Appunti
Published on dicembre 2nd, 2012 | by Giulio Scaccia
Sebastian Vettel, Ferando Alonso e Lewis Hamilton le stelle del mondiale F1 2012.
Sebastian Vettel – 10. Terzo mondiale di fila per Sebastian. Per gli amanti delle statistiche, raggiunge Brabham, Senna, Piquet e Lauda. Tre di fila (ed anche di più) ne avevano vinti solo Fangio e Schumacher. Il tedesco è l’interprete perfetto di questa F1 e del genio aerodinamico di Adrian Newey. Alle doti di velocità pure, aggiunge una dote: quella di non mollare mai. In pochi, forse nessuno, lo dava come pretendente al titolo iridato dopo la gara di Monza. Seb dimostra carattere e doti che non gli venivano riconosciute, nelle gare di Abu Dhabi ed Interlagos, dove poteva perderlo il mondiale. Invece lì lo ha vinto. Un briciolo di fortuna lo aiuta. Ma è la fortuna degli audaci.
Fernando Alonso – 10. Il pilota della Ferrari fa una annata gigantesca fino al GP di Abu Dhabi. Lì ha capito, nel momento che ha visto materializzarsi sul podio Sebastian Vettel, che il mondiale era perso. Flette nelle ultime gare, ma aveva dato più di quello che si può chiedere ad un pilota. Ha fatto miracoli fino a Monza, poi la Ferrari, che non era comunque mai stata la vettura più veloce del lotto, non riesce più ad azzeccare uno sviluppo che è uno. Conclude innervosito verso la direzione tecnica e sportiva. Ha tutte le ragioni di questo mondo. Il suo mondiale comunque è da incorniciare. Questa volta, la fortuna, di cui i suoi detrattori lo accusano di averne in grandi dosi, non lo ha aiutato. Anzi. Lui non può rimproverarsi nulla.
Lewis Hamilton – 10. A Monza sembrava l’avversario più serio per Fernando Alonso, poi la McLaren ha ricominciato a fermarsi. L’anglocaraibico ha fatto una stagione ottima. Solo l’affidabilità lo ha fermato. Lewis in questo 2012 è entrato in una seconda fase della sua carriera. Più maturo, a tratti (solo a tratti) capace di fare calcoli in chiave mondiale. Sempre veloce, anzi velocissimo nelle sue giornate di grazia, in cui non ce ne è per nessuno. Peccato che proprio adesso lasci la scuderia di Woking. Lui, insieme ad Alonso e Vettel, è il meglio in circolazione.
Kimi Raikkonen – 8. I due anni di lontananza non lo hanno arrugginito, anzi probabilmente lo hanno fatto maturare. Chiude un ottimo mondiale in terza posizione, arricchito dalla vittoria di Abu Dhabi e dal record di giri compiuti in una stagione. Dà l’impressione di soffrire un po’ le gomme ad inizio stagione, ma conclude in crescendo. Una buona notizia per gli appassionati di F1. Iceman è tornato.
Nico Hulkenberg- 8. Dopo un anno di lontananza, patisce il compagno di team. Poi prende le misure e finisce in crescendo, annichilendo Paul Di Resta sia in qualifica che in gara. Conclude con una bellissima prestazione in Brasile. Nico è dotato di velocità naturale e chi lo ha preso ha fatto un affare. Meno chi lo ha perso o chi se lo è lasciato sfuggire.
Michael Schumacher -8. Il kaiser conclude la seconda fase della carriera. Finalmente un podio, finalmente una pole, a Montecarlo, che gli viene tolta per una precedente penalità. Questa non è la sua F1. Patisce l’impossibilità di fare test, l’usura delle gomme Pirelli. Nonostante tutto dimostra ancora di esserci, nonostante qualche errore anche piuttosto significativo. Se avesse avuto una vettura competitiva, nonostante tutto, avrebbe potuto lasciare di nuovo il segno. Fa strano pensare che il prossimo anno non ci sarà Michael Schumacher al via del mondiale. Ma il tempo è inesorabile. Anche per i grandissimi campioni.
