Katsushika Hokusai - Ibisco e passerotto
Tali raffigurazioni sono xilografie eseguite attraverso blocchi legno e prendono il nome di Ukiyo-e, la cui traduzione corrisponde a 'Mondo fluttuante', che mi sembra rendere bene le atmosfere rarefatte ed eteree, ma questo stesso termine risulta omofono rispetto al 'Mondo della sofferenza' presente nella filosofia buddhista.La produzione serigrafica era destinata ad un pubblico molto vasto grazie soprattutto ai costi non elevati e rappresenta soggetti tratti dalla quotidianità che possono essere ritratti di donne, samurai o attori Kabuki (questi ultimi prediletti dalla scuola di Kamigata, nelle città di Osaka e Kyoto), scene domestiche o erotiche (denominate shunga) o, come già accennato, paesaggi naturali, villaggi o idilli dal mondo animale e vegetale. Queste ultime sono, a mio avviso, le più incantevoli per il loro preziosismo e per la cura nella resa dei dettagli. Fra gli artisti più noti di questo periodo spiccano Katsushika Hokusai (1760-1849), autore della celeberrima incisione La grande onda e della serie delle trentasei vedute del Monte Fuji e Hiroshige Utagawa (1797-1858), particolarmente legato ai temi naturalistici.
Katsushika Hokusai - La grande onda
La diffusione delle stame Ukiyo-e si deve al processo di urbanizzazione che, dalla fine del XVI secolo, permise la formazione di un ceto commerciale e artigiano che, un po'come sarebbe accaduto dal Settecento in Europa con la borghesia cittadina, divenne il principale fruitore delle opere narrative. Nati, infatti, come illustrazioni per i romanzi, i quadretti del Mondo fluttuante divennero presto autonomi e si diffusero soprattutto attraverso i manfesti teatrali e le cartoline. Furono dapprima stampe in nero (il bianco/ocra era quello della carta) e solo successivamente fu introdotto il colore, vegetale in origine, di produzione chimica con l'avvento dei commerci con la Germania nel XIX secolo. Per un certo periodo di tempo, soprattutto in corrispondenza dell'occidentalizzazione avviatasi con il processo di ammodernamento del Giappone nella seconda metà dell'Ottocento e dell'introduzione della fotografia, l'Ukiyo-e conobbe un periodo di crisi, da cui, però, la salvò la moda esotica e la diffusione commerciale dell'artigianato giapponese.Hiroshige Utagawa - Villaggio nella neve
Nonostante la delimitazione temporale, l'arte Edo continuò ad avere una certa risonanza fino all'inizio del Novecento, al punto da influenzare Claude Monet e gli Impressionisti, ma anche Van Gogh e gli artisti Liberty, ma non va dimenticata la produzione odierna che, oltre ad alimentare un fervente mercato di souvenir e il nostro immaginario orientaleggiante, rimane un segno di quella vitale tradizione grafica che, in particolare grazie a manga e anime è simbolo della creatività Giapponese in tutto il mondo e anche fra le generazioni più giovani.«Dall'età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e sono cinquant'anni che pubblico disegni; tra quel che ho raffigurato non c'è nulla degno di considerazione. A settantatré anni ho a malapena intuito l'essenza della struttura di animali ed uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria» (Katsushika Hokusai)
Hiroshige Utagawa - Civetta su un acero sotto la luna piena
C.M.