Che alcune città siano efficaci macchine spilla-soldi è risaputo.
E anche giusto, tutto sommato.
Ma la disonestà e la furberia si concentrano soprattutto nel settore culturale.
Alcuni esempi:
– molte chiese sono a pagamento (3€). Puoi fare una tessera (12€)per visitare 16 chiese a pagamento, che si chiama CHORUS PASS.
Ma le chiese principali (San Zanipolo, i Frari etc) sono esse pure a pagamento. Ma fuori dal circuito CHORUS.
San Zaccaria è gratis. Ma la sacrestia è a pagamento (1,5€).
Sempre e ovunque, l’illuminazione è a pagamento.
Sempre e ovunque, solo contanti.
– in palazzo Ducale, puoi vedere una mostra temporanea, ma il biglietto non vale anche per le sale museali.
Devi fare un’altra fila.
Anche se vuoi visitare il solo palazzo Ducale, devi comprare un biglietto valido per un circuito di quattro Musei, detti “Musei di Piazza San Marco”. 18€.
Tra questi, anche la Biblioteca Marciana, che però è chiusa.
Tra questi, anche il Museo Archeologico, che è nazionale. Ma ovviamente non l’Accademia, pure nazionale ma con biglietto a parte.
Ovviamente biglietti separati per Galleria Cini, Ca’ d’Oro eccetera. Ognuno per sé.
Anche le Scuole hanno un biglietto a parte, ognuno diverso.
Per carità, tutto più che legittimo.
Ma faccio sommessamente notare che ciò che è normale per un consumatore culturale è inconcepibile per qualsiasi altro cliente.
Come se la stanza d’albergo prevedesse una tariffa separata per l’uso del bagno.
Come se un autobus ti facesse scendere due fermate prima senza preavviso, perché un pezzo della linea “è in restauro”.
Come si può far pagare un ingresso a un Museo chiuso (la Marciana)?
Avete un ristorante, un avventore ordina una bistecca; voi prendete l’ordine, gliela fate pagare, e poi lo congedate dicendogli che la bistecca non c’è.
Provate un po’.
Magari ditegli che è un restauro. O che serve per l’allestimento del padiglione dell’Azerbaijan.
Poi mi sapete dire se la vostra attività prospera.
Se (come è giusto) raccogliete solo pugni e insulti, andate a lezione dal sistema museale veneziano.