Doveva essere il giorno decisivo, sarà ricordato come il giorno del giudizio, perché l’Uruguay batte l’Italia 1-0 e spedisce a casa gli Azzurri: a fine gara si dimettono il C.T. Prandelli, il Presidente federale Abete e comincia già il processo mediatico alla ricerca delle responsabilità.
La tempesta che si abbatte sul calcio italiano, per di più, fa quasi passare in secondo piano la gara, della quale peraltro c’è davvero poco da dire in termini tecnici. A Natal, infatti, se l’Uruguay di Tabarez vive di certezze già nello schieramento iniziale con Cavani e Suarez di punta, Prandelli lancia il 3-5-2 (ma non ne sembra tanto convinto) con Balotelli e Immobile, rilanciando Verratti. Ma la gara è piatta, senza qualità nel gioco, certo molto intensa, però fallosa e nervosa, sia da parte della Celeste, che invece dovrebbe attaccare dato che per andare agli ottavi deve solo vincere, ma anche degli Azzurri, che controllano la situazione, tengono il pallone e le posizioni meglio che contro la Costa Rica ma non creano alcuna occasione, se non con le punizioni di Pirlo e con gli spunti di un buon Verratti. Volano cartellini da parte del pessimo arbitro Rodriguez Moreno, tra cui uno a Balotelli per un intervento da karate. Intanto Buffon salva alla mezz’ora su Suarez e Lodeiro in area, uniche occasioni in un primo tempo deludente. Nella ripresa, dentro Parolo per Balotelli, Italia ancora più coperta (ancora di più?) ma il tema della partita resta sempre lo stesso, l’Uruguay accelera e Cristian Rodriguez dopo uno scambio manda a lato. Al 60′ però Marchisio entra col piede alto su un avversario, ma senza affondare e senza cattiveria. Ma l’arbitro si vuole far notare, applica il regolamento nel senso più stretto e espelle il centrocampista.
Italia in 10, dentro Cassano e poi Thiago Motta, adesso l’Uruguay attacca con grande puntualità, Buffon salva su Suarez, prima che il Pistolero torni in versione Cannibale o Vampiro (fate voi) e morda a una spalla Chiellini, non visto dall’arbitro: sarà prova tv? Ma Suarez sembra un soggetto davvero fuori da ogni limite, non nuovo a questi episodi. Intanto gli attacchi sudamericani portano al colpo di testa di Godin da un angolo all’81′ che vale la qualificazione, inutile l’avanzata dell’Italia negli ultimi 10′. Eliminazione clamorosa.
A fine gara, Prandelli annuncia le dimissioni dopo attacchi personali sul suo rinnovo di contratto: «Nel momento in cui ho rinnovato è cambiato qualcosa – dice – Non so perché, ma siamo stati considerati come un partito politico, quando sappiamo che la Federazione non prende esclusivamente i soldi dallo stato. Io non rubo i soldi dei contribuenti, mi prendo però le responsabilità tecniche di quanto è successo qui. Mi dimetto perché non è stato un progetto tecnico vincente. La responsabilità è tutta mia, così come l’organizzazione e la preparazione, se non abbiamo avuto occasioni da gol è perché abbiamo dei limiti tecnici che non sono strutturali ma di qualità, la responsabilità è mia sulle decisioni, sui cambi, su tutto».
Si sofferma poi sugli avversari, torna sulla pessima gara contro il Costa Rica e parla di limiti del calcio italiano in generale. Quindi, è il turno del Presidente della FIGC Abete annunciare le dimissioni (come aveva fatto già a Maggio il vice Albertini), e aprire a una nuova stagione dirigenziale. Ma a questo punto sorge una domanda: è vero che dare continuità, a prescindere dai risultati (che però sono fondamentali) è una buona abitudine, che in Italia raramente si vede. Quindi aver rinnovato il contratto a Prandelli prima del Mondiale era un atto di fiducia verso un C.T. che aveva riportato l’Italia in Finale all’Europeo e ai vertici dopo un Mondiale 2010 disastroso. Ma se Brasile 2014 fosse poi stato deludente, come adesso è, lasciando dietro macerie e facendo emergere dubbi sul lavoro delle ultime due stagioni, con che determinazione e voglia sarebbe rimasto Prandelli? Con questo discorso, sinceramente incomprensibile del “non rubiamo soldi a nessuno” (ma chi l’ha mai detto?) i dubbi rimangono.
