Mercoledì 13 marzo si è svolta presso la Sala conferenze GAM la presentazione della mostra “Modigliani e la bohème di Parigi”, che sarà ospitata presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dal 14 marzo al 19 luglio 2015.
Erano presenti Patrizia Asproni, presidente della GAM, Massimo Vitta Zelman, presidente e consigliere delegato di Skira Editore Spa, e Jean-Michel Bouhours, uno dei massimi studiosi di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou di Parigi.
Come spiegato dalla presidente della GAM, la mostra – promossa dalla GAM e prodotta da Mondo Mostre Skira in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne Centre Pompidou di Parigi – presenta sessanta opere del Centre Pompidou e altre trenta provenienti da collezioni pubbliche e private d’Europa.
Jean-Michel Bouhours ha introdotto la mostra con un excursus su Amedeo Modigliani, evidenziando come, nonostante la sua breve vita (Modigliani morì nel 1920 ad appena trentasei anni), l’artista livornese ebbe un ruolo centrale nella straordinaria atmosfera culturale creata dalla “Ècole de Paris”, divenne una figura mitica nei movimenti dell’arte moderna considerato fino ai giorni nostri quale uno dei maggiori interpreti della pittura del Novecento
Un terzo delle opere in mostra alla GAM sono di Modigliani e sono state scelte con l’intento di rievocare il contesto artistico della “Scuola di Parigi”; nel periodo tra le due guerre a Parigi si sviluppò un movimento artistico che ebbe protagonisti artisti che si raccolsero intorno a Montmartre e Montparnasse, uniti dal desiderio di creare una completa simbiosi tra vita e arte. Modigliani si formò a Firenze alla scuola dei Macchiaioli e una volta giunto a Parigi, che all’epoca era il punto focale dell’avanguardia, sviluppò uno stile unico, sintesi dei due movimenti artistici.
La mostra “Modigliani e la bohème di Parigi” è suddivisa in cinque sezioni. La prima ospita le tele e i disegni iniziali dell’artista, la seconda le sculture di Modigliani e di Constantin Brancusi, nel cui atelier l’artista livornese lavorò per molto tempo (tra le opere esposte in questa sezione la celebre Principessa X di Brancusi che diede scandalo all’epoca per le sue forme allusive). Le sculture di Modigliani furono influenzate dai lavori di Brancusi, ma anche da quelli di Gauguin, che l’artista ebbe modo di osservare alle mostre al Trocadéro. La terza sezione è dedicata alla bohème di Parigi ed espone alcuni capolavori di Soutine, Utrillo, Chagall, Gris, Marcousiss, Survage e Picasso. In quegli anni vi fu un vero e proprio cambio nella ritrattistica: i soggetti raffigurati hanno tratti molto espliciti e marcati.
Photocredit: Alessandro Lercara
Il cubismo in particolare, a cui è dedicata la quarta sezione della mostra, influenzò Modigliani nella rappresentazione dei tratti dei volti; tra i ritratti più celebri dell’artista quelli ai suoi amici (Il giovane ragazzo rosso del 1919) e alle sue amanti (Lolotte del 1917). In questi dipinti, spiega Bouhours, emerge il noto “Stile Modigliani” «caratterizzato da una sintesi estrema, tanto che i personaggi ritratti non si rivelano mai nella loro identità, se non per alcuni dettagli, come i vestiti o le capigliature». L’ultima sezione è infine riservata al nuovo umanesimo della “Scuola di Parigi”, con dipinti di Marc Chagall, Max Jacob, Sonia Delaunay e Susanne Valadon.
La mostra “Modigliani e la bohème di Parigi” sarà ospitata presso la GAM fino al 19 luglio 2015 (orari di visita da martedì a domenica 10:00 – 19:30). Parallelamente alla mostra sono previsti workshop, attività con le scuole, con le famiglie e con gli insegnanti.
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