Erano anni che non tornavamo a Monaco. Tra le città tedesche è quella che più assomiglia alle nostre, perché qui in molti parlano italiano a causa di una massiccia immigrazione di nostri connazionali ed anche per il carattere gioviale dei bavaresi.
Il periodo non era dei migliori, in quanto il periodo di Pentecoste, domenica e lunedì, è festivo, come in molte aree di lingua tedesca, ma era l’unico possibile, tra impegni delle settimane precedenti e quelli delle settimane successive. Questa volta, consigliati da un’amica, non abbiamo scelto un hotel, ma un B&B, con un notevole risparmio di denaro che, visti i tempi, non è affatto male.
Siamo partiti con una temperatura, alle otto, di appena 12 gradi, al Brennero ce n’erano solo 7. Non pioveva, ma l’umidità si condensava in minuscole goccioline sul parabrezza mentre la nebbia si alzava dai boschi e dalle campagne, andando a raggiungere le nuvole, davvero molto basse. Un bel contrasto, il grigio del cielo e il verde della vegetazione, molto rigogliosa date le piogge di questi tempi.
Ringraziamo il navigatore che ci ha permesso di attraversare la città senza intoppi.
La pensione è graziosa, in una zona tranquilla, il quartiere periferico di Pasing in una zona residenziale. La stanza confortevole e ampia. A Copenhagen, ad esempio, in albergo sito in zona centrale, avevamo a mala pena lo spazio per muoverci e niente TV. Qui lo spazio non manca e, cosa assai rara nei paesi nordici, la finestra ha le tapparelle, così potrò dormire tranquillamente.
La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di acquistare la Personal Kard valida 3 giorni, che consente di girare su tutti i mezzi pubblici della cerchia urbana. Per due persone magari può sembrare cara, ma sarebbe valida per gruppi fino a 5 persone. E sui mezzi pubblici, a differenza di quelli italiani, nessun controllo, nessun tornello: il tutto è affidato al senso di responsabilità dei cittadini.
Per arrivare nella centrale Marienplatz, con la S-Bahn, ci vogliono 5 minuti a piedi e nemmeno 10 di metropolitana di superficie… Meglio di così!
L’unica cosa contraria è la solita sfortuna che ci perseguita. Appena usciti, pioggia e vento a tutto spiano, un freddo che sembrava di essere a novembre inoltrato invece che nella seconda quindicina di maggio. Comunque siamo attrezzati: giacca impermeabile e scarpe in Goretex, ombrelli e pure berrettino.
La zona migliore è racchiusa in un Ring che ha per centro la Marienplatz, dove è sito il Neues Rathaus, (municipio nuovo anche se la sua costruzione data a cavallo tra il 1800 ed il 1900), celebre per il suo carrilon che suona puntualmente ogno mezzogiorno. Da là si dipartono le strade principali.
La Kaufingerstrasse offre molte attrazioni. Per strada prima abbiamo ascoltato un trio che interpretava Mozart. Più avanti quattro giovanotti cantavano a cappella. Nei pressi della Marienplatz, dei cantanti interpretavano il Rigoletto, “Bella figlia dell’amore”.
In piazza invece si esibiva un quartetto russo, con un baritono dalla voce davvero notevole.
Di mangiare alla rinomata birreria Hofbraeuhaus (la più antica di Monaco) nemmeno a parlarne,
perché c’era una fila lunghissima di persone che si accalcavano per accedervi e poi ci sarebbe sembrato di mangiare in un’immensa mensa; inoltre detestiamo la confusione, ma nella Weinstrasse abbiamo trovato un localino davvero delizioso dove, naturalmente, abbiamo mangiato Wuerstel.
Si fa presto a dire Wuerstel… Le varietà di salsicciotti in Germania sono davvero tante, come i modi di cucinarli. Solitamente vengono bolliti, altre volte cotti al vapore, ma i migliori sono quelli arrostiti (Bratwuerstel). E le qualità variano anche a seconda dell’ora in cui vengono mangiate. Ad esempio i Wuerstel bianchi che vanno rigorosamente accompagnati dai Bretzel e dalla senape dolce unitamente ad un bel boccale di Weizen, si dovrebbero gustare solamente entro mezzogiorno.
Dalla Weinstrasse si diparte la Theatinerstrasse che prende il nome dall’omonima chiesa baroccca fatta costruire in onore di San Gaetano da Erichetta Adelaide di Savoia per ringraziarlo di aver potuto dare un erede al consorte. Tutta la costruzione è opera di maestranze fatte giungere appositamente dall’Italia, in quanto la principessa non riteneva all’altezza gli artigiani locali. Sempre nei pressi della Theatinerstrasse ci sono i cinque cortili (Fuenf Hoefe) ossia la moderna ristrutturazione e copertura di edifici antichi collegati tra di loro, ed ospitanti negozi eleganti e boutiques.
Se si percorre la Maximilianstrasse, sembra di essere in via Montenapoleone, ma molto più in grande: è tutto un susseguirsi di marche italiane, Valentino, Gucci, Armani, Versace, Ferragamo, Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Dolce e Gabbana, Tod’s…e via dicendo. Fa un certo effetto veder entrare in questi negozi delle donne arabe, accompagnate dal marito, rigorosamente vestite di nero dalla testa ai piedi, con anche un panno che ricopre il viso: solo gli occhi restano scoperti, un passo solo indietro al burqa.
In molte vetrine si notano manichini vestiti con le maglie rosse del Bayern,
dato che la città si sta preparando per la finale della Coppa dei Campioni che verrà disputata sabato contro il Borussia Dortmund.
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