Dopo circa due ore di traghetto, dal porto di Algeciras (Spagna) a quello di Tangeri, finalmente eccoci in Marocco, ultima tappa del nostro tour.
Muovendoci in mini-van da nord a sud, tra paesaggi estremamente variegati dal punto di vista naturale e cromatico, abbiamo raggiunto le città di Fez e Casablanca fermandoci inoltre, sebbene solo per un pranzo veloce, nella capitale, Rabat.
Presentataci come la più antica delle quattro città imperiali, Fez ci ha colpito e stupito fin da subito a partire dal riad stesso in cui abbiamo soggiornato; ubicato proprio all’interno della medina, l’edificio ha prodotto in noi un notevole senso di soggezione con i suoi alti soffitti, le imponenti colonne, gli ampissimi spazi riccamente decorati e quell’atmosfera così caratteristica che quasi ci ha trasportate lontano nel tempo, quando quelle stanze erano ancora abitate dalla prestigiosa famiglia di Fez che ne era proprietaria. Un luogo quasi magico in cui, entrando, ci si lascia alle spalle la confusione che regna per le strade godendosi un silenzio quasi surreale, data la posizione, e un’incredibile vista panoramica sulla città, grazie alla splendida terrazza posta sul tetto dell’edificio.
Decisamente meno soave e rilassante la situazione tra i vicoli della medina e le bancarelle del suk; un caleidoscopio di colori e odori, a volte gradevoli, altre acuti e pungenti. Stole, abiti, gioielli e ninnoli di ogni genere da un lato, frutta, ortaggi e carne cruda dall’altro, passando dal mercato del pollame, dove povere bestiole indifese vengono maneggiate come capi inanimati,alle eleganti botteghe degli oli e dei profumi in cui le nostre narici hanno finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo, dopo l’acre odore del pesce mal conservato e delle concerie a cielo aperto in cui le pelli vengono pulite e lavorate per tutto il giorno da operai immersi fino al collo in soluzioni maleodoranti.
Ma Fez non è solo questo, è anche architettura spettacolare, come nel caso del Palazzo Reale, delle scuole coraniche e delle moschee, in cui l’incredibile precisione dell’arte islamica dà il meglio di sè, e cultura dell’artigianato, del mosaico e della decorazione (a mano) di vasi, piatti e oggetti d’argilla da parte di veri e propri talenti del pennello che, in tale contesto, risultano essere nient’altro che semplici operai.
Molto meno caratteristica ma più moderna e, almeno in apparenza, al passo coi tempi è la città di Casablanca, ultimo approdo del nostro viaggio.
Per strada, tra una moltitudine di edifici grigi e datati, spiccano qua e là luccicanti e appariscenti vetrine riportanti i grandi nomi della moda e della cosmesi, dal sapore decisamente occidentale. Molto curata la piazza col Palazzo di Giustizia e le vie asfaltate del centro in cui sfreccia il tram e, donne coperte da capo a piedi, come la religione islamica comanda, si mischiano a ragazze in jeans e canotta che quasi non sembrano appartenere alla loro stessa etnia e cultura.
Ma ciò che davvero incanta e colpisce di Casablanca non può che essere lei, la celebre Moschea di Hassan II che, in tutta la sua imponenza, svetta di fronte al paesaggio dell’Oceano. Edificata negli anni novanta si presenta, sia fuori che all’interno, come un gioiellino estremamente curato nei dettagli con il suo alto minareto finemente decorato e dipinto dei colori del mare. Colonne, arcate, portici e scalini, tutto pare studiato nei minimi particolari tanto da trasmettere, a mio parere, una sensazione di equilibrio e serenità.
E, una volta in albergo, come rinunciare a qualche ora di completo relax alla SPA?! Bagno turco e un bel massaggio per noi, tanto per rendere un po’ più dolce il ritorno a Milano.
Sul profilo facebook Palmolive Italia è inoltre possibile rivivere i momenti più belli del nostro viaggio attraverso gli splendidi video della fotografa e video-maker Valentina Vasi che ci ha seguite durante l’intero tour.