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Momotaro – Favole dal mondo

Creato il 18 giugno 2013 da Molipier @pier78

La favola di Momotaro è molto popolare in Giappone, come da noi Cappuccetto RossoMomotaro significa letteralmente “ragazzo-pesca” (momo=pesca; taro=ragazzo). Kibidango sono una specie di gnocchetti dolci di miglio.

Momotaro   Favole dal mondo Giappone favola

C’era una volta un vecchio e una vecchia.

Il vecchio andava in montagna a far legna e la vecchia al fiume a lavare la biancheria.

Un giorno la vecchia, mentre stava lavando la biancheria, vide galleggiare sulla corrente una grossa pesca.

La vecchia prese la pesca e la portò a casa.

Il vecchio ritornò dalla montagna e rimase meravigliato nel vedere la pesca.

Accarezzando la pesca diceva: “Che bella pesca!”. “Proviamo a tagliarla!”, e la mise sul tagliere.

La vecchia stava per tagliare la pesca con un grosso coltello, quando…la pesca si mosse.

“La pesca! La pesca è viva!”, così pensavano quando la pesca si ruppe e dall’interno uscì un bambino.

Il vecchio e la vecchia si meravigliarono, ma ancor più si meravigliarono della sua vivacità.

Subito il bambino cominciò a divorare scodelle di riso una dopo l’altra.

Il vecchio e la vecchia con grande gioia chiamarono il bambino nato dalla pesca “Momotaro”.

Momotaro cresceva a vista d’occhio e con una grande forza, tanto che sollevava con facilità anche cose pesanti.

Così facendo Momotaro cresceva e diventava grande e forte.

C’era però una cosa che dava loro preoccupazione: anche se la vecchia lo cullava o se il vecchio gli sorrideva dolcemente, Momotaro stava zitto e indifferente. I vecchi erano preoccupati, perché Momotaro non parlava affatto.

“Perché questo bambino non apre bocca?”, si dicevano i due vecchi guardandosi l’un l’altro.

“Vado!”, esclamò improvvisamente Momotaro a gran voce.

“Vecchio, vecchia, vado a combattere i demoni!”.

Al grido di Momotaro la vecchia sobbalzò: “A combattere i demoni?!”.

I vecchi gli dissero che era molto pericoloso.

A quei tempi infatti nel villaggio venivano spesso dei demoni che rubavano cose e rapinavano persone e, usando ogni violenza, facevano soffrire gli abitanti del villaggio.

Momotaro, avendo sentito tutto ciò, non sopportava più questa situazione.

Il vecchio e la vecchia procurarono al loro Momotaro dei “kibidango” e un vestito. Finalmente venne il giorno della partenza.

Momotaro vestì l’abito che gli aveva preparato il vecchio e si mise sulle spalle un fagotto di “kibidango”.

Nonostante i vecchi fossero molto preoccupati, Momotaro lasciò la casa e i vecchi che piangendo lo vedevano allontanarsi.

 

Momotaro puntò diritto all’isola dei demoni.

Mentre camminava, un cane gli si fece incontro e disse: “Momotaro, se mi dai un ‘kibidango’ vengo con te!”. Momotaro glielo diede e il cane andò con lui.

Poco dopo si avvicinò una scimmia che disse: “Momotaro, se mi dai un ‘kibidango’ vengo con te!”. Momotaro diede anche alla scimmia il “kibidango” e questa lo seguì.

Poco dopo un fagiano venne volando e disse a Momotaro la stessa cosa: “Momotaro, se mi dai un ‘kibidango’ vengo con te!”. Momotaro diede anche al fagiano il “kibidango” e il fagiano lo seguì.

Tutti insieme attraversarono campi e monti e giunsero alla riva del mare.

Di qui salparono con una barca e finalmente giunsero all’isola dei demoni, fatta di rocce che spuntavano dal mare.

Dopo un volo di ricognizione il fagiano tornò, dicendo che era il momento giusto perché i demoni stavano gozzovigliando.

Era il momento giusto, ma la porta dell’isola era saldamente chiusa.

“Questo lavoro è per me!”, disse la scimmia.

Con un salto scavalcò la porta e dall’interno la aprì.

I demoni erano nel pieno della baldoria, quando improvvisamente Momotaro balzò in mezzo a loro e disse: “Io sono Momotaro, numero uno in Giappone, e vi sconfiggerò!”.

I demoni sbalorditi rimasero completamente interdetti, così che mentre erano distratti Momotaro e i suoi amici li assaltarono.

Il cane morse i demoni, la scimmia li graffiò e il fagiano li beccò, e Momotaro li colpiva con una forza straordinaria.

Ci fu una grande confusione. Arrivò anche il capo dei demoni tutto infuriato.

“Chi è quel ragazzotto insolente?”. “Ti prenderò!”, disse il capo dei demoni, e roteò con forza un grosso bastone di ferro contro Momotaro.

Ma il bastone di ferro che colpì la testa di Momotaro si spezzò di netto.

Così Momotaro, con la sua testa dura che aveva spezzato il bastone di ferro, diede una testata al capo dei demoni e lo vinse.

Il capo dei demoni vide d’un tratto le stelle e cadde a terra.

“Non faro più cose cattive. Non attaccheremo più il villaggio. Perdonami!”.

Dopo aver caricato sulla barca il tesoro che i demoni avevano rubato, Momotaro e i suoi amici tornarono a casa sani e salvi.

Ma ciò che più aveva reso felice Momotaro era che il sogno di vincere i grossi demoni si era realizzato.

tradotte da P. Alberto Berra

Fonte : Atma-o-jibon

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