MOLDAVIA: Basta coi visti d’ingresso a Schengen da maggio 2014

Creato il 18 marzo 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 18 marzo 2014 in Brevi dall'est, Moldova, Slider with 0 Comments
di Davide Denti

Il Consiglio UE ha approvato la liberalizzazione dei visti Schengen per i cittadini della Repubblica di Moldavia. A partire da inizio maggio 2014, sarà sufficiente il passaporto biometrico per recarsi nei paesi UE fino a tre mesi, come è già sin dal 2008/2010 per i paesi dei Balcani. Il parlamento europeo aveva dato il suo via libera il 27 febbraio.

Il dialogo per la liberalizzazione dei visti tra UE e Moldavia era stato aperto nel giugno 2010. La Moldavia ha dimostrato di aver messo in atto in questi anni riforme nel settore della giustizia e della lotta al crimine organizzato e alla corruzione, oltre che di avere la capacità necessaria per controllare le proprie frontiere e garantire la sicurezza dei documenti d’identità.

La Moldavia è il primo paese del vicinato orientale ad ottenere la liberalizzazione dei visti. Anche la Georgia e l’Ucraina hanno in corso lo stesso negoziato con l’UE, che è invece stato recentemente sospeso per quanto riguarda la Russia. Un piccolo risultato del Vertice di Vilnius del novembre 2013, da cui è scaturita anche la crisi in Ucraina. Georgia e Moldavia hanno parafato a Vilnius il testo del loro accordo di associazione e libero scambio con l’Unione europea, che i due paesi dovrebbe firmare e ratificare entro fine anno. 

La Moldavia è il paese più povero d’Europa, con un PIL pro capite a parità di potere d’acquisto di 3.424 dollari, poco più di un decimo del livello dell’Italia e un quarto di quello della vicina Romania, che è membro UE dal 2007. La liberalizzazione dei visti dovrebbe anche diminuire le richieste da parte di cittadini moldavi di un passaporto rumeno. Circa 400.000 moldavi, su un totale di 3,5 milioni, hanno una seconda cittadinanza rumena, ottenuta grazie alla legge rumena del 1991 sulla cittadinanza; tale seconda cittadinanza dal 2014 permette loro di vivere e lavorare senza restrizioni all’interno dell’Unione europea.

Foto: trm.md

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