Mentre contiamo i morti dell’ennesimo temporale e ci stupiamo di quanto imprevedibili siano i nubifragi e le loro nefaste conseguenze da almeno un decennio a questa parte, mentre ci indigniamo per le risatine da scolaretti stronzi tra Nicolino e Angelina che sfottono Silvietto, mentre a Pompei crolla un altro pezzettino di storia e di patrimonio con buona pace del ministero più inutile d’Italia, quello alla cultura, mentre a Montecitorio si picchiano come in una bettola di avvinazzati davanti ad una scolaresca in visita di istruzione, mentre Silvietto manda una lettera piena di buoni propositi all’Europa-Babbo Natale e l’Europa ci crede per non provocare ulteriori smottamenti diplomatici dopo le risatine di cui sopra, mentre si trova il rimedio principe per uscire dalla crisi e lo si individua nella facilitazione al licenziamento dei dipendenti, mentre gli Italiani non ce la fanno più ad arrivare a fine mese, la disoccupazione tocca limiti che voi umani non potete neanche immaginare, mentre ci accorgiamo che non solo non ci sono più soldi ma ci sono pure un sacco di debiti, mentre accade tutto questo piangiamo tutti insieme Marco Simoncelli. Lo piango sul serio: era un ragazzo pieno di vita ed aveva la stoffa del campione. Ritenevo, credo a ragione, che fosse l’erede designato di Valentino Rossi e la sua perdita oltre ad essere un dramma umano è anche un’enorme disgrazia sportiva. Ma il fatto che i telegiornali e i giornali e le radio e la stessa rete ci bombardino di immagini, servizi, testimonianze strazianti per intristirci sempre di più come se non lo fossimo già abbastanza prova quanto siamo imbecilli. Lo siamo perché ora pensiamo al povero Sic e ci commuoviamo, ma tra una settimana avremo superato il lutto e avremo ancora le bollette da pagare, i figli disoccupati e un paese che va a rotoli. Ma per un po’ di tempo la nostra attenzione sarà stata concentrata altrove, Silvietto avrà rattoppato la figuraccia europea, i morti in Liguria saranno belli e seppelliti e dimenticati, i detriti dei crolli di Pompei saranno stati rimossi, i lividi di leghisti e finiani si saranno riassorbiti e chissà quante malefatte passeranno inosservate ai nostri occhi.
Luca Craia