La canzone che Emanuele Filiberto + Pupo + tenore a caso hanno portato a Sanremo 2010 ha risvegliato in noi italiani l’ancestrale domanda “monarchia o repubblica?“.
Da anni, impegnati a decidere quale partito votare, a quale politico dare la nostra fiducia e in quale programma elettorale riporre le nostre speranze, abbiamo ormai dimenticato che, in fondo, abbiamo una famiglia reale!
È anche vero, però, che il popolo italiano merita più che un cantante/ballerino sottaceto dell’Udc come principe, un assassino puttaniere come re e una cariatide scimmiesca come regina. Non per questo, però, dobbiamo dire no alla nostra voglia di regalità, balli a palazzo e matrimoni fiabeschi. C’è una valida alternativa, che da anni sta rivendicando il diritto al trono:
Amedeo d’Aosta Savoia!
O meglio: Amedeo Umberto Costantino Giorgio Paolo Elena Maria Fiorenzo Zvonimiro di Savoia Aosta (Firenze, 27 settembre 1943).
Il 7 luglio 2006 la Consulta dei Senatori del Regno ha infatti promulgato un comunicato che dichiara che, con i relativi titoli e le prerogative ad esso spettanti, è Amedeo l’erede di Umberto II, il Re di Maggio. A lui spetta la successione della Real Casa di Savoia (nonostante molti studiosi – pagati da Vittorio Emanuele – si dimostrino dubbiosi).
Ecco i motivi principali:
- Vittorio Emanuele avrebbe sposato una persona di differente condizione sociale senza il regio assenso, come stabilisce l’art. 2 delle regie patenti date il 13 settembre 1782 dal re di Sardegna Vittorio Amedeo III di Savoia, il regio decreto del 1890 sulla Real casa e l’art. 92 del vigente codice civile. Il mix sangue blu + sangue borghese, in effetti, ha dato risultati disastrosi (Emanuele Filiberto).
- Vittorio Emanuele, inoltre, ha collezionato troppe figure di merda, e soprattutto reati (il tragico episodio della battuta di caccia in yacht, vallettopoli, le imbarazzanti intercettazioni telefoniche con Pippo Franco e il relativo tentativo di Golpe).
- Amedeo è stato al Polo Nord con Mike Bongiorno: clicca qui per leggere il toccante ricordo.
Da anni Amedeo ha accettato il proprio destino di re: «Se il popolo italiano dovesse chiedermelo e mio cugino rinunciasse ai suoi diritti, sarei pronto ad assumere anche le mie responsabilità dinastiche» (Corriere della Sera, del 9 ottobre 2002). Ad Amedeo, sposato con la compassionevole e radiosa Silvia (nella foto eccola in missione umanitaria in Iraq), succederebbe il figlio Aimone.
Il bellissimo principe e la consorte Olga di Grecia, donna moderna ed emancipata, sono genitori del piccolo Umberto (nome di buon auspicio!).
Anche le sorelle di Vittorio Emanuele – capitanate dalla maggiore Maria Gabriella, la “principessa erudita” – appoggiano Amedeo d’Aosta, unite nell’odio per il fratello scialacquatore e per la cognata avida di denaro.
Mio fratello sta distruggendo quanto mio padre fece in trentasette anni di esilio. D’ora in poi, per me sarà solo il “Signor Savoia” [...]. Marina Doria, specialmente, è una donna assai attaccata ai soldi, in quanto proviene da una famiglia di imprenditori falliti [...] Alla luce di questi ultimi fatti, penso proprio che quei tre possano soltanto tornare a Ginevra per coltivare fiori.
Amedeo sarebbe comunque un buon re: guardatelo qua, nel messaggio d’auguri per il 2009:
Altro che il melenso testo proposto da Emanuele Filiberto, composto di concetti sbiaditi e di stanca retorica: Amedeo ha in mano proposte, idee, passione!
Oltre a lodare e sostenere gli indigenti, che con dignità ricevono un gesto di conforto dalle instancabili e «encomiabili organizzazioni caritatevoli» che sostituiscono lo stato dedito agli sprechi, Amedeo sbugiarda coraggiosamente i paradossi di quella che dovrebbe essere una «democrazia fondata sul lavoro». Sua Altezza Reale vuole investire sui giovani, sulla loro capacità innovativa, ma soprattutto denuncia la «scellerata anarchia globale», da combattere con il commercio equosolidale! Grande! E infine saluta coloro che troppo spesso vengono dimenticati: gli scienziati, costretti a lavorare in ristrettezze, fuggendo all’estero, ma senza dimenticare di dare lustro all’Italia.
Amedeo conosce il suo popolo, ed è un grande innovatore, un critico, un costruttore.
Alcuni anni fa, addirittura, Vittorio Emanuele aveva tentato di intimidirlo con un gesto ben poco regale: durante il banchetto per il matrimonio di Felipe di Borbone con la bella Letizia, il paonazzo gigione aveva sferrato alla nostra vera S.A.R. due pugni, minacciandolo. Vittorio Emanuele aveva così siglato la caduta della propria corona e, cacciato personalmente dal party dal saggio ma severo Juan Carlos Re di Spagna, è stato dimenticato dalle teste coronate mondiali.
Ora, è giusto che l’Italia si svegli.
W il RE d’Italia Amedeo I ! Avanti Savoia!
S.A.R., t.v.b.!