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Nel bosco scopre di non essere solo ma di essere inseguito da qualcuno che sta giocando con lui come al gatto col topo. E John non ci sta ad essere il topo.
E qui mi fermo con la sinossi ( ho raccontato solo pochi minuti di film) perchè Modus Anomali è il classico film che deve essere scoperto ad ogni sequenza un po' come si spillano le carte da poker.
In effetti sembra tutto un gioco di strategia in tempo reale in cui il John Evans di cui sopra è spinto come da una mano invisibile a fare cose che potrebbero ritorcersi contro di lui in un ipotetico futuro in cui ci si trovi a spiegare che cosa è successo realmente e quale il proprio grado di coinvolgimento.
La cinepresa di Joko Anwar, regista e sceneggiatore di questo film indonesiano recitato in un inglese un po' strano ( ma tanto di dialoghi ce ne sono pochissimi) , pedina da vicino un protagonista perplesso , creando una sorta di empatia col personaggio perchè lo spettatore vede tutto attraverso i suoi occhi, come lui è colpito e quasi affondato dalle nuove scoperte in un itinerario che sembra veramente un gioco dell'oca in cui tutto è stato stabilito da una mente perversa.
Quando tutto sembra incanalarsi verso una soluzione da slasher silvestre con un killer misterioso che direttamente o indirettamente, tramite trappole piazzate nel bosco, cerca di uccidere i vari componenti della famiglia ( perchè il John Evans di cui sopra ha un paio di figli che sta cercando e loro stanno cercando lui), Modus Anomali cambia decisamente registro.
E' come se si tornasse alla casella in cui eravamo in precedenza senza passare dal via: ricomincia tutto dall'inizio sia per John che per lo spettatore che ora è costretto a fronteggiare un qualcosa ancora di più diabolico di un semplice slasher .
La mente corre affannata alla ciclicità proposta dai paradossi temporali di gioiellini come Triangle o Los Cronocrimenes ma qui di paradossi temporali non ce ne sono. C'è solo un meccanismo ciclico di perversione fuori della norma in cui viene amplificato il concetto di homo homini lupus , in cui cacciatore e preda, vittima e carnefice si cambiano di ruolo.
C'è una logica in tutto questo? Forse no ma del resto anche un titolo in latinorum come Modus Anomali non vuol dire nulla.
C'è una spiegazione? Credo che in un film come questo meno spiegoni ci sono e meglio è.
Funziona tutto perfettamente nel percorso narrativo del film? Anche qui è dura rispondere. Dirò solo che inevitabilmente ci sono alcune scelte fatte ad minchiam dai (pochi) personaggi in scena ma che appena partiti i titoli di coda viene subito la voglia di rivedere il film daccapo per controllare se tutto fila liscio.
Ma alla fine chissenefrega.
Modus Anomali è un film di adrenalina pura in cui niente è come sembra. Forse.
L'importante è che non si riesce a staccare gli occhi dallo schermo in una lotta per la sopravvivenza girata anche in modo stiloso con abboandante uso della steadycam e della macchina da presa a mano per dare al tutto un aspetto ancora più trafelato, un po' come il protagonista, Rio Dewanto , che è presente quasi in ogni fotogramma del film impegnato in un tour de force fisico e mentale insostenibile per un comune mortale.
Impossibile definire un film come Modus Anomali: un thriller/ horror ad orologeria in cui la precisione scandita dal ritmo implacabile della narrazione è opacata volutamente da un alone di indeterminatezza che circonda il protagonista e la vicenda narrata.
Un uomo perso in un bosco somigliante più a un labirinto senza uscita che a un luogo adatto a trascorrere una serena vacanza all'insegna del relax assoluto .
Un buco nero che inghiotte anime e corpi.
Natura matrigna.
( VOTO : 7,5 / 10 )
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