Jenson Button – 7. Vince la prima e l’ultima gara, oltre al Gp di SPA. Peccato che soprattutto nella prima metà della stagione sparisce, in crisi di interpretazione di pneumatici e set-up della vettura. Conclude in crescendo, ma subisce sempre, salvo rarissimi casi, la velocità del compagno di squadra. Da lui ci si aspetta di più. O forse questo è Jenson Button.
Kamui Kobahyashi- 6. Il piccolo samurai alterna buone prove a prestazioni sotto tono. Il podio in Giappone è un piccolo capolavoro di intelligenza strategica. Non sarà un campione ma ci mette sempre l’anima. La Sauber se ne priva per motivi economici. L’avranno ritenuta una motivazione sufficiente.
Sergio Perez- 6. Ottime gare alternate a errori madornali. Ancora non si è ben capito tutto il potenziale del giovane messicano. E’ comunque bravo nelle strategie, meno nell’attaccare, in quanto commette molti errori. In McLaren si stanno facendo molte domande. In Sauber meno.
Mark Webber – 6. L’australiano interpreta in maniera intelligente il ruolo di seconda guida. Anche nelle rotture, che capitano spesso a lui. Continua a sbagliare le partenze, a cannare le strategie o a fare da cavia. Fa anche un discreto numero di errori. Un altro anno in Red Bull è comuque meritato.
Pastor Maldonado – 6. Certo non brilla per correttezza in pista e si prende una quantità industriale di penalizzazioni. Ma Pastor è un altro che ha la velocità nel sangue. Vince a Barcellona e sui circuiti cittadini fa la differenza, piazzando la sua Williams quasi sempre nelle prime posizioni della griglia. Se riuscirà a contenere i suoi bollenti spiriti, potrà ottenere risultati importanti. Il talento c’è. I soldi pure.
Bruno Senna – 6. Sarà raccomandato e con la valigia, ma Bruno fa una buona seconda metà di stagione. Non bisogna dimenticare che parecchi venerdì di prove libere, ha dovuto lasciare la vettura a Bottas, che poi lo sostituirà per il 2013. Non c’è nulla dello zio, se non il cognome, tra l’altro pure quello acquisito. Ma in pista lotta e dà l’anima.
Nico Rosberg – 6. Vince la sua prima gara in Cina, poi patisce i problemi di velocità e di usura pneumatici della sua Mercedes. E’ battuto spesso e volentieri sia in prova che in gara da Michael Schumacher ed affonda insieme a tutta la scuderia nel finale di stagione. La sufficienza la merita solo per la vittoria. Per lui un 2013 con uno scomodo compagno di squadra: Lewis Hamilton.
Felipe Massa – 5. Il rinnovo del contratto è un altro dei misteri (?) della Ferrari di Montezemolo e Domenicali. E’ urticante per tutta la stagione. Lento ed incapace di qualsiasi guizzo o prestazione utile alla causa. Il contratto gli ridà un po’ di verve e nei due GP finali è più veloce di Fernando. C’è da capire a quel punto se in Ferrari hanno fatto un disastro negli sviluppi, se il paulista si è svegliato, se Fernando si è accasciato. Probabilmente tutte e tre le cose. Ci sono buoni piloti in giro, alcuni a spasso. Su un sedile prestigioso dovrebbe stare un pilota vero. Un pilota vero non corre 2 gare in una stagione.
Paul Di Resta – 5. Probabilmente il talentuoso scozzese sperava per il 2013 nella Mercedes ma soprattuto nella McLaren. Non è andata così e da quel momento è sparito. Già la stagione non era fino a quel momento eccezionale, ma diventa poi deficitaria. Battuto in prova ed in gara dal compagno di squadra, speriamo in un risveglio nel 2013.
Romain Grosjean – 4. Conosce bene le gomme Pirelli e si vede. Soprattutto in prova è, nella prima parte del mondiale, più veloce di Raikkonen. E’ però un pericolo reale in pista per sé e sopratutto per gli altri. L’incidente di SPA in cui elimina Alonso ed Hamilton, dà un indirizzo al mondiale. Viene fermato per una gara ma probabilmente non basta. Se rimane in F1 è solo per la nazionalità e lo sponsor Total. L’eccellenza della pista non è, ad oggi, un mondo per lui.