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"Che sta pensando il Pensatore ?" ...
... era uno dei tanti tormentoni della fortunata trasmissione "Quelli della Notte", dove Renzo Arbore, in una feroce parodia della stupidità di quiz televisivi che chiedono di indovinare in diretta che ne so, "quanti fagioli contiene il vaso", presentava un Mirabella in capigliatura beethoweniana, aria da intellettuale settecentesco e posa da pensatore di Rodin nel siparietto dal titolo "Che sta pensando il pensatore quiz", chiedendo appunto al pubblico in diretta telefonica di rispondere a tale quesito.
Ovvio che nessuno sapesse fornire l' esatta risposta, mentre si creava così la situazione perfetta per il formularsi delle più strampalate e grottesche ipotesi degli intervistati, accolte dalle fragorose risate del pubblico in sala. Simile sorte oggi tocca in genere a chi cerchi di interrogarsi sulla ben meno ilare situazione attuale, e sorte ancora peggiore a chi cerchi di formularne una qualche visione più o meno coerente sul web, che difatti oggi pullula all' inverosimile di ipotesi altrettanto strampalate di quelle fornite ad Arbore, tramutandolo di fatto nell' esatta trasposizione internettiana e massiva del fortunato quanto paradossale siparietto televisivo.
Ma appunto perchè, parafrasando Debord, "nella società dello spettacolo la rappresentazione diventa realtà", Mondart si cimenterà oggi, siorri e siorre, nell' arduo compito di guardare in faccia la Sfinge. Ma con un approccio diverso: edotto dal noto siparietto di "Quelli della Notte", Mondart se ne fregherà quindi altamente di fornire qui la "risposta impossibile" all' indovinello, quanto cercherà di rispondere alla domanda: "Perchè la Sfinge mi sta sottoponendo questo indovinello ?"
Senza mani e senza rete siorri e siorre, allacciarsi le cinture di sicurezza ... e proviamo ad entrare nella testa degli Architetti.
In effetti, benchè a questo punto siamo in possesso di qualche elemento d' analisi in più, non solo "pretendere di vedere in faccia" gli Architetti è e resta un problema falso e sviante, ma anche quello di tentare di rispondere, similmente a quanto richiesto di fare agli sprovveduti intervistati di Arbore, alla domanda "QUALE sia il loro pensiero" ( domanda che presuppone una risposta univoca ) è una falsa questione, è una domanda mal posta che non può che portare a formulazioni erronee, è il tipico caso di equazione a "soluzione impossibile" insomma ...
Proprio perchè, come già anticipato nel post precedente, più verosimilmente non di un unico e preciso pensiero si tratta, ben formulabile ed inquadrabile in una qualche teorizzazione nota, quanto piuttosto di UN PENSIERO COMPOSITO E CULTURALMENTE ADATTABILE NEL TEMPO.
Un pensiero insomma che non dice: "ecco, QUESTO sono esattamente io, questi i miei confini precisi, e tutto quello che non è me è altro da me", ma al contrario tende ad individuare il COMUNE DENOMINATORE DI VERITA' contenuta nelle opposte tesi fin qui formulate dalla nostra "sofia", dal nostro modo di conoscere ed investigare la realtà, dal nostro modo di catalogare il sapere.
E' un METODO PROCEDURALE insomma, più che una teorizzazione data, che tende prima ad individuare e scindere il nocciolo di verità contenuto in ogni precedente formulazione teorica, per poi fonderlo in quel "fuoco della ragione" che deve esser tesa a trovare il "denominatore comune che unisce", NON il "particolare che divide". Come già in vario modo visto infatti, questo secondo modo di procedere si è sempre dimostrato erroneo, e ha storicamente condotto alle peggiori tragedie.
( Oggi riassunte in quella stessa "Tragedia Greca" così volutamente platealizzata ? )
E se un merito va dato al pensiero illuminista è proprio il suo assunto di rifiutare qualsiasi "verità preconfezionata" ( ... anche se poi, per i motivi "ciclico-dinamici" che oggi ci sono più chiari, gli stessi illuministi hanno storicamente attuato ben altro ... fino ad oggi ?? )
In poche parole, affrontare la Sfinge col nostro modo di pensare schematico e ben diviso in quei FALSI OPPOSTI DOTTRINALI ( che proprio la Sfinge ha creato ) è una tattica perdente in partenza, e l' unica risposta è appunto che "in questa equazione la soluzione è impossibile", "in questi termini il quesito non ha risposta". Semplicemente. Punto. Stop.
La questione, ben si badi, non è affatto peregrina, non è affatto puramente speculativa e tantomeno metafisica, ma è assolutamente concreta: il paradosso attuale, cosi ben esposto, teatralizzato, incarnato dal web, altro non è che la dimostrazione di sè stesso: non necessita di essere capito, o interpretato, quanto semplicemente di dimostrarsi, denunciarsi per quel che è.
L' ODIERNO PARADOSSO DEBORDIANO ( ossia la sua attuale esasperazione e teatralizzazione in atto, sul web ed in parte minore anche nella realtà concreta ) QUINDI ALTRO NON E' CHE LA DENUNCIA DI SE' STESSO: non c'è niente da "cercare dietro", quanto "prendere semplicemente atto della sua paradossale assurdità". Punto. Stop.
