Per non parlare di Twitter, Google+ (essi vivono!) o il social network che più vi piace.
La scarsa memoria storica del web è un problema reale, quanto mai sentito, argomento che mi è già capitato di sfiorare e troppo spesso sottovalutato.
Per dire, quanto tempo passiamo scrivendo su Facebook ?
Intendo, proprio per il vostro singolo post:
un pensiero del momento che può lasciar trasparire una frustrazione, una felicità espressi in modo più o meno dettagliato puntando agli sguardi di qualcuno
Sguardi che, tramite interazioni (like, commenti, retweet) magari otteniamo pure, intendiamoci...ma tempo un mese (abbondando), e di quel post che sarà rimasto ?
Memoria a breve termine
Ora, spesso e volentieri questo pensiero usa&getta è nelle nostre intenzioni, e anzi ci viene pure bene (per quanto dimenticare non è sinonimo di eliminare, come ogni buon smanettone sa bene)Ma non sempre.
La celeberrima e temutissima balena di Twitter (Photo credit: Wikipedia)
Magari, più semplicemente, scriviamo senza riflettere, senza pensare in prospettiva ad un momento in cui ci piacerebbe rileggerci.Sto stronzo (Photo credit: Wikipedia)
Forse è proprio da qui che partono le mie antipatie per i social media, cioè il Web 2.0 (o meglio 2.5) specie se confrontate con i vecchi Forum e Blog (che pure non sono certo esenti dallo stesso rischio, intendiamoci *si tocca le balle* )Testimonianze
In qualità di uno degli ultimi blogger sopravvissuti alla social-mattanza (in realtà non siamo manco così pochi), confesso che amerei avere molta più "concorrenza"
Cioè, uno dei miei websogni proibiti comprende da sempre uno stuolo di blog personali, profilati, non necessariamente "impegnati"come la parola potrebbe anche far pensare.
Del resto una delle mie vecchie utopie per Cetramod, la vecchia community che cooamministravo, contemplava qualcosa di simile, a livello ideale...una sorta di famigghia di sitarelli individuali pronti a fare fronte comune
Parrà strano ma, per quanto ossessionati dalla privacy, tutti, per un motivo o per l'altro, hanno qualcosa da dire.
Everybody wants to share their opinion
A segment of a social network (Photo credit: Wikipedia)
Magari non pubblicamente, non a chiunque, ma quasi...è il successo dei social network che ce lo dice.Forse la maggior parte necessita di quell'incitamento, per potersi esprimere, in modo da sentirsi rassicurata.
Ecco, le persone hanno qualcosa da dire, ma prima di dirla vogliono sentirsi rassicurate, poiché temono anzitutto i giudizi altrui.
Non a caso, "tutti usano facebook" = "mi sento più protetto e confidente a scriverci sopra i cazzi miei"
Forse non è tanto l'esigenza di dire qualcosa, quella che passa, ma piuttosto l'essere ascoltati da qualcuno, indipendentemente da ciò che stiamo dicendo.
Il famoso bisogno di attenzione che, per come la vedo io, i social network possono aggravare.
Ricordatevelo sempre, prima di postare qualcosa: basta avere sempre ben chiara una semplicissima, banale consapevolezza.
Il web non è Facebook. (e parenti)