Mondiali: brilla la Colombia, l’Uruguay saluta il Brasile

Creato il 29 giugno 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Al Maracanà di Rio de Janeiro, tanto caro alla Celeste memore del 1950, si gioca la seconda sfida fratricida degli ottavi di finale dei Mondiali 2014: da una parte la Colombia, reduce da un primo posto a punteggio pieno, e dall’altra l’Uruguay, nell’occhio del ciclone per la questione Suárez. L’incontro, arbitrato dall’olandese Kuipers, vedrà le due formazioni sudamericane proporre uno speculare 4-4-2: da una parte James Rodríguez e Cuadrado a supporto di Gutiérrez e Jackson Martínez (che piace a Roma e Napoli); dall’altra Cavani in coppia con Forlan, chiamato a sostituire la punta dei Reds.

La prima frazione è l’emblema del clima teso che si respira in casa uruguagia: il gioco, infatti, è spesso interrotto a causa dei ruvidi interventi ai danni degli uomini in maglia gialla; il direttore di gara, tuttavia, si limita a richiami verbali. Il primo tiro in porta è opera di Cuadrado, che ci prova da 35 metri, ma il tiro è deviato da un compagno e termina alto. L’Uruguay prova, allora, a fare possesso palla, ma esso risulta sterile e il pubblico si indispettisce: fischi per la squadra di Tabarez. Le minacce maggiori, dunque, sono create dai Cafeteros, mentre La Celeste si rende protagonista prima di un sospetto tocco con il braccio di Godín dopo un rimpallo in area, poi di una gomitata di Cristian Rodríguez di cui è vittima Aguilar. E proprio questi, poco prima della mezz’ora, di testa serve James Rodríguez, il quale, spalle alla porta, stoppa di petto e con una girata al volo di sinistro dai 20 metri trafigge Muslera, con il pallone che bacia la traversa prima di varcare la linea e gonfiare la rete: quarta perla del fantasista del Monaco e Colombia avanti. L’Uruguay prova, quindi, a tirare fuori l’orgoglio, ma Ospina rimane spettatore non pagante per tutti i 45 minuti e, intanto, cominciano gli “olè” da parte del pubblico ad ogni passaggio riuscito degli uomini di Peckerman. Kuipers, infine, rispedisce i 22 uomini negli spogliatoi sul punteggio di 1-0.

Il secondo tempo si apre con un corner a favore dell’Uruguay, ma, si sa, l’apparenza inganna. Al 5′ della ripresa, infatti, la formazione colombiana orchestra una azione da manuale: Gutiérrez serve sulla trequarti Martínez, che allarga sulla sinistra per Armero, il quale scodella un cross sul secondo palo per l’accorrente Cuadrado, con quest’ultimo che appoggia di testa per il liberissimo James Rodríguez in mezzo all’area che firma la personale doppietta, porta a due reti a zero il vantaggio sugli avversari e, soprattutto, scrive la storia di questa Nazionale. Annichilita, La Celeste si fa rivedere in fase offensiva solo dopo l’ora di gioco, ma ogni tentativo è vano: sia in uscita alta, sia in presa bassa, sia nell’uno contro uno Ospina è insuperabile e fa suo qualsiasi pallone si presenti dalle sue parti. L’assedio uruguaiano, dunque, si risolve in nulla di fatto: sciupata da Maxi Pereira anche la più grande occasione di dimezzare lo svantaggio, le uniche vere emozioni sono quelle rappresentate dalle scintille tra i giocatori e, dopo tre minuti di recupero, il triplice fischio di Kuipers sancisce la fine.

RISULTATO FINALE: COLOMBIA 2 – 0 URUGUAY (28′, 50′ James Rodríguez)

Top - James Rodríguez e Ospina: la stella di questa Colombia sale a quota 5 centri in questi Mondiali e permette alla propria Nazionale di raggiungere per la prima volta nella propria storia il traguardo quarti di finale, dove incontrerà un Brasile a metà fra luci e ombre; il portiere del Nizza, sebbene inoperoso nel primo tempo, nel secondo si esalta, negando il gol della bandiera a La Celeste e respingendo ogni pericolo.

Flop – l’Uruguay: per quanto mostrato sul campo, ossia più falli cattivi che tiri in porta, la compagine guidata da Tabarez avrebbe forse fatto meglio a ritirarsi da questi Mondiali, come aveva minacciato di fare, per solidarietà nei confronti di Luis Suárez. A testa bassa, dunque, gli uruguagi tornano meritatamente a casa.


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