"Mondart nuota / i pesci nuotano = Mondart è un pesce" ... non necessita, non vi chiede di andare a cercare una spiegazione logica che non c'è ( nè tantomeno di essere accettato come una verità rivelata ed indiscutibile, data la sua pragmatica incoerenza ), quanto che semplicemente SI PRENDA ATTO DI UNA LOGICA ERRONEA, che ha condotto ad una formulazione erronea.
... A quella stessa "fata morgana" ben iconizzata dall' immagine in testa al capoverso, dove il "paradosso logico" è quello dato dal trasporre una logica bidimensionale ad un contesto tridimensionale ( ossia: posso "disegnare" la struttura rappresentata su un foglio da disegno, in quanto BIDIMENSIONALE ... ma non riuscirò MAI a portare tale "pensiero" in una spazialità TRIDIMENSIONALE ... )
Fuori di metafora, posso teorizzare finchè voglio delle belle IDEOLOGIE BIDIMENSIONALI ( oppositive ), ma sarà proprio questo loro limite intrinseco, questa loro "bidimensionalità" a renderle INAPPLICABILI IN UN CONTESTO REALE.
QUESTO E' IL WEB ATTUALE, questo gli Architetti ci stanno dicendo con l' esasperazione e la teatralizzazione in corso degli attuali paradossi.
Ed è un gran bel segno, perchè se come abbiamo visto, procedura classica degli architetti è prima usare e poi denunciare e abbattere l' impalcatura stessa allestita per procedere, vuol dire che vivaddio sono in procinto di abbandonare quello stesso pensiero duale/dicotomico fin qui privilegiato in ogni ambito "ufficiale" e accademico ad approccio gnoseologico e "costruttivo" del reale. Stanno abbandonando la locomotiva che avanza per opposti, stanno abbandonando la struttura forzosa rappresentata dalla "fata morgana" in testa.
( Abbandono e abbattimento che deve passare previa loro esteriorizzata denuncia e teatralizzazione catartica, un pochino perchè amano atteggiarsi a fighi dando sempre la colpa agli altri, diciamolo, ma soprattutto perchè, come già visto parlando del labirinto di Shining, tale struttura finisce per diventare "interna", finisce per farsi DNA costitutivo, finisce per diventare il nostro software auto-rigenerantesi, finisce per diventare "schema di pensiero", quel Matrix interiorizzato ancor più difficile da debellare di qualsiasi struttura esterna ).
Questa E' la realtà attuale:
La nota scena ( parimenti a tutte quelle descritte nel film di Bunuel "Il fantasma della libertà" ) che vede i convitati fare la cacca mentre sono riuniti a tavola nel corso di un' insulso quanto funambolico colloquio, NON E' ALLEGORICA, non è "espressionista", non è "onirica", non è "surreale" come tanti coglionazzi ritengono e tendono a far credere ...
... Per quanto "portata a paradosso" infatti, non è altro che la fotografia REALE della società borghese, i cui costrutti di ipocrita necessità diventano appunto quello "schema indiscusso ed interiorizzato", quel "matrix" che finisce col soppiantare il naturale ordine delle cose, e il più naturale buon senso ... fino a mettere insieme contraddizioni che non vengono nemmeno più percepite come tali.
... Non è altro che la fotografia REALE di quanto oggi accade, ossia di una realtà oggettiva completamente soggiogata ad un "astratto vaniloquio" ... concetto a sua volta "portato a paradosso" con tanto insulso vaniloquio del web ( Mondart escluso, parbleu ! ) che non fa che riproporre quella "domanda impossibile" di Arbore, non fa che dire continuamente che "la questione così è mal posta, e non può che risultarne un' equazione impossibile".
... E', volendo vederla, la fotografia REALE della "Tragedia Greca", dove funambolici ed astratti discorsi imbastiti "sopra il tavolo" impediscono di sentire il puzzo ben concreto che viene da "sotto il tavolo" ... ed ecco che si comprende meglio anche l' assunto un po' folle di Debord: lo "spettacolo" ( inteso come rappresentazione incorporea e astratta ) che diventa realtà, di fatto soppiantandola.
Concludendo: dire "Mondart nuota / i pesci nuotano = Mondart è un pesce" equivale a mettere insieme, che ne so, due affermazioni del tipo: "non avrai altro dio fuori di me" ... ne consegue necessariamente la terza, che purtroppo è però smentita dai fatti ... equivale a voler forzare la realtà a dover a tutti i costi aderire ad una idea preconcetta ahimè del tutto smentita dai fatti; equivale a dire che fare la cacca a tavola è buono e giusto perchè lo dice il nuovo galateo borghese, o che la vita deve essere soggetta all' economia e non il contrario perchè lo dice Adam Smith ... costrutti "dottrinali" appunto ... ma che nei fatti semplicemente non stanno in piedi.
Occorre quindi riformulare in toto i postulati di partenza:
"Mondart ama le donne / le donne amano Mondart = Mondart è una donna che ama le donne" ...
... Azz, parbleu ...
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