Moglie, mamma, blogger, imprenditrice e insegnante di Yoga, Claudia (@claudia_porta) è un vero vulcano di idee. Grazie alla rete ha saputo reinventarsi creando un attività alternativa che le permette di stare vicino ai suoi 3 figli lavorando da casa, ma conosciamola meglio…
La casa nella prateria: Ci racconti come nasce?
Il blog è nato con il semplice scopo di tenere aggiornati amici e parenti sulla nostra vita di tutti i giorni. Poi mi è “sfuggito di mano”, e si è trasformato in luogo di scambio, di incontro e di opportunità.
Nel tuo libro “la mia mamma sta con me” tratti il tema della conciliazione di lavoro e famiglia. Quali pensi siano le maggiori difficoltà per una mamma che decide di mettersi in gioco, lasciando un lavoro stabile e seguire una strada diversa per avere più tempo da dedicare alla famiglia e ai propri figli?
La più grande difficoltà sta nel fatto che – in realtà – non sempre si riesce ad avere più tempo da dedicare alla famiglia ed ai propri figli. Spesso si lavora quanto e più di prima. Il vantaggio però sta nella flessibilità. Poter gestire i propri orari permette – pur facendo i salti mortali – di essere presenti quando è necessario.
Sei stata insegnante montessoriana. Qual’è il ruolo dell’insegnante montessoriano?
Nella pedagogia montessori non si usa il termine “insegnante”. Perché il suo ruolo, secondo Maria Montessori, è semplicemente quello di accompagnare il bambino permettendogli di esprimere se stesso. Come diceva Rabelais “Il bambino non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere”.
Spesso ci sono pregiudizi nei confronti della pedagogia montessori. Cosa significa educare alla libertà?
La cosa divertente è che i pregiudizi cambiano di paese in paese. In Italia si crede che le scuole montessori siano molto (troppo?) rigide. In Francia (dove vivo) si pensa che i bambini siano lasciati liberi di fare ciò che vogliono, senza alcuna regola. Educare alla libertà significa aiutare il bambino a sviluppare l’autodisciplina, il che gli permetterà di agire in un determinato modo non per paura della punizione o per ottenere una ricompensa, ma perché quello è per lui il modo più giusto.
In Italia, non è sempre possibile mandare il proprio figlio in una scuola montessoriana. E’ possibile applicare l’approccio montessoriano a casa? Ci dai qualche consiglio pratico?
Purtroppo è così anche nel resto del mondo. Sarebbe bello poter scegliere liberamente il sistema educativo nel quale inserire i propri figli ma le scuole montessori sono spesso molto costose. A casa possiamo fare molto coinvolgendo i nostri figli nelle attività quotidiane. I bambini amano giocare a “fare finta di” perché spesso non lasciamo che facciano davvero. Se glie lo permettiamo saranno felici anche di svolgere compiti apparentemente ingrati come lucidare le scarpe o spazzare il pavimento! Nella sezione Montessori del mio blog trovi alcuni suggerimenti sulle attività di stampo montessoriano da svolgere a casa.
Sò che questo è un tema che ti sta molto a cuore: quanto è importante leggere i libri ai nostri bambini e perchè?
E’ importante perché permette di associare la lettura ad un momento piacevole, di arricchire il vocabolario dei nostri figli e di permettere loro di avere accesso a letture che da soli non saprebbero ancora affrontare. Detto questo, dovrebbe essere un piacere per tutti. Se leggere ad alta voce è per i genitori uno strazio, meglio uscire a fare una passeggiata.
Quale è il trucco per avvicinare i bambini ai bambini al piacere della lettura?
Leggere. Per loro, ad alta voce, ma anche per noi stessi. I bambini imparano non da ciò che diciamo, ma da ciò che facciamo. Purtroppo non c’è una formula magica che garantisce il successo, ma in una casa in cui i genitori leggono, è molto probabile che nascano dei piccoli lettori.
Nel tuo libro “Giochi con me?” metti in evidenza, come attraverso il gioco, è possibile creare un legame profondo con i nostri bambini. Ci spieghi com’è possibile?
Tutte le attività condivise (che si parli di gioco, di lettura o di attività di vita pratica) lasciano un segno profondo nella memoria e costituiscono ricordi preziosi per i nostri figli. Se non amate giocare, magari amate leggere, se non amate leggere forse vi piace cucinare… qualunque sia la vostra passione, condividetela con i vostri figli.
Quale è stato il percorso che ti ha trasformato in una maestra di yoga?
Sono sempre stata affascinata dallo yoga, fin da bambina. Ho sempre detto che “prima o poi” avrei provato a praticarlo. Nel bel mezzo della depressione post-parto ho pensato “ora o mai più”. E da lì è iniziata la risalita. Non l’ho mai più mollato. Ho studiato per perfezionare la mia pratica e poi per poterla trasmettere ad altri… ed eccomi qui.
Che cosa rappresenta per te lo yoga? Pensi sia uno stile di vita da vivere in ogni istante della giornata?
Il bello dello yoga è che ciascuno lo può vivere come preferisce. Per me è diventato un vero e proprio stile di vita. Per altri è un modo per rimanere in forma. Per altri ancora un mezzo per sconfiggere lo stress. Ciascuno prende ciò di cui ha bisogno, senza imposizioni.
Ci lasci un saluto speciale?
Beh, che altro potrei dire se non… “Namasté”? (Ovvero “la divinità che è in me si inchina alla divinità che è in te”). Si tratta di un saluto molto rispettoso che parte dal presupposto che la divinità è in tutte le cose e in tutte le creature, compresi noi e quelli che ci stanno di fronte. Ne parlavo qualche tempo fa su 10minyoga.com, il mio nuovo blog tutto dedicato allo yoga.
Un grazie speciale a Claudia. Vi ricordiamo inoltre che è disponibile gratuitamente nell’app store la sua applicazione10 min Yoga. Cosa aspettate a provare???