli scienziati è importante fare luce su quali inferenze siano razionali, quali processi mentali siano coinvolti in queste inferenze e come questi processi siano integrati nel nostro cervello.
Misurare l'intelligenza e la capacità di ragionare umana è stato il sogno di molti studiosi, già agli inizi del 19° secolo alle origini della psicologia sperimentale gli psicologi cognitivi hanno individuato sostanzialmente tre componenti del ragionamento umano:
- gli individui senza alcuna formazione logica sono in grado di fare deduzioni come dimostrano la popolarità dei giochi di logica come il Sudoku.
- ci sono differenze nella capacità di ragionare di ogni essere umano e tale differenza è in relazione con il livello di studi raggiunto che funge da indicatore di intelligenza.(quanto sei intelligente?)
- qualsiasi tipo di ragionamento dal più semplice al più complesso non è possibile elaborarlo al computer.
L'articolo descrive i punti deboli del nostro ragionamento, ma è pur vero che se gli esseri umani fossero completamente privi logica non ci saremmo mai posti il problema di come si calcola l'area di un quadrato.
Fonte: pnas.org
Alla prossima
Chris.