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Modernità come alibi per dinosauri

Creato il 27 aprile 2010 da Massmedili

Il Corriere di oggi, 27 aprile, apre con un fondo di Angelo Panebianco che strapazza il concetto di modernità utilizzato in politica, secondo lui sintomo di provincialismo politico.

Come sempre i fondi del professor Panebianco vanno letti bene, perché a un primo approccio superficiale sembra quasi che sia incontrovertibile: oggi non si può più definire moderno tutto quello che è di sinistra e passato quello che non lo è.

L’asino casca (e casca male) quando Panebianco applica il tutto alla Lega Lombarda e sembra quasi voler dire che i commenti malevoli che ci arrivano dalla stampa britannica derivano dall’atteggiamento moralistico (e modernista) di chi attacca questa incontrovertibile novità politica con la scusa del progresso.

Mi spiace ma non ci siamo: la Lega sarà pure tanto vicina ai bisogni del “popolo”,, e indubbiamente (come molti altri commentatori hano notato) è stata molto abile nell’andare sul territorio a intercettare esigenze, malumori, opinioni della gente.

Detto questo se la stampa inglese ci massacra non è per il nostro presunto provincialismo, peccato tanto sinistrorso.

La storia dei bambini del bresciano a cui sono stati tagliati i viveri da parte della giunta leghista perché i genitori non pagavano la retta della mensa ha fatto il giro del mondo perché fa schifo, non perché la sinistra la ha definita un ritorno al passato. E per di più un ritorno al passato è: all’ epoca delle caverne.

Capisco che il concetto di mancanza di modernità e di progresso dia fastidio a chi trova invece affascinante la novità della proposta politica del taglio delle mense (soprattutto per bambini figli di immigrati). Chissà quanto costoro troveranno eccitante e innovativo sancire per legge che chi non paga non mangia, anche se non lavora e magari lo rimandiamo anche a casa sua, bingo bongo nel tukul (moderno questo, invece, no?).

Quello che invece Panebianco non sembra capire é che il suo lugubre anatema contro la modernità suona molto come l’ennesimo barrito del Giurassico. Se non quello di un brontosauro, forse, quello di un più agile Velociraptor, ma sempre da epoche remote arriva.


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