Sallusti si sente e si atteggia ad eroe, si vede che ci gode come un riccio, ma non è un eroe, è solo un direttore improvvido di un giornale che ha pubblicato un articolo contenente falsità. Un articolo neppure scritto da lui. Personalmente non ho mai avuto stima per questo giornalista, anzi, ho provato un forte fastidio a vederlo fin dai tempi in cui legò la sua fama al colore turchese di un paio di calzini di un giudice. Da allora è stato un crescendo e non c’è trasmissione televisiva in cui non compaia il suo cadaverico e funereo viso con iella incorporata.
Tutti indignati, politici, giornalisti, commentatori e opinionisti, per la condanna definitiva di Sallusti, attuale direttore de “Il Giornale”, per aver pubblicato un articolo su “Libero” di cui allora era il direttore, sotto uno pseudonimo Dreyfus, in cui si diffamava la magistratura per aver dato ad una ragazzina tredicenne incinta e alla madre naturalmente, il permesso di prendere una decisione in merito all’aborto, in totale autonomia.
L’articolo, difficile da trovare, nonostante il continuo parlare attorno alla questione, lo potete leggere qui. http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=DHQW1
La prosa è maleodorante e vergognosa, un insieme di mistica ultracattolica e retorica fascista. Ma già il titolo sa di falsità: Il giudice ordina l’aborto. Non è vero, il giudice non ha ordinato un bel niente, ma ha lasciato piena autonomia alla madre e alla bambina tredicenne di decidere per l’aborto oppure no.
Lascio a chi vuole leggere capire quante falsità vengono dette in questo articolo e da qui anche capire le motivazioni della magistratura sulla condanna di Sallusti.
Si viene poi a sapere che a scrivere questo articolo non è stato Sallusti, ma il famoso agente segreto “Betulla”
Che personaggio è uno che aspetta che un altro venga condannato al posto suo? Radiato dall’Albo dei giornalisti continua a scrivere falsità, e un direttore di giornale che dovrebbe vigilare su che cosa scrivono i suoi “collaboratori” preferisce trastullarsi fra le varie trasmissioni televisive e pubblicare sul giornale da lui diretto, degli articoli scritti da ex giornalisti radiati dall’albo dei professionisti.
Sappiamo comunque che l’agente betulla ha fatto la sua carriera, è diventato deputato del Pdl ed un bel mensile corredato poi da relativa pensione, non glielo leva nessuno, e ciò nonostante gli è rimasta la voglia di inventare falsità e travisare la realtà delle cose.
Due personaggi del nostro tempo, uno diventato famoso per l’odio verso il colore turchese dei calzini di un magistrato, l’altro per essere uno spione e contemporaneamente fregiarsi del titolo di giornalista. Due facce della stessa medaglia.
Convengo che non si debba mandare in prigione chi esprime una propria opinione, c’è libertà di pensiero e di parola, lo dice l’articolo 21 della Costituzione, ma fra esprimere una opinione e avvallare e propinare falsità c’è una bella differenza. E chi si sente offeso per quelle falsità deve poter difendersi senza creare degli eroi di “opinioni” diverse.
Una punizione per Sallusti ci sarebbe: niente galera, ci godrebbe troppo, è sufficiente impedirgli di andare nelle trasmissioni televisive e costringerlo ad indossare per una settimana almeno, un paio di calzini turchesi.