Probabilmente nella peggior stagione da tre anni a questa parte, Philippe Gilbert coglie il successo più importante della carriera. Ci era andato vicino nel 2010, mentre nel 2011 era stato tagliato fuori da un percorso troppo poco selettivo. Questa Maglia Iridata corona una carriera fantastica, ancora lontana da un’ipotetica chiusura. Ed è arrivata grazie a quella che probabilmente è la sua salita, 1km che si adatta perfettamente alle sue caratteristiche e che l’ha premiato anche in questa circostanza: il Cauberg.
Dopo alcuni chilometri di bagarre, riesce ad avvantaggiarsi un gruppo abbastanza numeroso, composto da undici atleti: Dario Cataldo (Italia), Pablo Lastras (Spagna), Winner Anacona (Colombia), Vitaliy Buts (Ucraina), Jerome Coppel (Francia), Thimoty Duggan e Alex Howes (Stati Uniti), Vladimir Isaichev (Russia), Luca Mezgec (Slovenia), Fabricio Ferrari (Uruguay) e Gatis Smukulis (Lettonia). Il gruppo, guidato dagli uomini della Gran Bretagna, non lascia mai un vantaggio superiore ai 5-6 minuti. Si segnala, in particolar modo, il lavoro del campione del mondo uscente Mark Cavendish, intenzionato quantomeno a non farsi ricordare per una prova totalmente anonima.
A otto giri dalla conclusione si sviluppa, proprio sul Cauberg, un’azione di contrattacco. Il primo a muoversi è lo spagnolo Juan Antonio Flecha, seguito, tra gli altri, dall’italiano Rinaldo Nocentini e il belga Gianni Meersman. Con loro anche il danese Jacob Fuglsang, l’australiano Michael Matthews e l’inglese Steven Cummings. A 7 giri dalla fine gli inseguitori pagavano alla testa della corsa 1’49’’, col gruppo distante ulteriori 30”.
Dopo un ulteriore giro è ancora la Spagna ad accendere la miccia sul Cauberg, con l’attacco di Alberto Contador, vincitore dell’ultima Vuelta a Espana. Il madrileno, però, non riesce a fare la differenza e il grosso del plotone si ritrova di nuovo compatto in cima alla salita. A 5 giri dal termine Contador ci riprova: riavvicinatisi i due gruppetti in testa alla corsa, con lo spagnolo si avvantaggiano una decina di corridori: Marco Marcato, Thomas Voeckler, Diego Ulissi, Tiernan-Lochte, Robert Gesink e Michael Albasini . Sul traguardo, questa 30ina di corridori ha 30” di vantaggio su un gruppo sempre tirato dal Belgio di Gilbert e Boonen.
A quattro tornate dal termine provano altri uomini a rifarsi sotto, sempre sulle rampe del Cauberg. Nonostante tra loro ci fossero Gilbert e Sagan, vengono riassorbiti da quel che rimane del plotone, a 49’’ dalla testa sul passaggio. Nonostante gli sforzi di Germania, Belgio e Australia il gap si mantiene per tutto il settimo giro sull’ordine del minuto. Sul Cauberg, però, la miccia si accende di nuovo: Lastras in testa alla corsa fa il forcing, coadiuvato anche dai francesi, col gruppetto che si sfoltisce ulteriormente. Nel gruppo dietro una maxi-caduta taglia fuori almeno una 40ina di corridori nelle retrovie. Gilbert transita sul traguardo, con 50 corridori, a 49’’ dai primi. Con lui, per gli italiani, sono rimasti Nibali, Moser e Paolini.
A due giri dal termine, quando i corridori si apprestano ad affrontare per la terzultima volta la salita finale, il vantaggio dei battistrada si assottiglia, arrivando ad una ventina di secondi di ritardo. Davanti, col gruppo sempre meno numeroso, attaccano prima Contador e successivamente Voecler. Anche dal gruppo ci sono dei tentativi, con gli italiani pronti a reagire portandosi nelle prime posizioni. Poco prima dello striscione del traguardo, avviene il ricongiungimento. A 32km dal traguardo, il gruppo, molto sfoltito, è di nuovo compatto.
Al successivo passaggio sul Bemelerberg, ci provano lo statunitense Andrew Talanski e il britannico Ian Stannard, che guadagnano un centinaio di metri sugli inseguitori. Sotto l’impulso dell’attacco di Kolobnev, però, il gruppo rientra, con Nibali in seconda ruota. Pochi metri e il siciliano riparte, con Gilbert e Tiernan-Lochte a ruota, seguiti da una trentina di atleti. Sotto il traguardo parte Voeckler, che però non insiste e si fa riprendere da altri attaccanti. Poche decine di metri dopo, sono di nuovo tutti assieme.
L’attesa, nell’ultimo giro, è solo per il Cauberg. Paolini lo attacca in testa, con Nibali a ruota. Il corridore della Liquigas prova a fare selezione, seguito prima da Boonen, poi da Leukemans e Gilbert. Quando quest’ultimo accelera, nessuno riesce a tenere la sua ruota. Prova l’inseguimento Kolobnev, raggiunto poco dopo dal norvegese Boasson-Hagen e lo spagnolo Alejandro Valverde. Negli ultimi metri Gilbert ha tutto il tempo di esultare, mentre Boasson-Hagen va a conquistare, con un attacco nelle ultime centinaia di metri, la medaglia d’argento( a 4” dal vincitore) davanti a Valverde(5”), seguito dal gruppo regolato da Degenkolb. L’Italia, scomparsa dopo l’allungo di Nibali, coglie il tredicesimo posto con Oscar Gatto, dietro Boonen e davanti a Sagan. Dopo una gara condotta bene fino a due giri dal termine, gli azzurri non hanno gestito al meglio le fasi finali di gara. Probabilmente ai nostri sono mancate le gambe, vedi Moser, che si è fatto vedere in testa solo per fare una tirata di 500 metri prima del Cauberg, o Nibali, la cui azione è durata troppo poco, senza che avesse fatto la differenza necessaria.
foto: cyclingnews.com
OA | Gianluca Santo