Il discorso però è amplissimo. A partire dalle scelte discutibili nelle convocazioni: solo 7 difensori, con problemi continui nel settore, bene solo in porta e in mezzo (malgrado il forfait di Montolivo) e se in attacco ti affidi a Balotelli, Immobile, Insigne, Cerci e Cassano, che insieme faranno 20 gol in Nazionale (forse neppure), lasciando a casa Giuseppe Rossi e calciatori con più esperienza (certo, più o meno quelli sono) e devono pensarci sempre i quattro Campioni del Mondo 2006 ovvero Buffon, Pirlo, De Rossi e Barzagli a trascinare una squadra di 23 elementi, cosa pretendere? Ma in realtà questa Nazionale è figlia di un campionato di Serie A dal livello tecnico pessimo, con settori giovanili non valorizzati da club interessati solo ai soldi delle pay-tv per sopravvivere, in un contesto di stadi e infrastrutture in declino e con la violenza incontrollata che allontana la gente dal calcio e dallo sport. Tutto questo nel giorno in cui Ciro Esposito, rimasto vittima dell’agguato prima della Finale di Coppa Italia il 3 Maggio a Roma, ha subito un aggravamento delle sue condizioni, ora più che mai disperate. Il nostro pensiero va soprattutto a lui.
Post Tweet dal Mondiale #1 – Nell’altro match del Gruppo D, a Belo Horizonte, il Costa Rica mette al sicuro il primo posto nel girone grazie al pareggio per 0-0 contro l’Inghilterra, già eliminata. Il c.t. Hodgson, chissà se all’ultima gara sulla panchina della Nazionale, cambia molto e le migliori occasioni sono per gli inglesi nel primo tempo, ma i costaricani resistono e si dimostrano molto attenti nella fase difensiva, come nelle prime due gare. Nella ripresa la partita vive di accelerazioni ma il pareggio resta tale, anche dopo un paio di occasioni per Rooney.
Post Tweet dal Mondiale #2 – La Colombia chiude a punteggio pieno nel Gruppo C e desta sempre più un’ottima impressione. Il match è molto aperto a Cuiaba, ma i sudamericani partono meglio e al 17′ fallo da rigore di Konno su Ramos, e Cuadrado trasforma. La reazione del Giappone c’è, con Kagawa e Honda, e al 45′ cross di quest’ultimo per Okazaki che di testa sigla il pari. Nella ripresa dentro Carbonero e James Rodriguez nella Colombia, ma si scatena Jackson Martinez che al 55′ riceve la sfera in area e con un tiro preciso raddoppia, quindi all’82′ controlla un lancio, mette a sedere un avversario e piazza per il tris. Intanto fa il suo ingresso Faryd Modragon, leggendario portiere che a 43 anni diventa il giocatore più anziano a giocare al Mondiale, battendo il record del camerunense Milla, e al 90′ dopo una bella giocata personale James chiude il punteggio sul 4-1.
Post Tweet dal Mondiale #3 - Ma la sorpresa assoluta della giornata è senza dubbio la vittoria della Grecia per 2-1 sulla più forte Costa d’Avorio, che vale gli ottavi agli ellenici. A Fortaleza la gara la fanno gli Elefanti, che grazie alla tecnica in mezzo di Yaya Toure e alla velocità dei vari Gervinho, Kalou e Drogba crea buoni presupposti ma non passa. La Grecia di Fernando Santos si chiude e riparte, e con efficacia, data la traversa colpita da Holebas e nonostante perda per infortunio il portiere Karnezis (dentro Glykos) e il centrocampista Konè (dentro Samaris). E al 42′, gli ellenici conquistano il pallone, attaccano l’area e proprio con Samaris siglano la rete. Nella ripresa Karagounis colpisce la traversa, la Grecia getta via occasioni in contropiede e viene punita dalla Costa d’Avorio, che inserisce Wilfried Bony, alza il ritmo e pareggia al 74′ dopo una grande azione di Gervinho che in mezzo serve proprio Bony per l’1-1. Ma qui gli africani commettono l’errore di amministrare senza però riuscire a farlo, data la vocazione continua ad attaccare, e la Grecia crea ancora, palo esterno di Torosidis e al 93′ fallo in area di Sio su Samaras, che prende il pallone, batte il penalty e realizza il gol che porta agli ottavi al squadra greca.
Coppa del Mondo FIFA, Brasile 2014 – Day 13 – 24 Giugno
Gruppo C
Giappone-Colombia 1-4
17′ Cuadrado (R) (Col), 45′ Okazaki (Gia); 55′ e 82′ J.Martinez (Col), 90′ J.Rodriguez (Col)